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Il duomo di modena




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IL DUOMO DI MODENA


L'ESTERNO DEL DUOMO


per il suo aspetto architettonico il duomo costituisce uno dei più importanti esempi di cultura artistica romanica in Europa.

la sua costruzione ebbe inizio nel 1099,l'impresa venne affidata all'architetto Lanfranco mentre il complesso programma scultoreo fu realizzato Wiligelmo e dalla sua scuola. La consacrazione della cattedrale avvenne solo nel 1184.

La struttura ideata da Lanfranco è più allungato di quello preesistente, con tre navate invece di cinque. All'esterno realizzò un'insieme caratterizzato dal candore dei materiali. Furono usate pietre e marmi di spoglio, anche ricavate dalle residue rovine romane, creando così una specie di collegamento tra antico e moderno.



LA FACCIATA


Riprende all'esterno la ripartizione in tre navate dell'interno. Essa si impernia sul portale centrale e sul protiro(arco sorretto da due colonne nella porta centrale) e presenta ancora il complesso programma decorativo realizzato da Wiligelmo. Alla sinistra del protiro vi è una lastra che presenta i profeti Enoc ed Elia che reggono un'iscrizione metrica riportante la data della fondazione(1099). In un secondo tempo vi furono aggiunti sotto tre versi in latino che contengono le lodi di Wiligelmo:'Quanto tra gli scultori / tu sia degno di onore / è chiaro ora, o Wiligelmo, per le tue opere scolpite'.

Il portale, che è stato recentemente restaurato, come anche le sculture della facciata, presenta negli stipiti esterni e nell'archivolto (elemento di decorazione architettonica costituita da una fascia che si svolga sulla fronte dell'arco) il tema del 'tralcio abitato' ovvero uomini, fiere, creature mitologiche o animali fantastici che si muovono all'interno di una fitta vegetazione che simboleggiano il percorso irto di ostacoli e pericoli che l'uomo deve affrontare nel mondo verso la salvezza eterna. Il 'tralcio abitato' allude alla selva oscura di cui pure scrisse Dante, riferimento all'inestricabilità del peccato in cui si dibatte l'uomo ma anche alla realtà della foresta medioevale, nella quale l'immaginario medioevale poneva animali e figre fantastiche e allegoriche.

Ai lati del protiro sono visibili due rilievi nei quali sono raffigurati due genietti alati che spengono una torcia puntandola verso terra. Questo tema fu preso da un monumento funerario di età romana.

I capitelli delle semicolonne della facciata, come anche quelli delle logge  e le mensole degli archetti pensili, sono popolati da creature mitologiche e animali fantastici. Nel terzo capitello da sinistra è scolpito il temo del volto umano fogliato, presente anche al centro dell'architrave del portale maggiore e su un capitello antico ora usato come acquasantiera all'interno del duomo.


Le quattro lastre del Genesi,opera di Wiligelmo, in origine erano tutte alla stessa altezza e formavano quindi una sorta di fregio. In seguito però la prima e l'ultima furono spostate e quindi oggi si trovano più in alto delle altre due. Sono formate da più blocchi di pietre diverse tra cui anche marmo greco e le diverse scene si riferiscono alla Genesi, primo libro della Bibbia.



I FIANCHI NORD/SUD E LE ABSIDI


L'architetto Lanfranco scelse di rivestire tutto l'estarno di pietra; a questo scopo venne fatto venire materiale dalle Prealpi, ma si usarono anche i marmi e le pietre recuperati dagli edifici deel'atica Mutina.

Sul lato sud, verso la piazza, si apre la Porta detta dei Principi, relativa alla prima fase del Duomo. Come nel portale maggiore e nella Porta della Pescheria gli stipidi esterni presentano il tema del 'tralcio abitato'; il programma decorativo è però questa volta incentrato sull'architrave che narra le vicende di San Geminiano, patrono della città. La Porta della Pescheria, situata sul lato settentrionale, è stata decorata da un'altro scultore, impegnato accanto a Wiligelmo nel cantiere del Duomo. Il portale è caratterizzato dall'assenza di temi sacri: negli stipiti esterni due telamoni reggono il 'tralcio abitato', in quelli interni sono raffigurati i lavori dei mesi dell'anno, nell'architrave sono scolpiti temi tratti dai bestiari e nell'archivolto episodi del ciclo bretone. Nell'archivolto è scolpita una leggenda della leggenda arturiana: alcuni cavalieri liberano Ginevra tenuta prigioniera da Mardoc in un castello.

Il sistema di arcate venne messo a punto da Lanfranco: si tratta di arcate rette da semicolonne comprendenti logge trifore che poggiano su cornici marcapiano. Questo tipo di struttura si ripete per tutta la struttura dell'edificio.


L'INTERNO DEL DUOMO


Internamente in laterizio, è austero e suggestivo grazie alla luce filtrata dal rosone attraverso le vetrate policrome disegnate da Giovanni da Modena nel 1450circa. La pianta della basilica è a tre navatee presenta pilastri cruciformi alternati a colonne; in alto ci sono finti matronei che richiamano il motivo esterno delle logge mentre le volte con costoloni risalgono al XV secolo. Ai lati dell'ingresso ci sono due capitelli romani che fungono da acquesantiere; a metà della navata centrale si alza un pulpito trecentesco.


Mentre nella navata destra c'è un arco in cotto che incornicia alcuni affreschi di scuola modenese che risalgono al 1400; più in là si distingue in una nicchia il PRESEPE, in terracotta fatto da Antonio Begarelli nel 1527.


Nella navata sinistra, al primo altare si nota una grande ancona quattrocentesca a forma di polittico gotico, in terracotta con figure a rilievo, opera di Michele da Firenze attorno al 1440, nonchè un frammento d'affresco che si chiama Madonna della Piazza attribuito a Cristoforo da Modena nel XIV secolo. Al secondo altare ci sono S. Sebastiano tra i Ss Girolamo e Giovanni Battista, tavola di Dosso Dossi del 1522.


La navata mediana è chiusa dall'ambone e dal pontile eseguiti dai maestri campionesi fra il XII e il XIII secolo. Ci sono, sorretti da telamoni e leoni stilofori, notevoli bassorilievi nel parapetto formato da plutei marmorei con evidenti tracce di policromia soprattutto nelle scene della passione. Sopra il pontile, nell'arco trionfale, c'è il famoso crocifisso costruito in legno, nel 1300.


La cripta è ripartita in tre navate costituite da sessanta colonne con capitelli corinzi che riprendono il modello classico e nello stesso tempo esprimono con la nuova sensibilità lo stesso modello. Si pensa che possano essere attribuibili a Wiligelmo e risalgono alla fine dell'XI secolo.


Nell'abside centrale c'è il sarcofago di S. Geminiano, a cui è dedicata la chiesa, che risale al IV secolo.

Nella parte destra c'è la Madonna della pappa, un gruppo in terracotta a più colori fatta da Guido Mazzoni nel 1480 circa.


Il presbiterio è delimitato da una balaustra a doppio ordine di colonnine e conserva il coro intarsiato da Lorenzo e Cristoforo da Lendinara nel 1465.

Nell'abside di sinistra c'è l'incoronazione della Vergine con diversi Santi, polittico di Serafino de Serafini nel 1385. Alla parete sinistra si vedono i quattro evangelisti, tarsie di Cristoforo da Lendinara.





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