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Dall'architettura ottocentesca alla città industriale




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Dall'architettura ottocentesca alla città industriale

Già dalla fine del Settecento gli architetti tendono a mettere in dubbio l'ideale classico inteso come valore assoluto. Storicamente il classicismo si spegne da una parte con il fallimento delle utopie rivoluzionarie che spesso si erano ispirate alle antiche virtù repubblicane del mondo classico, dall'altra con la caduta dell'Impero, che di quelle forme si era ammantato, e con la graduale riduzione di una grande committenza NOBILIARE, O ADDIRITTURA REGALE che tendeva a proporre la propria immagine attraverso gli aulici modelli di un'architettura dichiaratamente "eterna", fuori dal tempo, universale.


La grande attenzione per la storia tipica di tutto il secolo, attenzione al Medioevo e al Rinascimento, così come alla classicità rivisitata talvolta in termini addirittura archeologici, offre agli architetti la possibilità di passare da uno stile storico ad un altro, a seconda della funzione degli edifici e dell'inclinazione dei committenti.


Le tipologie edilizie nella città industriale

Proprio dalla fine del settecento appaiono edifici di tipologia nuova, che debbono rispondere alle trasformazioni delle città in cui la proprietà dei terreni urbani tende a sfruttare al massimo, con grandi volumi, la rendita. Gli edifici tendono a raggiungere dimensioni e proporzioni insolite, spesso sovrapponendo in altezza il maggior numero possibile di piani e accostando su grandi cortili il maggior numero possibile di unità abitative o funzionali; i volumi si fanno compatti e uniformi e le diverse destinazioni sociali degli edifici, legate al differente pregio delle diverse zone della città, si possono distinguere prima di tutto dalle differenti proporzioni e densità, poi dalla ricchezza ed eleganza degli impianti decorativi.

La decorazione diviene così, sempre di più, una sorta di "vestito", applicato agli edifici trasformando regole e criteri proporzionali; la borghesia in generale richiama le proprie radici medioevali con edifici neogotici o neoromanici, o chiede con il classicismo che venga riconosciuta alla ricchezza dignità pari alla nobiltà; in Italia le forme rinascimentali ricordano e rivendicano i momenti importanti della storia patria.


L'URBANISTICA OTTOCENTESCA

La città che si era formata in Europa a partire dal due - trecento era cresciuta in sostanziale equilibrio con il territorio circostante e aveva gradualmente riempito gli spazi all'interno delle grandi cinte murarie formate da bastione e terrapieni a partire dal '500. Questi organismi urbani, che avevano talvolta visto gli interventi scenografici dei signori in forma di ampliamenti e più raramente di interventi intesi a modificare il tessuto urbano con fratture destinate a formare piazze, allineamenti e vie di transito, fu sconvolta dalle trasformazioni indotte dalla rivoluzione industriale. (Determinanti le innovazioni tecniche che consentirono la produzione di grandi quantità di sbarre di ghisa, la massiccia produzione del ferro dolce; in campo agricolo l'introduzione delle coltivazioni con rotazione a quattro fasi, resi spesso possibili in Inghilterra dagli Enclosures Act del 1771; nella produzione tessile la introduzione delle macchine sostituì la tradizionale produzione a domicilio rurale con grandi fabbriche che sfruttarono prima l'energia dei corsi d'acqua, e, in un secondo tempo, l'energia del vapore prodotto con il carbone; nacquero le città - fabbrica con la concentrazione degli operai. Tuttavia poiché la disponibilità di fonti di energia, di corsi d'acqua e la concentrazione di manodopera risultarono immediatamente determinanti per lo sviluppo delle attività industriale e ovviamente queste condizioni erano più facilmente disponibili nelle immediate vicinanze delle città, si formarono frequentemente ampi sobborghi industriali. La necessità di rendere più efficienti e più articolate le vie di comunicazione per poter sviluppare rapporti commerciali con terre lontane anche mediante nuovi sistemi ebbe pertanto due motivazioni fondamentali: per un verso l'industria proponeva la nuova e pressante necessità di distribuire i prodotti seriali al di là dei mercati immediatamente circostanti, per altro verso l'aumento della popolazione urbana ruppe definitivamente l'interdipendenza della città con il più stretto circondario: era infatti ormai necessario attingere a rifornimenti di derrate alimentari e di beni di consumo in quantità ben superiore a quanto potesse essere prodotto dal contado circostante. Da queste condizioni nacque una rivoluzione dei trasporti, sia per lo sviluppo di reti ferroviarie (in particolare in Inghilterra: 13000 chilometri di binari nel 1860) che per l'avvento della navigazione a vapore, con scambi in crescita rilevante verso le Americhe, l'Africa, e l'Australia, cui si aggiunsero ben flussi migratori di dimensioni impressionanti, in particolare verso le Americhe determinati anch'essi in gran parte dalla necessità o dalla speranza di sfuggire alla miseria ma soprattutto determinati dall'aumento straordinario della popolazione.

L'Inghilterra aumenta la propria popolazione da sei milioni alla metà del '700, a 8.892.000 nel 1801 fino a 14.000.000 nel 1831.

L'aumento è dovuto da una parte al decisivo miglioramento delle condizioni igieniche, dall'altra alla moltiplicazione e all'esplosione delle produzioni industriali con l'incremento delle possibilità di produzione e dei servizi e prodotti offerti alla popolazione (migliore alimentazione grazie alle nuove tecniche di produzione e alle nuove possibilità di trasporto, maggiore disponibilità di materiali per gli edifici e gli arredi, maggiore disponibilità di acqua e di materiali per la pulizia personale, come il sapone, nuovi impianti di fognatura, ecc.)

Lo sviluppo dei sobborghi in cui venivano concentrate le attività industriali portò all'aumento straordinario della popolazione urbana (favorito anche dall'esplosione demografica derivante anche dal miglioramento delle tecniche mediche e del livello dell'alimentazione) e provocò anche la trasformazione di molti dei quartieri interni alle mura.

Dopo le rivoluzioni liberali del 1848 l'abbattimento delle mura le principali città europee, determinò un mutamento radicale anche dell'immagine della città. Con la sopraelevazione dei caseggiati esistenti e l'occupazione dei residui spazi liberi, nonostante le dimensioni insufficienti di strade e cortili, i vecchi quartieri furono trasformati in quelli che in Gran Bretagna si chiamano slums; nello stesso tempo vennero costruiti nuovi edifici, di scarsa qualità e in massima economia, cercando il massimo sfruttamento degli spazi disponibili.

Il risultato fu una straordinaria carenza e congestione degli spazi, alloggi privi di luce e di ventilazione, impossibilità di gestione dei problemi igienici, con sistemi fognari insufficienti e il preoccupante accumulo dei rifiuti. La possibilità di speculare sulle aree e sugli edifici, riempiti a dismisura dalla popolazione attratta dagli impieghi nelle attività industriali e spinta in città dall'immiserimento delle campagne determinò l'abbandono di quelle regole che nella città medioevale imponevano invece le altezze massime degli edifici e il rispetto assoluto delle aree libere attorno alle mura; in molti quartieri si ebbe così uno sviluppo dissennato. Tuttavia, causa della forte richiesta di alloggi, venivano comunque pagate cifre assai elevate per le locazioni a dispetto delle pessime condizioni abitative. Le periodiche crisi di sovrapproduzione delle aziende generavano d'altra parte la presenza di manodopera disoccupata, funzionale a mantenere basso il livello dei salari. Questa manodopera, che non avrebbe potuto essere sopportata da piccoli centri in cui sarebbe rimasta a carico delle aziende, si confondeva invece nella città in cui poteva cercare diverse, ipotetiche fonti di reddito. L'insediamento urbano o suburbano delle industrie trasse quindi vantaggio da questa situazione che minava invece le condizioni (spesso già difficili a partire dal'600) di vita e convivenza all'interno delle città.

Le risposte al disagio

Le condizioni di questi quartieri condussero ben presto alla diffusione di gravi malattie: la tubercolosi innanzi tutto, malattia endemica nelle classi popolari dell''800, e, tra il 1830 e il 1850 varie e rischiose epidemie di colera. Ma nello stesso tempo e condizioni di libertà e le possibilità di sviluppo e di investimento nelle attività economiche diedero, in particolare in Inghilterra, una risposta al formarsi delle nuove esigenze, fino a proporre a nuove soluzioni modelli di vita "moderni" estesi a strati più vasti della popolazione, una trasformazione da cui rimasero escluse altre nazioni europee.

Si tratta quindi di un'epoca di grandi trasformazioni e di fortissime contraddizioni difficili da valutare con oggettività e che comunque ebbero un impatto sconvolgente nelle coscienze individuali, specie per quanto riguarda gli intellettuali che ebbero a confrontarsi con la nuova condizione "urbana" della popolazione. A quella nuova condizione doveva corrispondere una nuova definizione di valori e di consuetudini, una nuova "disciplina" e nuovi modelli di comportamento e valori.

Una serie di leggi che in Inghilterra (Public Health Act) rese le autorità locali responsabili delle fognature, della raccolta dei rifiuti, della fornitura dell'acqua, dell'ispezione delle case malsane e della sepoltura dei morti.

Simili provvedimenti avrebbero informato l'azione del Barone Haussmann durante la ricostruzione di Parigi (1853 - 1870).

La consapevolezza di questi problemi portò varie società filantropiche, a proporre e progettare modelli di case popolari, particolarmente in Inghilterra dove, negli ultimi decenni del secolo (Slums Clearance Acts 1868, 1875; Housing of Working Classes Act 1890), si ebbero infine provvedimenti legislativi che chiamavano le autorità locali a provvedere agli alloggi per le classi disagiate. Nel 1893, quando il London County Council iniziò a costruire abitazioni operaie, si cercò di adattare il modello della casa in stile Arts & Crafts ad edifici di sei piani.

Furono d'altra parte piuttosto frequenti anche i tentativi di realizzare insediamenti che integrassero le officine e le residenze operaie:

Robert Owen, fondò New Lanark in Scozia, concepita come un'anticipazione del movimento cooperativo;

Nel 1850 Sir Titus Salt fondò Saltaire, nello Yorkshire, città operaia paternalistica completa di istituzioni tradizionali (chiesa, ambulatorio, scuola, bagni pubblici, ospizio, parco).

Un'ampia teorizzazione, che univa una critica radicale dell'organizzazione sociale e industriale alla proposta di una città in miniatura, il "Falansterio", fu proposta da Charles Fourier. Costruito in campagna era organizzato sullo schema di Versailles, con il corpo centrale destinato alle funzioni pubbliche e le ali laterali destinate a laboratori e abitazioni; si sarebbe così evitata la tipologia della squallida villetta borghese, mentre la popolazione dell'insediamento si sarebbe dedicata all'agricoltura e all'industria leggera; la realizzazione più vicina alle proposte di Fourier fu il Familisterio costruito dall'industriale Godin vicino alla sua fabbrica a Guise nel 1859-1870.

In Italia, in linea con le realizzazioni di Sir Titus Salt, si trova il villaggio operaio di Crespi d'Adda, voluto da Cristoforo Benigno Crespi che costruì sulla riva del fiume un moderno cotonificio (1875) adiacente al quale vennero realizzati il villaggio per gli operai, la villa in forma di castello della famiglia Crespi (1894 arch. Pirovano), la chiesa (1893, arch. Cavenaghi), imitazione della chiesa di Busto Arsizio, città d'origine dei Crespi. Il villaggio è organizzato secondo criteri gerarchici e paternalistici: la posizione e l'aspetto di ogni edificio corrispondono con decoro alla funzione o, per le abitazioni, al ruolo di chi le occupa. Nel 1878-80 vennero costruite le prime case plurifamiliari, poi (1889-94), per timore di un'eccessiva promiscuità, villini mono e bifamiliari. Lo stabilimento che fronteggia le abitazioni è organizzato su 4 corpi di fabbrica corrispondenti ai cicli di lavorazione; l'accesso alla fabbrica è segnato dalle palazzine per uffici e da un'alta, simbolica ciminiera con orologio; Altre opere vennero realizzate fino al 1925, in particolare i servizi attorno alla chiesa; leggermente in disparte sono i villini per impiegati e dirigenti (1921- 1925), distinti anche per maggiore eleganza, così come le abitazioni del parroco e del medico. In fondo al viale centrale si trova il cimitero, dominato dal Mausoleo Crespi, di Gaetano Moretti (1907).


Molto interessante fu, tra i tentativi di trasformazione della residenza urbana, ancora in epoca neoclassica, il complesso di case unifamiliari a schiera introdotte in città intorno, non ad una piazza squadrata, ma a fronteggiare un parco paesaggistico. Fu determinante in questo senso il gusto del paesaggio pittoresco e del giardino da cui nacque l'English Park Movement, fondato dal "giardiniere" Humphrey Repton. Repton in collaborazione con l'architetto Jhon Nash progettò Regent's Park (1812-27) a Londra, ampliato a partire dal 1815.

L'insediamento era costituito da un nastro di abitazioni disposte su andamenti curvilinei che circondavano un parco, e l'ampliament fu costituito con una facciata continua di rappresentanza che penetrava nei quartieri cittadini e si estendevano come una serie di Terraces (i complessi di case unifamililari a schiera) da Regent's Park a Nord a St. James Park e alla Carlton House Terrace a sud. Si afferma così il concetto del parco Pittoresco e del Parco urbano, con gli insediamenti che fronteggiavano un paesaggio irregolare, secondo un modello che ebbe fortuna in particolare in Inghilterra e in Francia, ove i parchi "pittoreschi" vennero a sostituire i parchi regolari costruiti dagli aristocratici, fino all'esempio del Central Park di New York.

Il risanamento delle città fu tentato con soluzioni diverse di grande rilevanza.

A Parigi già dal 1793 era stata proposta la realizzazione di grandi strade rettilinee formate attraverso i quartieri densamente costruiti del centro storico con demolizioni su larga scala (percements). In questo senso ci si orientò nella costruzione di Rue de Rivoli (1806, Percier e Fontaine) che fu modello per la stessa Regent Street di Nash a Londra.

Nel 1853 il Prefetto della Senna, barone Haussmann intese fronteggiare una situazione assai grave che vedeva l'inquinamento dell'acqua potabile, l'assenza di una rete di fognature, l'insufficienza di spazi aperti per cimiteri e parchi, la congestione del traffico e la presenza di interi quartieri di case miserevoli.

Si noti come la costruzione di fognature e acquedotti esiga un minimo di uniformità planimetrica degli edifici di nuova costruzione, mentre i nuovi impianti comportano una nuova attrezzatura degli uffici comunali e la sottomissione dei proprietari di aree ed edifici a servitù e prestazioni. D'altra parte la costruzione di sistemi ferroviari e viabilistici impone nuovi strumenti di legge per l'esproprio dei suoli oltre a una precisa cartografia. È pertanto necessaria la pianificazione pubblica degli interventi per coordinare le diverse iniziative delle autorità e dei privati. Il tentativo di rimediare ai guasti della trasformazione industriale con singoli interventi era invece fatalmente destinato all'insuccesso.

Haussmann aveva a disposizione la legge urbanistica repubblicana del 1850 e l'alto livello degli ingegneri usciti dall'Ecole Polytecnique; con questi strumenti, utilizzati con straordinaria determinazione riuscì a definire un complesso di provvedimenti amministrativi e tecnici destinati a rimanere esemplari. L'ansia di Luigi Napoleone di affermare, nella Francia appena uscita dai disordini del 1848, il proprio potere, fu il motivo contingente dell'impresa che avrebbe comportato imponenti opere pubbliche rivolte alla turbolenta città di Parigi a lungo trascurata dai suoi predecessori. In secondo luogo era forte il desiderio di rendere più difficili nuove rivoluzioni demolendo le strade anguste che vennero sostituite con ampie arterie in cui sarebbe stato facile manovrare i reparti militari.

Haussmann progettò l'attraversamento del tessuto urbano con assi nord-sud ed est-ovest. Il sistema si articola intorno al fondamentale incrocio (gran croisée) tra il nuovo Boulevard de Sebastopol e la Rue de Rivoli prolungata fino alle periferie; questi assi fondamentali furono rafforzati e completati da boulevard paralleli e convergenti in alcuni snodi fondamentali come l'Etoile, ove il sistema si legava ai grandi anelli concentrici dei boulevard realizzati sul percorso delle antiche mura. Vennero collegate le principali stazioni di testa e distretti diametralmente opposti consentendo alla città di assumere la dimensione e il ruolo di una metropoli regionale. Vengono altresì tracciati nuovi e coerenti reticoli viari nelle aree periferiche.

I nuovi boulevard erano più ampi, alberati e più luminosi e la realizzazione di queste nuove arterie fu l'occasione di spettacolari sventramenti del centro storico e la sostituzione dell'antico e insalubre tessuto abitativo; Gli antichi edifici monumentali vennero spesso isolati e divennero punti di articolazione delle prospettive stradali; il regolamento edilizio fissò nuovi rapporti tra ampiezza delle strade e altezza delle case, vennero fissate regole precise per l'apertura di nuove strade. I nuovi edifici presentarono piante tipizzate, facciate uniformi e allineate: sono i caratteristici palazzi mansardati di cinque piani dal tipico decoro architettonico eclettico. Alle intersezioni delle grandi strade e nei punti focali si erigono edifici pubblici e chiese; si ricostruiscono quasi tutti i ponti sulla Senna e se ne costruiscono ben cinque nuovi; si costruiscono mercati (vengono rinnovate le Halles Centrales con una struttura in ferro voluta da Haussmann che obbliga l'architetto Baltard ad abbandonare il progetto di un padiglione in pietra), vengono aperte almeno trenta nuove piazze, vengono introdotte l'illuminazione a gas ed esteso il sistema delle fognature, viene aumentato l'approvvigionamento idrico; una particolare attenzione viene rivolta alla creazione e conservazione di parchi pubblici e zone a verde (presiede a questi lavori Adolphe Alphand), agli esistenti giardini delle Tuilierie e dei Campi Elisi (riva destra) di Campo di Marte e del Lussemburgo (Riva sinistra) si aggiunse così, a ovest, l'antica foresta del Bois de Boulogne, mentre a est fu sistemato a parco il Bois de Vincennes (destinato ai quartieri popolari); a Nord e a sud furono creati due giardini minori, le Buttes-Chaumont e il Parc Montsouris; la città stessa viene estesa inglobando nuovi arrondissement (Passy, Auteuil, Les Batignolles Monceau, Montmartre e La Chapelle, La Villette, Belleville, Charonne, Bercy, Vaugirard, e Grenelle). Il limite della città coincise così con le più recenti fortificazioni.

La legge della Seconda Repubblica che avrebbe consentito una facile espropriazione dei terreni fu però stravolta da una sentenza che obbligava il Comune a restituire ai proprietari i terreni espropriati dopo la sistemazione, consentendo loro di incamerare l'aumento di valore, tuttavia l'aumento delle entrate (dovuto all'incremento dei redditi) messo in moto dal grande processo di riforma urbana fu sufficiente a coprire le spese ingentissime senza significativi contributi statali. Parigi passò da 1.200.000 a 2.000.000 di abitanti, vennero abbattute 27.500 case e costruite 100.000 nuove. Il risultato, pur favorendo lo smisurato arricchimento dei proprietari di aree che si impadronirono di gran parte del reddito prodotto, risultò sostanzialmente in pareggio poichè il Comune di Parigi poteva incamerare le tasse sulla costruzione delle case e la maggiore quota di tasse sull'aumentato reddito degli abitanti.

L'intervento realizzato in tre fasi, probabilmente per facilitare la raccolta dei finanziamenti, non seguì un progetto predeterminato ma si avvalse del Ufficio del piano di Parigi che seguiva passo passo le realizzazioni tenendo conto del mutare delle situazioni.

Il piano venne pensato in una fase di spostamento degli equilibri economici e politici tanto che Haussmann non fu in grado di imporre un intervento organico ma si trovò piuttosto a coordinare gli impieghi di denaro pubblico e privato. D'altra parte il piano, assai valido per molti decenni, si dimostra oggi di eccezionale rigidezza e, in seguito alla trasformazione delle funzioni urbane nel XX secolo, condusse ad una situazione di grave congestione che non è facile affrontare.

D'altra parte l'aspetto estetico della soluzione proposta è assai lontano dai risultati che si pensava di poter ottenere con l'impostazione di un sistema scenografico di prospettive e punti di fuga che si pretendeva derivato dalla tradizione classicista e barocca della città. In realtà la diversa ampiezza dei grandi viali toglie importanza alle architetture che funzionano solo in negativo come limite appena definito e perdono di valore, mentre lo spazio "aperto e continuo" viene caratterizzato dalla folla che si muove e dai veicoli che corrono nei viali, interagendo più con l'arredo urbano che con le architetture.


A Vienna, sull'esempio di Parigi, per impulso dell'imperatore, intorno al centro, sul tracciato delle antiche mura medioevali viene realizzato il sistema di viali del Ring (un anello di 6 km.), su cui si aprono i grandi spazi della Vienna imperiale: L'Opernring, su cui prospetta la Staatsoper; Maria Theresien Platz, aperta tra il Naturhistorisches Museum e il Kunsthistorisches Museum (1872-81), i due solenni edifici gemelli che ospitano due dei musei più importanti d'Europa, segno di una precisa concezione della conoscenza; il Rathauspark, su cui si affacciano il Municipio (Rathaus, neogotica, von Schmidt), l'Università (neorinascimentale) e il Parlamento (alla greca).

Il progetto, nato da un concorso e dall'adattamento delle migliori soluzioni proposte consente di innestare la città antica nel sistema viario della città moderna senza tagli dolorosi. La soluzione è consentita dalle piccole dimensioni dell'antico nucleo e verrà ripresa in altre città nordiche come Colonia, Lipsia Lubecca e Copenhagen.

I vari palazzi e i monumenti vennero disposti, liberi su ogni lato intorno all'amplissimo viale. Nelle tre decadi successive sulla griglia strutturata a partire dall'anello interno vennero costruite oltre 90 nuove strade con circa 500 palazzi, privati e pubblici, in grande maggioranza palazzi borghesi di appartamenti da affittare. Non esiste una precisa gerarchia nella disposizione dei palazzi a significare la vitalità di un'iniziativa privata borghese che portò a riempire la griglia con palazzi di altezza e profondità definite che vennero a costituire un sistema continuo, rischiando così di riproporre i problemi di affollamento ed eccessiva densità nei quartieri esterni della città


A Barcellona nel 1859 Alfonso Cerdà progetto un'espansione regolare e ordinata, con una maglia ortogonale, formata da ampi viali e attraversata da due grandi viali diagonali. Era previsto un ampliamento della città che fu a grandi linee rispettato, realizzando una maglia profonda 22 isolati di circa 110 metri di lato, con angoli smussati in cui era prevista in linea di massima la realizzazione di cortili quadrati di 50 metri di lato. Questa grande maglia strutturale, riempita intorno alla fine del secolo, dava grande risalto al problema della circolazione, tema centrale della sistemazione. La pianificazione venne ripresa nel 1902 con un sistema che tendeva a dare alla città la forma di una città lineare.


Più interessante la soluzione del sobborgo, consentito dall'introduzione della tranvia elettrica, che consentì alla fine del secolo l'apertura del quartiere suburbano di Oak Park a Chicago. Nello stesso tempo l'area centrale della città venne circondata da un'estesa ferrovia urbana soprelevata.

Addirittura nel 1880 l'imprenditore Pullmann (inventore del vagone letto) fondò a sud di Chicago un insediamento che univa alle abitazione operaie una gamma completa di servizi collettivi (teatro, biblioteca, scuola, parchi e campi da gioco) sull'esempio di Saltaire o degli insediamenti Krupp a Essen.

Le possibilità offerte da linee ferroviarie o tranviarie mettono in evidenza due differenti modelli di sviluppo della città: la Garden city inglese (Ebenezer Howard), pensata addirittura come parzialmente autosufficiente, comunità ristretta e concentrica, collegata al centro e alle industrie dalle linee di trasporto e la più innovativa e originale città - giardino lineare proposta in Spagna da Arturo Sorya y Mata, dinamica e interdipendente. Soria y Mata tentò ma non portò a termine un sistema sperimentale di questo tipo attorno a Madrid (22 km dei 55 previsti).

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