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Il Cubismo




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Il Cubismo



Il cubismo rappresenta il movimento d'avanguardia con il quale si apre la fase radicale dell'arte moderna .Il termine deriva da una casuale affermazione di Matisse, che, guardando un quadro di Braque, parlò di 'piccoli cubi'.
Oltre alla lezione formale di Cézanne, che mirava a ridare solidità geometrica alla forma pittorica, fu per essi fondamentale l'arte negra e le sue maschere, di cui colsero l'aspetto concettuale. Sviluppando il processo di disintegrazione della prospettiva, i cubisti non rappresentarono più l'oggetto da un unico punto di vista, ma i una simultaneità di vedute che ne riassumono sulla superficie della tela le tre dimensioni e ne creano una quarta, quella che le fissa nel tempo.




E' questo il principio fondamentale alla base del cubismo vero e proprio. La scomposizione cubista degli oggetti e la loro compenetrazione con lo spazio circostante viene applicata soprattutto a natura morte, come possiamo osservate in Violino, bicchiere, pipa, calamaio (1912).


Il Cubismo si sviluppa con straordinaria rapidità tra il 1907 e il 1914.

Caratteristiche fondamentali di questa nuova corrente sono il rifiuto di due aspetti fondamentali della pittura europea dal Rinascimento in poi:

la norma classica per la rappresentazione della figura umana

la raffigurazione illusoria dello spazio ottenuta secondo la prospettiva da un unico punto di vista.



Un esempio di rottura con la tradizione che scandalizzò i critici tradizionalisti (anche quelli che ormai si erano abituati alla pittura impressionista) è Les demoiselles d'Avignon (1907) di Pablo Picasso (1881-1973). La superficie del quadro non vuole rappresentare in modo illusionistico lo spazio, ma è uno spazio, in cui si organizza una ricostruzione intellettuale della realtà, con effetti fortemente provocatori per la voluta disarmonia della composizione.


Le opere di Pablo Picasso e di Georges Braque sono esemplari del processo adottato dai cubisti per rappresentare la realtà. Il modello perde la sua riconoscibilità oggettiva per essere indagato nelle strutture geometriche essenziali, secondo l'insegnamento di Cèzanne (cubi, cilindri, sfere). Queste, tuttavia, non seguono più la tradizionale coordinazione spaziale e prospettica con un unico punto di vista fisso. Sono invece rappresentate come se l'artista girasse intorno al modello, ritraendolo da posizioni diverse. In questo modo la rappresentazione del volume perde ogni apparenza tridimensionale e si sviluppa tutta sul piano, secondo una fitta trama di linee frantumate e intersecate. Anche il colore abbandona ogni carattere naturalistico per tendere a una monocromia dalle raffinate gradazioni, che contribuisce ad annullare la profondità prospettica.


All'interno della corrente si identificano tre fasi:

Protocubismo dal 1907 al 1910

Cubismo analitico dal 1910 al 1912

Cubismo sintetico dal 1912 al 1914


Protocubismo

In questa prima fase gli oggetti acquistano una morfologia cubica, con divaricazione netta tra le facce in luce e le facce in ombra; essi sono esibiti in primo piano con una specie di zoomata assumendo un carattere macroscopico che tende ad annullare il valore dello sfondo.

I soggetti sono prevalentemente paesaggi, nature morte, figure.

I colori sono caldi, tendenti al legno, utilizzati in gamme monocromatiche che variano da dipinto a dipinto.


Cubismo analitico

Gli oggetti, pur mantenendo una morfologia ancora cubica, aumentano le sfaccettature con il moltiplicarsi dei piani e quindi dei punti di vista. Braque e Picasso fanno uso di brani di scrittura da inserire nell'opera e introducono l'effetto trompe l'oeil, imitando le venature del legno.

I soggetti sono prevalentemente ritratti.

I colori, pur mantenendo una tendenza al monocromo, diventano metallici, leggeri e sfumati ai bordi.


Cubismo sintetico

Gli oggetti divengono sempre più immateriali abbandonando la forma reale per lasciar posto all'idea che ognuno possiede dell'oggetto. Il disegno si fa sempre più esile, lasciando ampi spazi vuoti che vengono riempiti dal trompe l'oeil, collages, inserti di scritte.

I soggetti sono prevalentemente nature morte.

La tavolozza si mantiene quasi immutata rispetto al periodo precedente, mentre aumenta l'uso del collage e la differenziazione dei materiali utilizzati: Braque usa il papier collé più rispondente al carattere mentale delle sue opere, mentre Picasso, più concreto, usa materiali plastici più forti, come ad esempio pezzi incollati di tela incerata che simulano l'intreccio della paglia di una sedia.

Dopo il 1912, il movimento ruppe progressivamente i legami con la realtà .  Anche il colore venne adoperato non più in funzione di esprimere la forma, ma per sottolineare le sue capacità decorative e evocative. Questa seconda fase ebbe inizio con l'inserimento del quadro di elementi come sabbia, carta, giornali, vetro, pezzi di stoffa, che aprì la strada alla concezione dell'opera non come rappresentazione della natura, ma come essa stessa oggetto avente un'esistenza concreta.


Pablo Picasso


Pittore, scultore e incisore spagnolo (Málaga 1881-Mougins 1973). La vicenda artistica di P., svoltasi lungo oltre mezzo secolo, si può identificare in gran parte con quella dell'arte moderna per la molteplicità delle esperienze da lui maturate, per il suo vastissimo lavoro di rielaborazione della cultura antica e contemporanea, per la ricchezza dei contributi e delle indicazioni di ricerca offerti alla cultura artistica in ogni suo campo. Dal padre José Ruiz Blasco, professore di disegno alla Escuela de Artes Oficios di Málaga, P. trasse i primi insegnamenti; dalla madre, Maria Picasso y López (di origine italiana), derivò il cognome. Del primo anno di studi all'Accademia La Lonja di Barcellona è la giovanile opera Scienza e carità (Barcellona, Museu Picasso) eseguita nel 1896-97 secondo le rigorose esigenze del "saggio" accademico. Nel 1897 P. si legò all'ambiente artistico-letterario del cabaret Els Quatre Gats (che accolse poi, nel 1900, la sua prima mostra personale di ritratti) e iniziò a svolgere attività di illustratore per alcune riviste (Catalunya artistica Joventut). Nel medesimo anno frequentò l'Accademia di Madrid e compì il suo primo viaggio a Parigi. Nei quattro anni successivi l'artista bruciò le tappe della sua formazione e condusse a fondo le sue prime e positive esperienze artistiche operando, già con individuabili caratteri personali, nel filone del realismo spagnolo, il superamento del quale si attuò con il secondo viaggio a Parigi nel 1901, anno in cui tenne la sua prima personale da A. Vollard con pitture ispirate ad aspetti della condizione umana, alla cui resa drammatica contribuirono ricordi di Spagna e l'essenzialità di visione di Toulouse-Lautrec. Nel rappresentare la tristezza e la solitudine dell'uomo, temi cari all'artista in questi anni, egli ricorse all'uso di una contenuta monocromia azzurra che ben si adatta alle sue dolorose e malinconiche immagini e che caratterizza quello che fu definito il "periodo blu", protrattosi fino alla primavera del 1904. Le opere di questo momento si distinguono, oltre che per i colori lividi e freddi, anche per il disegno più sobrio e sicuro e per la semplificazione delle forme (Ritratto di Jaime Sabartés, 1901, Mosca, Museo Puskin; Bevitrice d'assenzio, 1901, San Pietroburgo, Ermitage). Alla fine del 1902 P. ritornò per la terza volta a Parigi, esponendo da Berthe Weill e nuovamente da Vollard. All'inizio del 1903 P. lavorò a Barcellona, condividendo lo studio di A. F. Soto. Tra i numerosi capolavori (oli, guazzi, pastelli, acquerelli) di questo periodo spiccano Il vecchio ebreo (1903, Mosca, Museo Puskin) e Il vecchio chitarrista cieco (1903, Chicago, Art Institute), dove il ricordo più forte di El Greco dissipa ogni influenza di Toulouse-Lautrec. Nella primavera del 1904 l'artista lasciò la Spagna per trasferirsi definitivamente a Parigi, dove trovò studio presso Paco Durio, a Montmartre, nell'edificio divenuto poi famoso come Bateau-lavoir, dove fu attivo uno dei primi gruppi del cubismo. A Parigi P. rinsaldò precedenti amicizie (Max Jacob) e ne fece di nuove (Apollinaire, Gertrude Stein e il fratello Léo, il russo Schukin), ottenendo una crescente stima per la sua opera, che fin da quest'epoca diede il via al collezionismo. Il mondo del circo (in particolare quello offerto dall'allora famoso Medrano) fu tema ricorrente della maggior parte delle opere di quegli anni: saltimbanchi, giocolieri, acrobati e arlecchini sono un po' i fantasmi delle sue immagini pittoriche "azzurre" e di quelle successive realizzate con quel morbido color di incarnato che caratterizzò, tra il 1905 e il 1906, il "periodo rosa" (La famiglia dell'acrobata, 1905, Göteborg, Göteborgs Konstmuseum; La toilette, 1906, Buffalo, Albright-Knox Art Gallery). Abbandonata l'amarezza delle prime visioni, P. sostituì alle linee severe un dolce modellato, più solido, che esprime un lirismo plasticamente organizzato. A questa trasformazione non fu estraneo l'influsso della scultura; essa si realizzò dopo il viaggio dell'artista in Olanda, a Schooridam, nell'estate del 1905, dove fu ospite dell'amico scrittore Tom Schilperoort, e dove maturarono i presupposti della prima autentica prova scultorea di P. (Il buffone, 1905, Parigi, Musée National d'Art Moderne). Nella gamma dei toni rosati particolari effetti plastici emergono in numerosi dipinti di questo periodo, tra cui I saltimbanchi (Washington, National Gallery) e la Fillette à la boule (Mosca, Museo Puskin), ambedue eseguiti nel 1905. La medesima concezione di ricerca di risalto plastico appare documentata nelle opere grafiche di questo periodo. Se l'incontro con Matisse nel 1906 parve caricare la componente emozionale sulla spinta della pittura esaltante dei fauves questa si placò in breve tempo, durante il soggiorno dell'artista in Spagna, dove fu piuttosto sensibile a sollecitazioni della primitiva scultura iberica: ne fa fede la concisa e plastica immagine del Ritratto di Gertrude Stein (1906, New York, Metropolitan Museum), dove interviene una sottile ma decisa riflessione critica sulla ricerca di resa di valori plastici e del colore. Le opere immediatamente successive concludono il "periodo rosa" e recano le prime avvisaglie della ricerca cubista. Nel 1907, anno di incontro con Kahnweiler, Braque e Derain, l'artista realizzò, dopo meditata e laboriosa gestazione, il famoso dipinto Les demoiselles d'Avignon (New York, Museum of Modern Art), vessillo del nascente cubismo e opera decisiva per le future sorti dello svolgimento dell'arte moderna. Esso nacque nell'anno (1907) in cui si tenne a Parigi la grande retrospettiva di Cézanne, morto nel 1906, la cui opera segnò il punto in cui si incontravano e si dipartivano le passate esperienze dell'impressionismo e quelle nascenti del cubismo, le quali si alimentavano anche delle scoperte della scultura negra, del ricordo dell'arte romanica catalana e, ancora, della scultura iberica e della pittura di El Greco (Nudo con drappeggio, 1907, San Pietroburgo, Ermitage). Tra il 1907 e il 1908 P. visse l'intenso travaglio e la ribellione da cui scaturì il tracciato di tutta l'arte moderna. Con Braque, P. ricercò la soluzione al problema della terza dimensione «riportando alla superficie piana della tela lo stesso spazio», e le tappe di questa ricerca sono segnate nella resa volumetrica dei geometrici e sfaccettati paesaggi eseguiti da P. nell'estate del 1908 a La Rue-des-Bois. I primi e autentici paesaggi cubisti dell'iniziale fase analitica (che seguì quella cézanniana e precedette quella sintetica; v. cubismo) furono quelli eseguiti da P. nell'estate del 1909 a Horta de Hebro (Fabbrica a Horta de Hebro, San Pietroburgo, Ermitage) in cui la moltiplicazione della focalità visuale si evolse poi in un più frantumato spezzettamento degli angoli visivi (Ritratto di D. H. Kahnweiler, 1910, Chicago, Art Institute of Chicago) fino alla totale deflagrazione raggiunta negli anni 1911-12 (Donna con chitarra, ma jolie, New York, Museum of Modern Art), epoca in cui l'artista, nel suo soggiorno a Céret (altro luogo fondamentale per la storia del cubismo), ebbe il momento di maggiore contatto con la pittura di Braque, che di quel movimento fu il teorico più convinto. Dopo una mostra cubista in Germania nel 1910, P. tenne nel 1911 la sua prima personale negli Stati Uniti (nello stesso anno Kahnweiler pubblicò il libro di Max Jacob Saint-Matorel con incisioni di P.). Nel 1912 fu attivo ad Avignone, a Céret e poi a Sorgues, dove, ancora a stretto contatto con Braque, diede vita alle maggiori opere cubiste, iniziando il collage (Natura morta con sedia impagliata, 1912, Parigi, Musée Picasso), invenzione che, accanto a quella del papier collé di Braque, ebbe importanti conseguenze nello sviluppo dell'arte dadaista e poi surrealista. L'interesse nuovo per l'oggetto banale appare esemplificato da P. nella concreta trasposizione plastica della pittura cubista realizzata nell'opera in lamiera Chitarra (1912, New York, Museum of Modern Art). Negli anni 1913-14, segnati ancora da soggiorni di P. a Céret e ad Avignone in compagnia di Braque, Derain e J. Gris, maturò l'esperienza del cubismo sintetico, per cui l'oggetto tende a essere ricostruito in piani semplificati. Opere significative di questi anni sono Foglio di musica e chitarra (1912-13, Parigi, Musée National d'Art Moderne), Donna in poltrona davanti al caminetto (1914, Parigi, Musée National d'Art Moderne), Bicchiere di assenzio (1914, scultura policroma, New York, Museum of Modern Art) e Arlecchino (1915, Parigi, Musée National d'Art Moderne). L'incontro di P. con Cocteau e l'attività nel campo teatrale (costumi e bozzetti per gli spettacoli della compagnia dei Balletti Russi di Djagilev: Parade, Tricorne Pulcinella, ecc.) furono motivo di "distrazione" ma anche di rinnovamento per l'artista, che pur legato alla tematica cubista alla quale si ispirò fino al 1925 seppe riscoprire l'antichità classica e il Rinascimento italiano (nel 1917 soggiornò a Roma, Napoli, Pompei, Firenze), dando della prima una trascrizione in chiave ironica con Tre donne alla fontana (1921, New York, Museum of Modern Art) di poco posteriore a quello che viene considerato il suo fondamentale documento del cubismo sintetico, cioè I tre musici, eseguito nello stesso 1921 (New York, Museum of Modern Art). Nel 1925, esaurita l'ispirazione cubista, P. approdò al surrealismo (La Danza 1925, Londra, Tate Gallery). Le esperienze successive dell'artista, dalle piccole composizioni di acceso cromatismo eseguite nel 1928 a Dinard fino alle creazioni del cosiddetto "periodo dei mostri" (Donna in riva al mare, 1930, New York, Museum of Modern Art) costituiscono imprevedibili superamenti di un linguaggio artistico destinato a sempre rinnovarsi quale punto di riferimen to e di aggiornamento per l'arte moderna mondiale. Alla ricchezza cromatica corrisponde una sempre più approfondita semplificazione formale che meglio si evidenzia nell'opera grafica (acqueforti per le Metamorfosi di Ovidio e per la serie della Tauromachia) e nella scultura (Testa di donna, 1932, Parigi, Musée Picasso), attuata sul movente del recupero della forma secondo il suggerimento del modello classico (Musa, 1935, Parigi, Musée National d'Art Moderne). I riconoscimenti all'artista in questo periodo appaiono unanimi e incondizionati attraverso il successo delle mostre tenute a Parigi e nei maggiori centri europei, compresa la Spagna, dove egli nel 1934 soggiornò riprendendo il prediletto tema della corrida (Corrida, 1934, Atherton, California, collezione privata). Dopo la parentesi surrealista P. fece emergere in tutta pienezza di segno e di colore il suo fondo espressionista con il capolavoro, riassuntivo della moderna interpretazione degli orrori della guerra, di Guernica (1937, Madrid, Centro Reina Sofía), ispirato al bombardamento tedesco del piccolo villaggio spagnolo. Tragica immagine e potente denuncia dei massacri della guerra civile, questo quadro quasi monocromo dove ogni figura è innalzata al rango di simbolo fu frutto di un centinaio di studi preparatori. All'esasperato espressionismo di Guernica si ispirarono molte altre opere dell'artista, fino a quell'apertura di paesaggio "magico" della Pesca notturna ad Antibes (1939, New York, Museum of Modern Art), omaggio alla pace perduta. Nel periodo della II guerra mondiale, durante il quale fu attivo a Parigi, P. scrisse un lavoro teatrale (Le désir attrapé par la queue) rappresentato nel 1944, anno in cui l'artista aderì al Partito comunista. Una sua grande mostra si tenne nel 1945 al Victoria and Albert Museum di Londra; nel medesimo anno venne fondato ad Antibes il Museo Picasso nel palazzo Grimaldi. Negli anni del dopoguerra l'attività di P. si esplicò in molteplici settori. Oltre alla numerosa produzione litografica degli anni 1945-46 (più tardi si dedicò anche alla linoleografia), particolarmente copiosa e intensa fu la sua opera di ceramista, iniziata a Vallauris nel 1947, che lo portò a modellare centinaia di pezzi estrosi nella forma e nella decorazione: vasi a forma di testa, bottiglie a forma di donna, animali vari (soprattutto civette), piatti incisi e dipinti, ecc. Non meno importante in questi anni fu l'attività scultorea dell'artista, che rivelò anche nell'arte tridimensionale una straordinaria capacità inventiva, feconda di sviluppi. Tra le opere più note (soprattutto animali) è la Capra (1950, New York, Museum of Modern Art), assemblage di oggetti "trovati", o di uso comune, fusi poi in bronzo. Del 1949 è la celebre Colomba della pace disegnata per il manifesto del Congresso della Pace Mondiale a Parigi. Gli avvenimenti politici dell'inizio degli anni Cinquanta sono documentati nel Massacro della Corea (1951) e nei due pannelli della Guerra e della Pace eseguiti quest'ultima nel 1952 per la cappella di Vallauris. Seguirono poi i cicli delle "variazioni", dalla serie sulle Donne di Algeri di Delacroix (1954-55) a quella su Las Meniñas di Velázquez (1957) fino a quelle dedicate al Déjeuner sur l'herbe di Manet (1961) e al Ratto delle Sabine di Poussin, eseguita quest'ultima nel 1962, anno in cui P. ottenne il premio Lenin per la Pace. Tema costante degli anni Sessanta è la composizione Pittore e modella caratterizzata da affettuose annotazioni sentimentali sommerse da empiti sensuali ed erotici che restituiscono l'intimo temperamento dell'uomo e la possente misura dell'artista, non insensibile alle suggestioni del paesaggio e del sentimento. Nel 1963 fu realizzato, per iniziativa dell'antico amico e poi fedele segretario Jaime Sabartés, il Museo Picasso a Barcellona. La serie di grandi mostre organizzate in tutte le parti del mondo, vivente l'artista, si concluse, dopo la sua morte, con la grande rassegna di ca. 210 opere (eseguite nel periodo compreso tra il 1970 e il 1972) presentate nel 1974 ad Avignone nel Palazzo dei Papi.




Guernica: E' la protesta, carica di accenti tragici contro la violenza e la morte, un'opera piena di forte significato politico e sociale. Picasso, che si era schierato con i repubblicani nella Guerra Civile, scelse questo tema per il quadro che il Governo Repubblicano lo aveva incaricato di raffigurare per l'Esposizione di Parigi del 1937. Venne a conoscenza dell'atroce bombardamento perpetrato dall'aviazione tedesca sulla popolazione di Guernica nel 26 aprile del 1937: decise di rappresentare questa tragedia sulla tela a lui commissionata. La realizzò in poco meno di due mesi e, grazie ad alcune foto della pittrice Dora Maar, si conoscono le varie tappe del suo lavoro. Già in giugno, la grande tela fu collocata nel Padiglione Spagnolo della Esposizione. Il quadro passò poi al Museo di Arte Moderna di New York. Fino al 1981 non é potuto arrivare in Spagna, al Museo del Prado, se non dopo lunghe trattative con gli eredi del pittore. L'attenzione è suscitata dalla semplificazione cromatica a solo due colori, il bianco e il nero, ed il miscuglio di grigi; e, soprattutto, il carattere scardinato delle figure: donne, una delle quali regge il figlio morto tra le braccia, un guerriero morto ed abbattuto sul suolo, un cavallo e un toro, in quello che si vuole vedere in simbolo di Spagna, e una colomba, quella della pace, ferita mortalmente. Per la sua carica tragica e per il suo sentimento contro la guerra, si considera questa tela simbolo dell'arte del nostro tempo.





Le demoseilles d'Avignon: In quest'opera Picasso, attraverso l'abolizione di qualsiasi prospettiva o profondità, abolisce lo spazio: si simboleggia perciò una presa di coscienza riguardo una terza dimensione non visiva, ma mentale. Nella realizzazione delle figure centrali Picasso ricorda la scultura iberica, mentre nelle due figure di destra è evidente l'influsso delle maschere rituali dell'Africa. Soprattutto la figura in basso, con gli occhi ad altezza diversa, la torsione esagerata del naso e del corpo, evidenzia come Picasso sia giunto alla simultaneità delle immagini, cioè la presenza contemporanea di più punti di vista.



Ritratto di Ambroise Vollard: Questo collezionista e mercante d'arte amico di Picasso, si prestò per questo ritratto cubista., dove appare evidente l'intento di Picasso di evidenziare la dimensione concettuale rispetto alla verosimiglianza fotografica. La composizione è resa attraverso il frazionamento del personaggio e dello sfondo che risultano quindi sullo stesso piano. Perciò qui il cubismo si profila come una ricerca, attraverso un espediente grafico (il frazionamento), della Realtà delle cose


Natura morta con sedia impagliata : Picasso rappresenta una natura morta costruendola con l'aggiunta di materiali veri. Il ritaglio di tela cerata, al posto della raffigurazione pittorica, crea l'intreccio dell'impagliatura di una sedia del tempo, conferendo concretezza al soggetto che rimane comunque nell'ambito della rappresentazione. 'La sostanziale monocromia dell'insieme, la forma insolitamente ellittica (comune ad altre opere del periodo cubista) e la semplice fune usata al posto della cornice rappresentano altri richiami intenzionali al problema della forma che si fa materia e della materia che prende forme nuove ed estranee alla sua natura.


George Braque

Braque nasce il 13 maggio 1882 ad Argenteuil-Sur-Seine, in seguito si trasferirà a Le Havre con la famiglia. Figlio di un artigiano, a 17 anni lascia gli studi per perfezionarsi nel mestiere paterno, e segue vari corsi di belle arti a Le Havre. Conosce Matisse e Deraine, in seguito esporrà al salone 'Degli Indipendenti' (1906-1907). Un critico visita il suo studio e gli propone un contratto, che Braque firmerà; questo stesso critico lo accompagna da Picasso, per merito del quale Braque inizierà la sua avventura cubista. Inizialmente, i dipinti da lui mandati al 'Salone D' Autunno',sono respinti, perciò gli viene organizzata una mostra personale. La sua amicizia con Picasso si fa più stretta, ed inizia una lunga fase di lavoro in comune. Nel 1948 riceve il Gran Premio della Biennale; tra il '52 ed il '53 decora il soffitto della sala 'Enrico II' al Louvre. Muore il 31 agosto del '63 quando già era unanimamente riconosciuto come uno dei maggiori esponenti dell' arte del nostro secolo.


Il Portoghese: Opera fra le più significative di Braque, ne presenta tutte le principali caratteristiche: la presenza di lettere (la simulazione dei caratteri tipografici identici a quelli della stampa di un quotidiano che annuncia un'Bal')e note musicali, ovviamente rielaborate, che ci comunicano come qualsiasi forma d' arte, anche la più astratta, non possa prescindere da elementi reali: attraverso esse, l'autore riconduce lo spettatore, dopo il viaggio artistico, alla realtà.


Le quotidien, il violino e la pipa: La sperimentazione di nuovi materiali si fa decisamente più forte con l'uso del papier collé. Braque ritaglia direttamente dal giornale i caratteri tipografici, pur non rinunciando a personalizzarli con tinteggiature brune simili al legno.
Anche il violino e la pipa sono resi attraverso il papier collé.


I 2 pendant "violino e tavolozza" e "pianoforte e mandola" dipinti nell'inverno 1909-1910 sono classici esempli della fase iniziale del cubismo.

In entrambi i quadri gli oggetti rappresentati sono facilmente identificabili nonostate la loro forma sia stata scomposta.

Braque sostenne infatti che questa scomposizione gli permetteva di "stabilire un un elemento spaziale oltre a un movimento spaziale" e anche che scelse di raffigurare strumenti musicali non solo perchè ne era circondato nel suo studio ma anche perchè stava "lavorando in direzione di uno spazio tattile [] e gli strumenti musicali hanno il vantaggio di animarsi quando qualcuno li tocca".

Le due nature morte sono collocate in uno spazio relativamente compresso e le loro forme sono rese con colori neutri, soprattutto grigi e marroni.

Con questa limitazione dell'elemento coloristico, grazie all'impiego d'una gamma cromatica mitigata , Braque e Picasso possono concentrarsi su una nuova concezione dello spazio e sulla scomposizione degli oggetti in piani sfaccettati e sugli altri problemi essenzialmente estetici del Cubismo Analitico


Marcel Duchamp

Marcel Duchamp nacque nel 1887 a Blaineville e morì nel 1968 a Neuilly. Il suo primo lavoro spaziava in tutti gli stili dell'epoca, dal post-impressionismo al fauvismo, e poi ad opere che sembrano in rapporto sia con il cubismo che il futurismo, anche se egli stesso dichiarò che i suoi interessi erano altri. Il suo rapporto con i cubisti era in effetti attraversato da conflitti, come emerge dalle obiezioni che condussero al suo ritiro del Nudo che scende le scale dal ventottesimo Salon des Indépendants, tenuto a Parigi nel febbraio del 1912. Quest'opera doveva tuttavia renderlo famoso, quando fu esposta l'anno dopo a New York allo Armory Show.
Duchamp comunque non era soddisfatto della pittura in sé presa; egli sapeva forse che la ricerca dei presupposti e concetti per lui fondamentali richiedeva una serie di strumenti molto più radicale di quanto la pittura potesse offrire. Decise allora nel 1913 di abbandonare la pittura, rivolgendo la sua attenzione nel decennio successivo al suo Grande Vetro, La sposa messa a nudo dai suoi scapoli, anche, che nel 1923 venne definitivamente dichiarato incompiuto.
Duchamp è naturalmente più famoso come l'uomo che disegnò baffi e pizzetto sulla Gioconda, completando l'affronto con la salace didascalia L. H. O. O. Q. (che sta per Elle a chaud au cul). Oppure egli è l'uomo che montò una ruota di bicicletta a rovescio su uno sgabello da cucina, o che convertì in opera d'arte un asciugabottiglie o un urinale o una pala da neve, decidendo semplicemente che questo era ciò che voleva fossero. Questi gesti vengono ancor'oggi intesi quali provocazioni, anche se è certamente difficile dire chi essi dovessero provocare. Il pubblico di Duchamp era molto ristretto, ed egli esponeva il suo lavoro il meno possibile. Di L. H. O. O. Q. diceva che era una specie di scherzo Dada, perpetrato con la collaborazione di Picabia e pubblicato sulla copertina della rivista di Picabia 391, e sicuramente vi era malizia nell'invio dell'urinale 'Fontana' alla mostra della Society of Independent Artists di New York nel 1917, ma rimane tuttavia il fatto che la storia dei suoi vari Ready-mades è in buona misura la storia dei modi in cui essi vennero smarriti. Gli originali della Ruota di bicicletta del 1913, dello Asciugabottiglie del 1914, la pala da neve In anticipo sul braccio rotto del 1915, l'urinale Fontana del 1915, lo 'Articolo Pieghevole da Viaggiatore' Underwood del 1916 sono andati tutti perduti, e lo stesso è vero per gran parte dell'opera di Duchamp in questo periodo. Anche se molto ammirato dai dadaisti e futuristi, fin verso gli anni quaranta egli fu famoso soprattutto per la sua pubblica ripulsa dell'arte a favore dei tornei di scacchi, di cui era buon giocatore. Da allora tuttavia la sua reputazione non ha smesso di crescere, ed egli viene considerato oggi come uno degli artisti più influenti del ventesimo secolo. La sua immaginazione fredda ma di grande respiro, il suo gusto dell'oggettività e disprezzo per i valori puramente estetici, non meno del suo insistere sull'autonomia intellettuale dell'artista e sulla corresponsabilità del pubblico nell'esistenza del suo lavoro (che egli stesso non avrebbe chiamato 'opera d'arte'), hanno fatto di lui un esempio per le varie correnti di pensiero non-formalista che hanno dato prova di tanta tenacia a partire dalla fine degli anni sessanta.


Duchamp: giovane triste in treno




Questo dipinto che Duchamp, identifica come autoritratto, è probabilmente iniziato nel dicembre del 1911  a Neuilly ,quando l'artista quando l'artista va già elaborando le idee per il discusso "Nudo che scende una scala", e quì D. manifesta il suo interesse, transitorio ma intenso , per il Cubismo nella tavolozza sobria ,nell'enfasi sulla superficie piatta della tela e nel subordinar la fedeltà rappresentativa alle esigenze della composizione astratta.

L'interesse primario di D. in questo dipinto è la descrizione di due movimenti, quello del treno sul quale si trova il giovane e il suo stesso movimento ondeggiante.

Il moto in avanti del treno è suggerito dal moltiplicarsi delle linee e di volumi della figura, forma semitrasperente attraverso  la quale si vedono i finestrini, anch'essi trasparenti, che si presume mostrino un confuso paesaggio "in movimento".

Il moto ondeggiante della figura stessa è reso da una serie di ripetizioni in direzione contraria.

Queste 2 sequenze di immagini replicate richiamano gli effetti della cronofotografia ,  della quale D. riconobbe l'influenza e le relative idee dei futuristi italiani, delle quali l'artista è almeno a conoscenza.

Qui usa questo espediente formale non solo per illustrare il movimento ,ma anche per  integrare la figura nell'indistinto ambiente che la circonda, al quale essa, con il suo incontrollato ondeggiare, conferisce un senso di malinconia.

Poco dopo la realizzazione di questo e altri e simili lavori, D. perde interesse per il Cubismo ed elabora il suo eccentrico vocabolario meccanomorfico, con il quale precorre alcuni aspetti del Dada.


ROBERT DELAUNAY


Robert-Victor-Felix Delaunay  nasce a Parigi il 12 aprile 1885 dopo la scuola secondaria nel 1902 lavora come apprendista scenografo a Belleville , nel 1903 inizia a dipingere enl 1904 e 1906 espone al Salon d'Automne.

Tra il 1905 e il 1907 stringe amicizia con Rousseau e Metzinger, studia le teorie sul colore di M. Chevreul , risente dell'influenza di Cezanne e la sua pittura è neoimpressionista.

Dopo aver prestato il servizio militare nel 1908 torna a parigi ed entra in contatto con gli artisti che daranno vita al Cubismo che influenzano la sua opera, tra il 1909 e il 1910 sviluppa il suo stile personale e dipinge la prima Tour Eiffel, in questo periodo sposa Sonia Terk che sarà sua collaboratrice.

Nel 1911 è presente alle mostre tedesche  e collabora con l'avanguardia della Germania , è invitato da Kandinsky alla prima mostra Blaue Reiter e diviene amico di Apollinaire, Le Fauconnier e Gleizes.

Nel 1912 espone alla parigina galerie Barbazanges è inizia la serie delle "Finestre" il cui lirismo cromatico ispirerà il termine "orfismo" ad Apollinaire con il quale definisce l'opera di Delaunay.

Nel 1913 mostra personale a Berlino e dipinge le "forme circolari"

Tra il 1914 ed il 1920 vive in Spagna e Portogallo e stringe amicizia con Diego Rivera ,Stravinsky, Massine, Djagilev.

Nel 1920 torna a Parigi e nel 1922 si tiene una sua grande mostra, inizia la seconda serie di "tour Eiffel" , nel 1924 "i corridori" e dal 1925 al 1938 cura le decorazioni e gli affreschi di diversi "palais" dell'esposizione universale d'arti di Parigi e nel 1941 muore a Montpellier.

Saint-Severin N°3


Delaunay eseguì nel 1909-10 sette grandi tele e vsriati disegni raffiguranti la chiesa di S.Severin . questi costiutiscono quindi la prima serie che si ritrovi nella sua opera.

Come le altre versioni , la "Saint-Severin n°3" raffigura il deambulatorio del '400 con le sue volte acute , i suoi archi gotici , le sue vetrate istoriate.

D. scelse un angolazione che gli consentisse di descrivere archi a punta e colonne sporgenti nel punto dove il deambulatorio il deambulatorio compie la sua curva intorno al coro e inoltre gli permettesse di rappresentare i colori creati dai riflessi di luce dalle finestre istoriate.

La tavolozza monocromatica del dipinto ospitato al museo Guggenheim va accostata all'opera di Cezanne.

Infatti D. Collocò la tematica di S. Severin in un periodo di transizione da Cèzanne  al Cubismo.


Torre Eiffel


Costruita nel 1889 quale simbolo del progresso tecnologico, la Torre Eiffel richiamò l'attenzione di quei pittori che cercavano di definire nella loro opera l'essenza della  modernità.

D. nel corso del 1922 fece 51 tentativi di raffigurare la torre prima di giungere a una soluzione che lo soddisfacesse poiché lui voleva interpretare la torre plasticamente , nel suo celebre dipinto ha scomposto la torre  per poter accedere all'interno delle sue strutture , l'ha mozzata e l'ha inclinata per poterne svelare tutti i 300m d'altezza.

La sintassi pittorica grazie a cui D. Rende la Torre Eiffel da più prospettive simultanee è essenzialmente cubista.

In questa tela le forme mutevoli e frammentate della torre e degli edifici adiacenti fanno esplodere verso l'interno , per così dire, un tessuto globale di piani interconnessi.

Qui tuttavia non viene messa in rilievo solamente l'interazione tra i vari elementi architettonici raffigurati da angoli visivi multipli , ma vengono evidenziati anche gli effetti atmosferici che la luce crea sulla città di Parigi.

La serie della torre Eiffel di D. Sancisce la transizione da delle rappresentazioni semimimetiche dello spazio urbano a delle astrazioni basate sull'analisi dello spettro cromatico.

Per Guillaume Apollinaire queste ultime creazioni appartenevano a una nuova categoria estetica definita dal poeta "Orfismo".


La Ville


La composizione della "Città" probabilmente deriva da una fotografia ,che D. Aveva visto, con la Torre Eiffel vista dall'angolo sudoccidentale della cima dell'arco di Trionfo.

Ciò nonostante il pittore vi aggiunge ai lati quelle tende di cui spesso fa uso nella sua opera.

Eccettuate le 2 tende che incorniciano entrambi i lati , la raffigurazione si colloca in una profondità non grande ma indefinita.

Il dipinto evidenzia l'accostamento di D.  Al Cubismo: la tavolozza controllata, in particolare, è partecipe dell'austerità cromatica cubista. Tuttavia, a differenza del Cubismo di Picasso che è essenzialmente una forma d'espressione grafica, il tratto non ha alcuno ruolo nella pittura di D..

Sono la luce e il suo effetto sul colore i fattori compositivi determinanti.

Per raggiungere una modulazione frammentata del campo pittorico D. Si serve di quella tecnica "pointilliste", simile a un mosaico che aveva già praticato precedentemente sotto l'influsso di Cross  e Signac.



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