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Il barocco in europa




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Il BAROCCO IN EUROPA


Arte barocca in Spagna

In Spagna, i primi segnali della presenza di uno stile barocco si dovettero all'influsso esercitato dalla tradizione della pittura italiana, in particolare di Tiziano, di Tintoretto, di Federico e Taddeo Zuccari, e, soprattutto, di Caravaggio.
A Valencia, un certo gusto barocco e naturalistico è visibile nell'opera di Francisco Ribalta, influenzato da Jusepe de Ribera protagonista del barocco napoletano. Siviglia e Madrid divennero i due centri principali dell'arte barocca spagnola. Agli inizi del XVII secolo le caratteristiche barocche emersero, ad esempio, nei dipinti di Juan de las Roelas, Francisco Pacheco e Francisco de Herrera il Vecchio. Nelle opere di Francisco de Zurbarán, stabilitosi a Siviglia nel 1629, le composizioni barocche più impressionanti e profondamente toccanti sono quelle caratterizzate da una rappresentazione realistica del soggetto religioso. Zurbarán operò quasi esclusivamente su commissione per conventi e monasteri. Il suo stile, negli anni della maturità, fu influenzato dal gusto più pacato di Bartolomé Estéban Murillo.
Le opere di Caravaggio erano note a Siviglia già nel 1603; la loro popolarità si deve in parte alla forte influenza realistica che esercitarono sull'opera del più grande pittore barocco spagnolo, Diego Velázquez chiamato a Madrid nel 1623 come ritrattista alla corte di Filippo IV, incarico che conservò per tutta la vita. Velázquez fu inoltre apprezzato per le composizioni di carattere storico e mitologico e per la sua opera di architetto e decoratore.
Altro importante artista della generazione di Velázquez, anch'esso andaluso, fu Alonso Cano, uno dei pochi pittori spagnoli a dipingere nudi. Il tardo barocco di Siviglia è meglio rappresentato da Juan de Valdés Leal, le cui due Vanitas (1672) nell'Hospital de la Caridad di Siviglia impressionano per la raffigurazione realistica e quasi morbosa degli scheletri e dei cadaveri in via di decomposizione. A Madrid fra le ultime generazioni di pittori barocchi si ricordano Francisco Rizi, Juan Carreño de Miranda e Claudio Coello, artisti chiaramente influenzati dallo stile barocco italiano.
La scultura barocca derivò invece dalle tradizionali opere su legno e gli artisti si concentrarono in particolare sulla creazione di retablos (pale d'altare). Gregorio Fernández, che operò principalmente a Valladolid, fu il più importante scultore della Spagna centrale, mentre la scuola meridionale è meglio rappresentata da Juan Martínez Montañés e Juan de Mesa, a Siviglia, Pedro de Mena e Alonso Cano, a Granada.
L'architettura spagnola del primo barocco riprende lo stile del palazzo-monastero dell'Escorial (1563-1582), presso Madrid. La facciata della cattedrale di Granada, progettata e realizzata da Cano, presenta alcuni elementi classici, ma nelle decoratissime superfici introduce lo stile rococò. I palazzi barocchi più significativi si trovano in Andalusia; è tipico l'ospedale di Siviglia de Los Venerables Sacerdotes (1687-1697) progettato da Leonardo de Figueroa. Nel resto del paese il churriguerismo - una tendenza di intensa esuberanza decorativa che prende il nome dalla famiglia di architetti Churriguera - è evidente negli edifici dalle fastose decorazioni di Barcellona, Madrid e soprattutto Salamanca.
Al seguito della colonizzazione, il barocco spagnolo (e lo stile portoghese in Brasile) si diffuse molto nelle colonie dell'America centrale e meridionale. Tra i centri più importanti per il fiorire dello stile vi furono il Messico, Antigua, in Guatemala, Cuzco e Lima in Perù.

Barocco fiammingo

Il barocco fiammingo è dominato dalla brillante personalità di Pieter Paul Rubens. Lo stile pittorico degli anni giovanili si formò sull'esempio di Caravaggio, Carracci e Michelangelo. Lo stile maturo dell'artista, caratterizzato dalla grande ricchezza cromatica, dalle composizioni dinamiche e dalle voluttuose figure femminili, segnò l'apogeo della pittura barocca del Nord, di cui il celebre ciclo di 21 tele della Vita di Maria de' Medici (1621-1625, Louvre, Parigi) può essere considerato il compendio. Fra gli allievi di Rubens, quello di maggior talento fu Antonie van Dyck, autorevole pittore di corte e dell'aristocrazia, fra le cui opere si annovera il Ritratto di Carlo I in abito da caccia (1635 ca., museo del Louvre, Parigi). Jacob Jordaens e Adriaen Brouwer sono particolarmente noti per le realistiche scene di vita campestre, soggetto trattato anche da altri artisti fiamminghi quali David Teniers e l'olandese Adriaen van Ostade.
Gli scultori del barocco fiammingo traevano spesso ispirazione dall'arte italiana: così fu per lo stile di Artus Quellinus, il quale risente comunque della lezione di Rubens, mentre François Duquesnoy collaborò addirittura con Bernini a Roma. Il gusto italiano è altresì visibile nell'architettura fiamminga di cui un esempio è l'ex chiesa gesuita di San Carlo Borromeo (1615-1621, ora museo) ad Anversa.

Barocco olandese

Paesaggi, nature morte, animali e scorci architettonici erano soggetti ampiamente rappresentati nella pittura barocca olandese. Fra il XVII e l'inizio del XVIII secolo molti artisti olandesi, fra cui Hendrik Goltzius adottavano ancora il linguaggio manierista. Lo stile caravaggesco giunse qualche tempo dopo al seguito di artisti, fra cui Gerrit van Honthorst e Hendrik Terbrugghen, tornati in patria dopo aver lavorato in Italia. Negli anni Venti del XVII secolo il naturalismo si era ormai affermato tra i pittori di Utrecht e il secolo del barocco fu il periodo aureo dell'arte olandese. In quegli anni e nei successivi Frans Hals produsse ritratti notevoli, spesso commissionati dalle milizie locali, secondo un genere iniziato da Rembrandt nella famosa Ronda di notte (1642, Rijksmuseum, Amsterdam). L'uso della luce vivida che si staglia sullo sfondo scuro, la pennellata efficace e vibrante, la raffigurazione dei soggetti realistica e al tempo stesso emotivamente coinvolgente, sono peculiari dell'arte di Rembrandt.
La convincente riproduzione di un'atmosfera psicologica e la magistrale padronanza degli effetti di luce diffusa, sono i tratti distintivi dell'opera di Jan Vermeer.
Fino al 1650 la scultura olandese rimase manierista; lo stile barocco fu infine introdotto dagli scultori fiamminghi e, in particolare, da Quellinus nel municipio di Amsterdam, ora Palazzo Reale.

Barocco inglese

La pittura barocca in Inghilterra fu dominata dall'influenza di Rubens e Van Dyck, che ispirarono un'intera generazione di ritrattisti. La scultura inglese fu ugualmente influenzata dallo stile italiano e fiammingo. All'architetto Inigo Jones, che studiò in Italia il classicismo di Andrea Palladio, si deve infine l'introduzione, nel XVII secolo, dello stile palladiano in Inghilterra. Ne è un chiaro esempio la Banqueting House (1619-1622, Londra) ove si trova lo splendido affresco, Allegoria della pace e della guerra (1629), di Rubens. Anche Christopher Wren, che influenzò l'architettura in Inghilterra e nelle colonie americane per oltre un secolo, soggiornò a lungo in Italia: i suoi progetti per la cattedrale di San Paolo (iniziata nel 1675), a Londra, rivelano lo studio dell'opera di Bramante, Borromini e altri architetti italiani.

Barocco francese

All'inizio del XVII secolo, in Francia, la scuola manierista di Fontainebleau era ancora attiva. Le scene a lume di candela di Georges de La Tour, tuttavia, suggeriscono l'influenza del Caravaggio. Il naturalismo barocco si sviluppò nelle opere di Valentin de Boulogne, che aveva vissuto in Italia, e di coloro che vennero in contatto con il realismo fiammingo, come i fratelli Le Nain e Philippe de Champaigne. Di estrema importanza per la storia della pittura barocca francese è il classicismo di Nicolas Poussin; sebbene l'artista avesse trascorso gran parte della sua carriera a Roma, il suo influsso - e quello del compatriota Claude Lorrain - fu determinante per gli sviluppi della pittura francese. Tra gli scultori, si ricordano Pierre Puget, François Girardon e Antoine Coysevox i cui ritratti esprimevano un marcato classicismo. Verso la fine del secolo il classicismo si combinava al gusto del primo barocco, come appare negli affreschi di Charles Lebrun, le architetture di Louis Le Veau e il disegno dei giardini di André Le Nôtre che ornano il castello di Vaux-le-Vicomte (1661) e l'immensa reggia di Versailles. Un progetto altrettanto grandioso, di grande raffinatezza ed equilibrio, fu l'ampliamento (1667-1673) del Louvre a opera di Louis Le Vau, Lebrun, Claude Perrault e altri.


Barocco austriaco e tedesco


Due maestri della pittura barocca tedesca sono Adam Elsheimer, che, trasferitosi a Roma nel 1600, lavorò seguendo i canoni classici e fu fortemente influenzato dai pittori italiani, e Johann Liss, che operò a Venezia e a Roma.
La scultura del XVII secolo nei paesi di lingua tedesca conservava ancora un aspetto tardo-gotico e manierista. In Germania l'altare Überlingen (1613-1619) di Jörg Zürn, rappresenta la continuità della tradizione scultorea su legno dei paesi alpini. Il bavarese Balthasar Permoser assimilò l'arte del primo barocco in Italia, portandola poi a Dresda, dove si impose come il maggiore scultore in questo stile. Le sue sculture celebrative per lo Zwinger Pavilion (iniziato nel 1711) e il grandioso ampliamento del palazzo di Dresda realizzato da Matthäus Pöppelman, contribuiscono non poco alla bellezza dell'edificio. A Vienna, come a Dresda, l'architettura barocca trovò ampio favore alla corte reale. Uno dei maggiori architetti barocchi austriaci, Johann Bernhard Fischer von Erlach, diede prova di aver assimilato le forme italiane nel suo capolavoro, l'opulenta Karlskirche (1716-1737) di Vienna.

Honthorst Gerrit van


Honthorst, Gerrit van (Utrecht 1590-1656), pittore olandese noto in Italia come Gherardo delle Notti, conosciuto soprattutto per i notturni dipinti alla maniera di Caravaggio. Dopo i primi studi a Utrecht, dal 1619 al 1621 soggiornò a Roma. Qui assimilò l'arte italiana e si specializzò in uno stile caratterizzato dall'uso del chiaroscuro, di colori forti e figure dalla postura drammatica, applicandolo spesso a soggetti biblici (Adorazione dei pastori, 1621, Uffizi, Firenze). Fu ammirato soprattutto per i notturni drammaticamente illuminati, come il Cristo davanti al gran Sacerdote (1617 ca., National Gallery, Londra) e il Concerto (1624, Louvre, Parigi). In seguito si concentrò sulla pittura di genere e sui ritratti, in particolare dopo la nomina a pittore di corte all'Aia nel 1637.

Il suo stile caravaggesco influenzò le prime opere di Rembrandt, mentre i suoi ultimi lavori, più luminosi, ebbero un influsso sul maestro dei ritrattisti olandesi Frans Hals.



Rembrandt Harmenszoon


Rembrandt Harmenszoon van Rijn (Leida 1606 - Amsterdam 1669), pittore, disegnatore e incisore olandese, uno dei più grandi artisti nella storia dell'arte occidentale. La sua opera, per la quale Rembrandt utilizzò svariate tecniche, tutte volte a esprimere con la massima intensità atmosfera e sentimenti, ebbe un impatto notevole sui contemporanei e influenzò lo stile di molti artisti delle generazioni successive. La sua padronanza del chiaroscuro è tale da creare atmosfere dagli effetti drammatici insoliti e unici.

Figlio di un mugnaio, Rembrandt si affermò presto come artista e maestro (tra i suoi allievi vanno ricordati Gerrit Dou e Carel Fabritius), realizzando per ricchi committenti capolavori di drammatica espressività: ritratti, opere mitologiche e religiose. Nonostante il successo artistico, la sua vita fu segnata dalle disgrazie: dapprima il dolore per la perdita dei figli e della moglie Saskia, che nemmeno la nuova compagna Hendrickje valse a mitigare; poi la bancarotta, dovuta anche al suo dispendioso stile di vita. L'inventario dei beni che Rembrandt mise all'asta per saldare i debiti rivela la varietà dei suoi interessi artistici: scultura antica, dipinti fiamminghi e del Rinascimento italiano, arte orientale, opere olandesi contemporanee, armi e corazze.

Le opere giovanili

Nelle opere giovanili, che risalgono agli anni Venti, si avverte l'influenza del suo maestro Pieter Lastman nella scelta di soggetti drammatici, composizioni affollate e forti contrasti di luce. Il nobile slavo (1632, Metropolitan Museum of Art, New York) rivela la sua passione per i costumi esotici. Un magnifico esempio dello stile che caratterizza i ritratti giovanili è rappresentato dal Ritratto di un uomo con sua moglie (1633, Isabella Stewart Gardner Museum, Boston), che rivela una precisione nella rappresentazione dei modelli, dei dettagli degli abiti e dell'arredamento destinata a non comparire più nelle opere successive. Spesso erano i familiari a posare per lui: la madre dell'artista come Profetessa Anna (1631, Rijksmuseum, Amsterdam) e la malinconica Saskia nelle vesti della dea Flora (1634, Ermitage, San Pietroburgo).

Nel centinaio di autoritratti realizzati, Rembrandt si sottopose a una penetrante autoanalisi. Questi dipinti gli servivano spesso come studi di emozioni e sentimenti e venivano incorporati nei quadri di soggetto storico e biblico, ma erano importanti anche per l'affinamento della tecnica del chiaroscuro, come testimonia l'Autoritratto del 1628 (Rijksmuseum), in cui i lineamenti emergono appena dall'ombra che copre gran parte del volto.

Tra le principali commissioni pubbliche che Rembrandt ricevette ad Amsterdam figura la Lezione di anatomia del dottor Tulp (1632, Mauritshuis, L'Aia), dipinta per la gilda dei chirurghi. Questi ritratti di gruppo, genere tipicamente olandese, erano una cospicua fonte di reddito per gli artisti del paese, dove né la Chiesa né la Corona si distinguevano per mecenatismo. Il quadro di Rembrandt, con la sua interessante disposizione piramidale delle figure, è di gran lunga superiore ai ritratti commemorativi che portano la firma di altri artisti olandesi.

Gli anni della maturità

Un Autoritratto del 1640 (National Gallery, Londra), ispirato a opere di Raffaello e Tiziano, mostra l'assimilazione del classicismo da parte di Rembrandt, sia nell'organizzazione formale sia nell'espressione della calma interiore. Il Ritratto del pastore mennonita Anslo con la moglie (1641, Staatliche Museen, Berlino), più pacato rispetto alle opere precedenti, coglie, come in altre opere di Rembrandt, un momento di un dialogo, rendendo magistralmente l'interazione tra le figure: il pastore parla, forse per spiegare un passo biblico, e la moglie ascolta tranquilla. Nella toccante Cena a Emmaus (1648, Louvre, Parigi) l'uso della luce comunica immediatamente il significato della scena.

Nella celebre Ronda di notte, o più precisamente La guardia civica comandata dal capitano Frans Banningh Cocq (1642, Rijksmuseum), ritratta mentre esce dalla caserma per prepararsi a una sfilata, Rembrandt abbandona la convenzione pittorica e, invece di disporre le figure in file statiche, le riprende in un contesto dinamico.

Molti paesaggi di questo periodo sono idealizzati, frutto della sua immaginazione più che descrizioni di località specifiche: non sono tipici della piatta campagna olandese, ad esempio, i rilievi ondulati con le antiche rovine della Vallata con fiume e rovine (Staatliche Gemäldegalerie, Kassel).

Le opere della vecchiaia

Le opere migliori di Rembrandt risalgono agli ultimi due decenni della sua vita. Gli autoritratti e i ritratti di figure singole e gruppi, opere storiche e religiose, non mostrano più la ricerca barocca del dramma, del fasto e dei dettagli superficiali. Al contrario, rivelano un profondo interesse per gli stati d'animo e le qualità spirituali. Il colore è più ricco e la pennellata più vigorosa. Nell'Autoritratto del pittore da vecchio (1669ca., National Gallery, Londra) i lineamenti di Rembrandt tradiscono una vena leggermente sarcastica. In quello di Jan Six (1654, Stichting Jan Six, Amsterdam), raffigurato con uno sgargiante abito rosso, oro e grigio mentre si infila un guanto, lo stile semiastratto rivela il virtuosismo tecnico: un sottile gioco di luce illumina il volto del soggetto, rivelandone l'umore calmo e meditativo.

Le opere di tema biblico rappresentano circa un terzo della produzione rembrandtiana. Quelle giovanili, di ispirazione barocca, accentuano il senso drammatico, mentre quelle più tarde, come Betsabea (1654, Louvre), Giuseppe accusato dalla moglie di Putifarre (1655, Staatliche Museen, Berlino) e il toccante Ritorno del figliol prodigo (1669ca., Ermitage,), mostrano un più marcato interesse narrativo.

L'opera grafica

Per Rembrandt il disegno e l'acquaforte erano importanti quanto la pittura. Gli vengono attribuiti circa 1400 disegni, che raccolgono un'ampia gamma di immagini, molte delle quali fini a se stesse, non necessariamente studi preparatori. I disegni degli anni Trenta sono eseguiti a gessetti rossi e neri, quelli più tardi a penna e inchiostro su carta bianca, e rivelano l'intervento del pennello nella resa dell'accento tonale. In alcuni, come Il ritrovamento di Mosè (1635ca., Rijksprentenkabinet, Amsterdam), poche linee accentuate bastano a creare un'intensa espressività. Altri, invece, come La porta orientale di Rhenen (1648, Musée des beaux-arts, Bayonne), ricca di dettagli architettonici e prospettici, sono perfettamente rifiniti. Tra i disegni giovanili va ricordato il raffinato Ritratto di un uomo in poltrona visto attraverso una cornice (1634, collezione privata, New York) e tra quelli più tardi Nathan che ammonisce David (1656, Metropolitan Museum of Art, New York), realizzato a penna, e Donna assopita (Hendrickje, 1655ca., British Museum, Londra), un disegno a pennello di grande efficacia espressiva.

Rembrandt realizzò anche famose acqueforti, sfruttando l'immenso potenziale di questa tecnica per creare linee straordinariamente espressive. Si servì anche, unendola all'acquaforte, dell'incisione a puntasecca, ottenendo nelle opere più tarde effetti particolari con la fresa (Vedi Stampa e Incisione). Particolarmente suggestivi sono il grandioso ritratto intero di Jan Six (1647), il Cristo guaritore, noto anche come la Stampa dei cento fiorini (1642-45ca.), il poetico paesaggio dei Tre alberi (1643) e il Cristo che prega o La piccola tomba (1652ca.), conservati al British Museum di Londra.



Rubens Pieter Paul


Rubens, Pieter Paul (Siegen, Vestfalia 1577 - Anversa 1640), pittore fiammingo. Il suo stile contribuì a determinare gli aspetti più esuberanti, voluttuosi e vivaci della pittura barocca. Combinando la pennellata vigorosa, i colori luminosi e la luce della scuola veneziana con il vigore dell'arte di Michelangelo e il dinamismo formale della scultura ellenistica, Rubens creò uno stile vibrante, la cui forza emana dalla tensione tra lo spirito razionale e quello emozionale, tra il classico e il romantico. La sua opera influenzò artisti come Jean-Antoine Watteau, Eugène Delacroix e Pierre-Auguste Renoir.

Svolse l'apprendistato ad Anversa, presso Tobias Verhaecht, Adam van Noort e Otto van Veen, tre pittori fiamminghi minori influenzati dal manierismo della scuola fiorentina e romana del XVI secolo. Nel 1598, all'età di ventun anni, ottenne il rango di maestro pittore presso la gilda di San Luca di Anversa. In seguito, com'era costume per gli artisti nordeuropei del tempo, Rubens viaggiò in Italia, centro dell'arte europea nei due secoli precedenti. Giunto a Venezia nel 1600, fu particolarmente suggestionato dai dipinti di Tiziano, Paolo Veronese e Tintoretto; successivamente, nel periodo in cui visse a Roma, trasse ispirazione dalle opere di Michelangelo e di Raffaello, nonché dalle sculture greco-romane.

Rubens fu per circa nove anni presso Vincenzo Gonzaga, duca di Mantova, per il quale, oltre a eseguire opere originali (Adorazione dei pastori, 1608, San Filippo, Fermo), copiò alcuni dipinti rinascimentali della collezione privata e svolse funzioni diplomatiche presso Filippo III di Spagna. Durante il periodo italiano risentì dell'influenza delle prime opere barocche di Annibale Carracci e di Caravaggio, ed entrò in contatto con i principali intellettuali del tempo.

Nel 1609, tornato nelle Fiandre, Rubens, che in Italia aveva dato vita a una delle prime espressioni del barocco, divenne pittore di corte dell'arciduca Alberto, viceré dei Paesi Bassi. Per far fronte alle numerose commissioni creò una grande bottega, che svolse un ruolo fondamentale per la sua produzione e fu frequentata dai più insigni artisti dell'epoca. Rubens solitamente dipingeva lo schizzo iniziale ed eseguiva la parte finale dell'opera, lasciando ai collaboratori l'esecuzione delle fasi intermedie. Molte opere gli vennero commissionate dalla Chiesa fiamminga proprio per le emozionanti interpretazioni che sapeva dare degli eventi religiosi; gli esempi più significativi sono il Trittico dell'Erezione della Croce (1610-11) e la Discesa dalla Croce (1611-1614), entrambi nella Cattedrale di Anversa. Tra il 1622 e il 1630 Rubens svolse numerose missioni diplomatiche. Durante una visita alla corte di Francia nel 1622, la regina Maria de' Medici gli commissionò, per il Palazzo del Lussemburgo, una serie di 21 grandi dipinti allegorici ispirati alla propria vita, completati nel 1625: Storie di Maria de' Medici (Louvre, Parigi).

Inviato a Madrid dal viceré dei Paesi Bassi tra il 1628 e il 1629, ricevette dal re di Spagna Filippo IV incarichi di corte e diverse commissioni, esercitando, con le sue opere, una forte influenza sul giovane Diego Velázquez. In occasione di una successiva missione a Londra fu nominato cavaliere da Carlo I, per il quale eseguì diversi dipinti e compose gli schizzi preparatori per i dipinti del soffitto della Banqueting House a Whitehall Palace.

Nell'ultimo decennio della sua vita, trascorso nelle Fiandre, lavorò intensamente per gli Asburgo, oltre a ritrarre la famiglia e la campagna fiamminga. Di questo periodo sono i dipinti Giardino d'amore (1635, Prado, Madrid), Paesaggio con arcobaleno (1636, Alte Pinakothek, Monaco) e Ritratto di Hélène Fourment e di due suoi figli (1635-1638, Louvre, Parigi).

Una delle sue ultime opere è il famoso Giudizio di Paride (1635-1637 ca., National Gallery, Londra). In quest'opera, dove Paride deve scegliere la più bella tra Era, Atena e Afrodite, la ricchezza della creazione è simboleggiata dalla sensualità delle tre dee e dal verdeggiante paesaggio dello sfondo. I colori lussureggianti, lo scintillio di luci e ombre, la pennellata sensuale e l'elegante composizione contribuiscono al significato della narrazione.




Velázquez, Diego Rodríguez de Silva


Velázquez, Diego Rodríguez de Silva (Siviglia 1599 - Madrid 1660), pittore spagnolo, massimo artista barocco del suo paese. Tra il 1611 e il 1617 lavorò come apprendista presso Francisco Pacheco, pittore manierista di Siviglia e autore di un trattato di pittura (El arte de la pintura, 1649). In questo periodo Velázquez assimilò gli stili pittorici più diffusi dell'epoca, in gran parte provenienti dal realismo italiano e fiammingo.

Le opere giovanili

Le prime opere, eseguite tra il 1617 e il 1623, possono essere raggruppate in tre categorie: i bodegones (dipinti di genere con nature morte), i ritratti e le scene religiose. Molti di questi lavori mostrano una forte influenza naturalista, come Il pasto (1617 ca., Ermitage, San Pietroburgo), forse la sua prima opera come artista indipendente, eseguita dopo aver superato l'esame per l'ammissione alla gilda di San Luca. Nei bodegones, come l'Acquaiolo di Siviglia (1619-20 ca., Apsley House, Londra), i magistrali effetti di luce e ombra, così come l'osservazione diretta della natura, rendono inevitabile il paragone con l'opera di Caravaggio. Per i dipinti religiosi, immagini di semplice devozione, Velázquez utilizzò come modelli persone ritratte direttamente nelle strade di Siviglia; nell'Adorazione dei Magi (1619, Prado), in cui figura anche un autoritratto, i modelli per le figure bibliche sono i suoi stessi famigliari.

Velázquez, ben introdotto nella ristretta cerchia intellettuale di Siviglia, entrò in contatto con personalità come il poeta Luis de Góngora y Argote, del quale realizzò un ritratto (Museum of Fine Arts, Boston) nel 1622. Tali conoscenze furono importanti per i lavori successivi che trattano temi mitologici e classici.

Velázquez pittore di corte

Nel 1622 Velázquez fece il suo primo viaggio a Madrid, dove tornò nel 1623. Nominato pittore ufficiale di Filippo IV, di cui eseguì un ritratto (1623, Prado, Madrid), continuò a dipingere molte altre sobrie e dirette rappresentazioni del re, della famiglia reale e di membri della corte. Fino al 1630, infatti, dedicò grande parte dei suoi sforzi alla ritrattistica, sebbene talvolta si sia avvicinato anche a soggetti mitologici, come nel Trionfo di Bacco o I bevitori (1628-29, Prado); questa scena di banchetto all'aperto, nella quale il dio del vino (Bacco) è rappresentato nell'atto di bere insieme a furfanti, testimonia il costante interesse del pittore per il realismo.

Il viaggio in Italia

Nell'agosto del 1629 Velázquez, influenzato probabilmente dalle conversazioni sull'arte italiana intrattenute con Rubens, lasciò Barcellona per Genova, per poi trascorrere due anni in viaggio per l'Italia: visitò Milano, Venezia, Firenze, Roma e Napoli, studiando da vicino e assimilando l'arte del Rinascimento e quella della propria epoca, come testimoniano molte opere eseguite in questo periodo. Tra queste si ricorda Fucina di Vulcano (1630, Prado), in cui le qualità scultoree, ispirate a Michelangelo, si combinano con la tecnica del chiaroscuro appresa da maestri italiani come Guercino e Giovanni Lanfranco.

Il ritorno in Spagna

Tornato a Madrid, assunse di nuovo le mansioni di ritrattista di corte con l'intenso Principe Baltasar Carlos con un nano (1631, Museum of Fine Arts, Boston), reso ancora più pregnante dalla precoce morte del giovane principe. Nel 1634 diresse i lavori per la decorazione della sala del trono nel nuovo palazzo reale del Buen Retiro, per il quale progettò dodici scene di battaglia realizzate in collaborazione con gli artisti più prestigiosi dell'epoca, oltre a una serie di ritratti reali equestri. Gli interventi di Velázquez nel ciclo dei quadri delle battaglie comprendono la Resa di Breda (1634, Prado), che ritrae un generale spagnolo mentre riceve il comandante delle truppe fiamminghe sconfitte dopo l'assedio della città nel 1624. L'originale composizione en plein air, la delicatezza della pennellata e la forte espressività fanno di quest'opera la più celebrata composizione storica dell'arte barocca spagnola.

Del periodo 1630-1640 è l'importante serie di ritratti di caccia della famiglia reale commissionata per la Torre de la Parada, un padiglione di caccia presso Madrid. Intorno al 1640 datano le famose raffigurazioni di nani di corte, i quali, diversamente dai buffoni ritratti da artisti precedenti, vengono trattati con rispetto e simpatia. Dopo essere entrato al servizio del re, Velázquez eseguì pochi lavori a soggetto religioso; le eccezioni più interessanti sono Storie dei santi Antonio abate e Paolo eremita (1642 ca., Prado) e Cristo in Croce (1632-1644 ca., Prado).

Le ultime opere

Negli ultimi vent'anni dedicò molto tempo al lavoro di funzionario di corte e a quello di architetto, e ricevette l'incarico di decorare molte nuove stanze nei palazzi reali. Tra il 1649 e il 1650 fu di nuovo a Roma, dove dipinse due importanti ritratti (Juan de Pareja, Metropolitan Museum of Art, New York; Papa Innocenzo X, Palazzo Doria-Pamphili, Roma) e il suo capolavoro, Las Meniñas (Le damigelle di corte, 1656, Prado), un ritratto di gruppo della famiglia reale con un autoritratto dell'artista nell'atto di dipingere.

Circa un secolo dopo, l'opera di Velázquez influenzò, uno dei più grandi pittori spagnoli, Francisco Goya



De Ribera Jusepe


Ribera, Jusepe de (Játiva, Valencia 1591 - Napoli 1652), pittore spagnolo, inaugurò la tradizione realistica nell'arte spagnola. Attivo principalmente a Napoli all'epoca del dominio spagnolo, Ribera si dedicò soprattutto a soggetti religiosi, ma fu anche il primo pittore spagnolo di temi mitologici. Le sue opere giovanili, influenzate dal drammatico chiaroscuro di Caravaggio e dalla pennellata sciolta ed espressiva di Tiziano, rivelano un gusto particolare per soggetti cupi e severi, specialmente nelle scene di martirio e di tortura, come il San Sebastiano (1620 ca., Museo di Osuna, Andalusia) e il Martirio di San Bartolomeo (1630, Prado, Madrid), intrisi di una drammatica intensità. Soprannominato lo 'Spagnoletto' per la sua bassa statura, eseguì nel 1626 il Silenzio ebbro (Museo di Capodimonte, Napoli), celebre per il suo grottesco umorismo e per i violenti contrasti di luce.

Nelle opere più tarde la composizione si fece più libera e i colori più chiari, riuscendo a rappresentare atmosfere più delicate, nelle quali la vita interiore dei personaggi divenne l'elemento principale. La Pietà e l'Apollo e Marsia, entrambi del 1637, conservati a Napoli nel Museo Nazionale di San Martino, rivelano uno stile elegante, con suggestioni di Van Dyck, e il passaggio dalla maniera di Caravaggio a quella barocca. L'abilità nel ritrarre la personalità del soggetto, così evidente in dipinti quali lo Storpio (1652, Louvre, Parigi), segnò un punto di rottura con le idealizzazioni del manierismo e fu la principale eredità che Ribera lasciò all'arte spagnola dei secoli seguenti.



Longhena Baldassarre


Longhena, Baldassarre (Venezia 1598-1682), architetto italiano, fu uno dei maggiori interpreti dello stile barocco in terra veneta. Allievo di Vincenzo Scamozzi, Longhena si formò sulla lezione delle opere veneziane di Jacopo Sansovino e di Andrea Palladio. Tali influssi sono particolarmente evidenti nel suo massimo capolavoro, la chiesa di Santa Maria alla Salute a Venezia, iniziata intorno al 1630 e completata cinquant'anni più tardi. La pianta ottagonale, i frontoni che ne adornano i fronti, la grande cupola centrale costituiscono sia un'elaborazione del modello dettato dalla non lontana chiesa del Redentore di Palladio, sia un ritorno a modelli tardoantichi. E tuttavia, con il grande apparato decorativo (le ampie volute del tamburo, le numerose statue e obelischi, l'elaborato lanternino), Longhena pose la chiesa della Salute sotto il segno inequivocabile del barocco. Tra le altre sue opere - tutte situate a Venezia - si ricordano i due edifici civili Ca' Pesaro e Ca' Rezzonico, iniziati rispettivamente nel 1660 e nel 1667.




Poussin Nicolas


Poussin, Nicolas (Les Andelys, Normandia 1594-1665), pittore francese, fondatore e massimo rappresentante del classicismo secentesco. Originario della campagna normanna, studiò pittura a Parigi, dove venne a conoscenza del manierismo della scuola di Fontainableau. Nel 1624, dopo un soggiorno a Venezia, andò a Roma, dove visse quasi tutto il resto della sua vita. Le prime opere romane riprendono i principi del manierismo della seconda metà del Cinquecento, risentendo anche dell'influsso della pittura di Tiziano, del quale in quegli anni a Roma erano presenti i Baccanali, di proprietà del cardinale Aldobrandini. A questo periodo appartengono i dipinti Trionfo di Flora (Louvre), Baccanale con suonatrice di liuto (1631-1633, Louvre) e Diana e Endimione (Art Institute, Detroit), nei quali, insieme alla ricchezza cromatica di Tiziano, si avverte una propensione verso un'ideale compostezza, espressa da un disegno nitido e da una composizione semplice e solenne delle scene, che ha nell'opera di Raffaello la fonte ispiratrice.


Poussin si recò a Parigi nel 1640 e ne ripartì dopo diciotto mesi, lasciando incompiuta la decorazione della Grande galleria del Louvre. Le sue opere del decennio seguente (1643-1653), come la Sacra famiglia (1648, National Gallery, Washington), divennero un punto di riferimento per il classicismo francese e mostrano composizioni serene e articolate, caratterizzate da colori chiari e luminosi e pervase da un'atmosfera solenne.

Negli ultimi anni, a partire dal 1653, l'allegoria, il simbolismo e il misticismo cominciarono a svolgere un ruolo importante nella sua pittura, avvertibile in opere come Pastore arcade (1656 ca., Louvre) e Le quattro stagioni (1660, Louvre, Parigi), che, andando al di là della semplice illustrazione di eventi storici, sono un tentativo di indagine sui rapporti che legano l'uomo alla natura.

La convinzione di Poussin che l'arte dovesse rivolgersi alla mente e non agli occhi, ossia che dovesse rappresentare le situazioni umane più nobili coltivando l'ordine ed evitando i dettagli, costituì la base dello stile accademico in Francia e in seguito il principale punto di riferimento per artisti come Jacques-Louis David, Jean-Auguste-Dominique Ingres e Paul Cézanne.


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