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S. arte




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S. ARTE


Il 1848 rappresenta per tutta l'Europa,l'anno delle grandi e sanguinose sommosse popolari.



In Francia nasce il realismo esso si sviluppa come metodo scientifico per indagare la realtà,spiegando le contraddizioni e le miserie senza esserne coinvolti emotivamente. Il primo fine dell'artista sarà quello di annotare le caratteristiche del mondo che lo circonda,astenendosi da qualsiasi giudizio di tipo soggettivo.

Il capostipite del realismo pittorico francese è Gustave Courbet,uomo di grande onestà intellettuale. Egli nasce a Ornans nel 1819 da una famiglia contadina benestante,i primi studi li svolge nella città natale,dedicandosi al vero e alla copiatura di alcuni dipinti del Louvre

Courbet conduce la sua personale battaglia contro l' accademica.

Ma poi apre una propria scuola,il motto per i suoi allunni era 'fai quello che vedi,che senti,che vuoi.'


Lo spaccapietre (olio su tela)

Il soggetto è intento ha spaccare i sassi, egli è molto diverso dalla pittura accademica. L'uomo aveva le toppe sulle maniche della camicia,il panciotto strappato sotto l'ascella e i calzini bucati al tallone. A sinistra c'è una pentola e mezzo filone di pane,un accenno a quello che sarà il pranzo dello spaccapietre.La natura è tratteggiata in modo essenziale.


Atelier del pittore (olio su tela,Parigi,Musèe d'Orsay,museo ricavato da una stazione)

In questo quadro si presentano diversi tipi di pittura:religioso,affresco e nudo. Al centro della composizione Courbet rappresenta se stesso intento a dipingere un paesaggio. Attorno a lui ci sono una trentina di persone. A sinistra sono rappresentate le classi sociali che vivono ai margini della società:operai,balordi,..Hanno tutti la testa inclinata e l'atteggiamento pensoso. Nei volti senza sorriso si legge il fardello della pesante vita e dei dolori. A destra ci sono i sogni e le allegorie. La verità nuda,accanto all'artista osserva l'opera che egli sta ultimando. Di fronte un bimbetto guarda incuriosito:la verità vuol dirci l'artista è semplice e innocente,oltre che nuda.


Fanciulle sulla riva della Senna (olio su tela)

L'artista rappresenta due giovani donne che si riposano su un praticello in riva al fiume. L'autore non rappresenta personaggi storici, per la prima volta la scena è ambientata lungo le rive della Senna. Le due ragazze sdraiate erano vestite secondo il gusto dell'epoca. Nei loro volti assonnati e un po volgari,si poteva leggere tutta la quotidianità della loro storia. Erano amiche,forse sorelle,o all'occhi de critici addirittura prostitute,andate a fare una passeggiata e soprafatte dal torpore del caldo della primavera.Le loro posizioni gonfie e quasi sgraziate,ci dicono di come l'artista abbia voluto coglierle di sorpresa:quella in primo piano assopita e l'altra immersa nei propri pensieri,con in grembo un mazzo di fiori.


Jo, la bella ragazza irlandese (olio su tela)

Il dolce personaggio femminile si guarda allo specchio districando la gran massa di capelli rossicci con la mano destra. La composizione,è di un realismo palpitante. Gli occhi chiari e intenti della giovane,l'incarnato morbido e chiaro,i lunghi boccoli ricadenti sulle spalle,fanno uno dei ritratti meglio riusciti di Courbet.


I macchiaioli

Firenze fin dagli anni quaranta del 800 è la capitale culturale d'Italia ed è qui che nasce il fenomeno dei macchiaioli. Al Caffè Michelangelo Diego Martelli scrittore e critico d'arte fiorentino fu il primo a teorizzare 'la macchia in opposizione alla forma'. Altro importante ideologo del Michelangelo fu il pittore Telemaco Signorini il quale propose di adottare per sè e per i suoi amici l'appellativo di 'Macchiaioli',accettando con ironia un aggettivo che la stampa del tempo aveva usato. Il movimento macchiaiolo nasce in questo ambiente e da queste promesse. Il suo sviluppo si può collocare tra il 1855 e il 1867,ma i suoi influssi sulla pittura italiana continueranno a esserci vivi fino agli inizi del Novecento. Le premesse culturali che hanno consentito la nascita e lo sviluppo della macchia sono da ricercarsi nella rivolta verso le accademie e nella volontà di ripristinare il senso del vero. La pittura deve cercare di ricostruire la realtà per masse di colore e il modo più semplice e utile per riuscirvi è quello di impiegare,appunto,le macchi . Vengono abbandonati i soggetti di carattere storico e mitologico,i giovani pittori rivolgono la loro attenzione al vero così come appariva dall'osservazione del quotidiano.


Giovanni Fattori

Giovanni Fattori nasce a Livorno nel 1825. Negli anni Cinquanta entra in contatto con 'una classe di giovani artisti'. Tra questi il critico e letterato Diego Martelli,teorizzatore del gruppo di pittori macchiaioli. L'adesione di Fattori alla macchia è spontanea. Dunque la macchia rappresenta per l'artista livornese lo strumento per mezzo del quale è possibile conseguire quei risultati di verismo pittorico. I temi preferiti dal Fattori macchiaiolo sono quelli che rappresentano la vita militare e il lavoro dell'uomo. Fattori si spegne a Firenze nel 1908.




Campo italiano alla battaglia di Magenta (olio su tela)

Viene rappresentato non un momento di battaglia ma il ritorno dei feriti. Alcuni procedono a piedi,mentre i più gravi sono adagiati su un carro e accanto a loro si prodigano due monache infermiere. L'opera non può ancora definirsi macchiaiola,in quanto disegno e chiaroscuro continuano a essere usati secondo le regole accademiche.


Soldati francesi (olio su tavola)

In questo possiamo riconoscere i tratti della pittura macchiaiola.Il dipinto risale al 1859 quando l'artista osservò le truppe di Napoleone III che,sbarcate a Livorno si acquartierarono al Pratone delle Cascine di Firenze. In quest'opera vengono rappresentati un drappello di otto soldati e un ufficiale in attesa. Il dipinto sviluppato in larghezza è organizzato per semplici fasce di colori sovrapposti. La prima è più larga,di tonalità ocra,è costituita dal terreno.

La seconda,grigiastra,rappresenta un muro,la terza di un azzurro pallido.


Rotonda di Palmieri (olio su tavola)

Tavoletta di piccolissime dimensioni,in essa sono rappresentate alcune ricche signore che,secondo la moda del tempo,fanno i bagni di aria di mare standosene sedute al fresco,sotto il tendone di uno stabilimento balneare di Livorno. Lo sviluppo del dipinto è sempre in orizzontale,ritornano le fasce di colori sovrapposti,tra loro accordati o per assonanza(colore caldo con colore caldo)o per dissonanza(colore caldo con colore freddo).


In vedetta (o il muro bianco) (olio su tela)

In essa la prospettiva è dato dalla parete sulla destra .Le figure del soldato e del cavallo in primo piano si stagliano con forza sullo sfondo bianco-giallastro del muro.


Bovi al carro (olio su tela)

.Il dipinto rappresenta un carro trainato da una coppia di buoi(animali impiegati nei lavori dei campi nel contadino toscano nell'Ottocento)sullo sfondo di una campagna maremmana. L'orizzonte viene realizzato per campiture di colore sovrapposte in fasce.La profondità prospettica è sottolineata dal viottolo che solca diagonalmente la campagna .La composizione squilibrata tutta verso destra ,rende il senso della vastità degli spazi. Dipinto silenzioso.

Lo staffato (olio su tela)

La tela rappresenta con crudo realismo una scena di gran movimento. In essa si osserva un cavallo,il quale,forse spaventato da uno sparo,si lancia in un galoppo forsennato,trascinandosi dietro il suo povero cavaliere che ferito,è rimasto con un piede impigliato nella staffa. Il dipinto è diviso orizzontalmente in due fasce distinte che tendono a fondersi lungo la linea del lontano orizzonte. In basso la terra giallognola e polverosa di una strada deserta di campagna;in alto il cielo bianchiccio di una giornata senza sole. Dipinto molto rumoroso.



La forte industrializzazione aveva interessato tutti i paesi europei dalla fine del Settecento, dall'invenzione, della prima macchina a vapore fu tutto un susseguirsi di nuove invenzioni in tutti i campi. L'entrata in produzione delle ghise, dell'acciaio e del vetro  e di un nuovo materiale il coke rivoluziona il modo di costruire e le tipologie degli edifici. ( seconda rivoluzione industriale)


Tutto ciò fece nascere una nuova figura professionale gli ingegneri che conosce più l'aspetto tecnico che artistico egli studierà la matematica la fisica e la scienza delle costruzioni. Uno dei campi in cui l'architettura del ferro trovò per meglio esprimersi fu quello delle grandi strutture (viadotti stazioni ferroviarie e padiglioni espositivi) cominciano a caratterizzare il paesaggio con la loro spettacolarità.


In occasione delle Esposizioni Universali che vennero realizzati nelle capitali di tutta Europa e negli Stati Uniti era necessario allestire in tempi brevi padiglioni molto ampi per contenere i materiali in mostra, inoltre dovevano essere montati e smontati in tempi brevi.

La prima esposizione Universale a Londra, per rendere anche omaggio al paese dove la rivoluzione industriale era iniziate. Per celebrare l'evento venne fatto un concorso internazionale per la costruzione di un padiglione da collocare al centro di una delle zone più verdi della capitale.Venne prescelto quello di Joseph Paxton faraonica struttura in vetro e ghisa, con 77000 metri quadrati di superficie; la costruzione venne chiamata: Palazzo di Cristallo, che si compone con una navata centrale gradonata lunga più di mezzo chilometro, nella quale s'innesta un transetto coperto da una volta a botte in ghisa e vetro al fine da non dover abbattere nessun albero secolare del parco. Dopo l'esposizione l'edificio venne smontato e rimontato a Sydehan, dove potremmo ammirarlo ancora oggi se non fosse stato bruciato in un incendio nel 1937.



Da ora in poi gli ingegneri di tutto il mondo si sfidarono per realizzare padiglioni universali sempre più giganteschi.

Le Esposizioni Universali si fecero a :  Londra, New York, Parigi, Vienna,Filadelfia, Sydney, Melbourne, Amsterdam, Anversa, New Orleans, Barcellona, Copenaghen, Bruxelles.


La Galleria delle Macchine fu realizzata da Charles- Louis Ferdinand Duter è un vastissimo ambiente circa 48300mq è coperto con una serie di archi enormi a campata unica cioè pilastri o altri appoggi intermedi, questo sistema statico si definisce arco a tre cerniere, in quanto gli arconi non sono tutti d'un pezzo ma risultano composti da due semiarchi incernierati rispettivamente al suolo (due cerniere) e al vertice (terza cerniera)


La realizzazione della Torre Eiffel (struttura metallica avvitata con bulloni) si deve all'ingegnere Gustave Alexander Eiffel essa è alta 300m,la sua struttura è necessaria per tenere l'equilibrio che per la sa altezza sarebbe stato compromesso.

Essa si regge su quattro piloni reticolati disposti in  modo arcuato per far scaricare meglio sulle fondazioni il peso della costruzione. A 57 metri dal suolo in corrispondenza del primo ripiano altri quattro piloni inclinati si raccordano verso l'alto a 115 metri d'altezza la seconda piattaforma, poi il terzo ripiano praticabile a 274 metri dove i tre piloni si fondono in un unico pilone reticolato. Ma la sensazione osservando la sua mole è di una straordinaria slanciatezza. Ma dopo l'esposizione la torre non fu smontata era ormai diventata il simbolo di Parigi.


Tra le architetture in ferro italiane padiglioni,centri commerciali, grandi magazzini ricordiamo la Galleria Vittorio Emanuele II a Milano realizzata dall'architetto Mengoni egli in realtà vinse un concorso per realizzare il rifacimento di Piazza Duomo il salotto buono di Milano. La Galleria costruita tra il 1865 e il 1878 tra accese polemiche egli la pensò come un'unica navata leggermente obliqua che veniva intersecata al centro da un transetto più corto ma della stessa ampiezza .I quattro bracci ce venivano creati erano coperti da volte a botte in ferro e vetro concorrenti in un ottagono centrale che costituiva il perno ideale di tutto il sistema. La formazione è eclettica le vetrate danno una sensazione di snellezza mentre le pareti in muratura sono appesantite e pesanti da decorazioni gi gusto neo-rinascimentale. Mengoni ricevette molte critiche e nel 1877 il giorno dell'inaugurazione egli mori cadendo accidentalmente (forse) da un impalcatura.

Gli edifici distrutti durante la rivoluzione francese furono poi restaurati; con Eugene Viollet le Duc cominciò ad affermarsi una nuova concezione del restauro stilistico. Egli scrisse anche il Dizionario ragionato dell'architettura francese dall'XI al XVI secolo.

Poi accettò l'incarico di restaurare l'Abbazia reale di Saint-Denis che era priva della guglia della torre Nord lui avrebbe voluto ricostruire la guglia perduta e realizzarne una uguale nella torre Sud e la modifica della facciata ma il suo progetto non venne approvato.

La città di Carcassone invece venne reinventata disegnando le coperture coniche delle torri cilindriche, i merli della doppia cinta muraria, le porte della città.


Il Castello di Pierrefonds incarna le idee dell'architetto francese; il castello che era stato demolito nel 1617 per volere del re Luigi XII verrà in verità rifatto nuovo in pratica e visto con gli occhi nostri ci sembrerà un grande falso mentre per l'architetto le Duc sarà invece riportato a uno stato di completezza.


Il massimo teorico del restauro artistico che nacque in Inghilterra fu John Ruskin secondo lui i Monumenti non devono essere ne toccati ne manomessi, ogni intervento di restaurazione distrugge un monumento solo il tempo le deve fare perire naturalmente.



Negli ultimi anni dell' ottocento con la terza repubblica Parigi consolida il proprio aspetto festoso arricchendosi di stazioni ferroviarie, musei, ristoranti, sale da ballo. ed è qui che nasce l'impressionismo. Gli impressionisti sono i figli della stessa borghesia mercantile e imprenditoriale che aveva contribuito allo sviluppo economico della Parigi di fine secolo.



L'impressionismo è un movimento diverso rispetto a tutti i movimenti artistici precedenti, esso non è organizzato, giovani artisti che avevano in comune una gran voglia di fare e una forte insofferenza per la pittura ufficiale si riunirono qui, questo movimento è privo di una base culturale omogenea in quanto gli aderenti provenivano da esperienze artistiche diverse.

Gli impressionisti tolgono completamente e linee che definiscono gli oggetti dal punto di vista del colore eliminano i contrasti chiaroscurali accostano cioè colori puri.

La pittura impressionista vuole farci cogliere la sensazione di un istante, le pennellate non sono perciò fluide i tocchi vengono dati per picchiettature o per macchiette. Essi dipingevano un Bistrot, un teatro, una scuola di danza o un cabaret, gli impressionisti non vogliono rendersi interessanti per quello che narravano ma per come lo narravano, ciò ha contribuito non poco l'invenzione della fotografia che coglieva con la macchina quello che l'occhio umano non sarebbe riuscito. La data dell'inizio del movimento è nel 1874 quando alcuni giovani artisti (Monet, Degas, Cezanne, Pisarro, Renoir, Sisley, Morisot) le cui opere erano state rifiutate nelle esposizioni ufficiali, decisero di organizzare loro una mostra, essa si risolse in un vero e proprio fallimento ma da adesso in poi vennero chiamati con il loro nome, impressionisti.


Il primo modello di macchina fotografica che venne inventata era una camera ottica, una cassettina di legno con un sistema mobile di lenti che puntato sul soggetto lo rifletteva su uno specchio che a sua volta riproiettava il soggetto capovolto su un vetro smerigliato e ponendo un foglio in carta lucida era possibile ricalcare l'immagine.

Successivamente vennero fatti degli studi sulla luce per cercare di registrare ciò che essa registrava con l'utilizzo di particolari materiali, per esempio una lastra spalmata di qualche sostanza sensibile si poteva imprimere l'impronta dell'immagine, nasce così la fotografia.

La prima ripresa fotografica la realizzò nel 1827 il francese Nicephore Niepce, questa fotografia richiese ben otto ore e ritraeva il paesaggio visto dal suo laboratorio.

Mentre Daguerre inventò invece il brevetto della dagherrotipia che consiste nel impressionare con la luce di una camera ottica una lastra di rame argentata precedentemente trattata con dei vapori di iodio, sulla lastra rimaneva impressa la scena al negativo, le zone in luce scure e quelle in ombra chiare, l'utilizzo di alcuni Sali di mercurio invertivano l'immagine, ciò però limitava che la fotografia non poteva essere copiata perché i Sali di mercurio distruggevano il negativo impressionato.

Occorreva dunque cercare di migliorare il procedimento, quindi la luce proveniente dall'obbiettivo colpisce lo strato di emulsione sensibile di cui è ricoperta la pellicola, la pellicola serve a rendere visibili il negativo e le immagini e dal negativo si possono ricavare infinite ristampe.

Nel 1877 l'anglo americano Eadweard Muybridge esegue la prima serie di fotografie di soggetti in movimento che saranno i futuri sviluppi della cinematografia.

Nel 1888 viene commercializzato in america il primo rullino di pellicola Kodak con ciò molti ritrattisti vennero messi fuori gioco dal mezzo meccanico che aveva bisogno di meno tempo, di meno soldi e dava risultati più impeccabili, gli artisti iniziarono subito a servirsi di essa in ausilio alla propria pittura.

Felix Nadar si specializzò nella ritrattistica, sviluppò attività compositive, ne è un esempio della celebri fotografie all'attrice Sarah Bernadt, la neutralità dello sfondo, l'armoniosità del panneggio, la posa dolce e pensierosa la fanno un ottima fotografia.

La famiglia Alinari si dedica a rappresentare le bellezze artistiche e paesaggistiche di tutta Italia e di alcuni paesi esteri, oltre a edifici, chiese e monumenti etc i fotografi fiorentini immortalano anche interessanti scene di vita cittadina, feste popolari e religiose, personaggi noti e meno noti, da Garibaldi e Carducci ai venditori ambulanti di lumache fino agli scugnizzi napoletani, l'archivio fotografico degli Alinari ci fa capire come erano le nostre città all'epoca.

Questi fotografi lavoravano come i pittori negli atelier, solo che i posti dei cavalletti avevano gli apparecchi fotografici.



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