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La seconda rivoluzione industriale




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La seconda rivoluzione industriale


La seconda rivoluzione industriale si verificò a partire dal 1870, in Europa e negli USA, e fu caratterizzata da un intenso sviluppo delle comunicazioni. Nella navigazione, il motore sostituì definitivamente la vela, le grandi linee ferroviarie collegarono interi continenti rendendo così gli spostamenti dell'uomo più facili ed accessibili. Al vecchio gruppo di stati che avevano costituito il nucleo della prima rivoluzione industriale, si aggiunsero nuove potenze industriali come l'Italia, il Giappone, la Russia, l'Olanda e i Paesi Scandinavi. Insieme controllavano l'80% del mercato mondiale. Si susseguirono una serie di invenzioni : la celluloide, che è una delle prime materie plastiche,il frigorifero, la macchina da scrivere, il ventilatore il motore a scoppio. Queste invenzioni cambiarono le abitudini di intere generazioni; un esempio è l'acciaio,una lega di ferro e carbone, che costituì l'ossatura dei paesi industrializzati in quanto veniva impiegato in tutti i settori della produzione industriale. La produzione industriale, dovendo soddisfare le esigenze di un mercato di dimensioni mondiali, fu affidata ad aziende sempre più grandi che diedero vita a nuove situazioni come i monopoli che si verificano quando un intero settore produttivo è controllato da un unica azienda, i trusts che avvengono quando le grandi aziende inglobano le più deboli e i cartelli che sono accordi di aziende dello stesso ramo produttivo per arginare una concorrenza aggressiva. Al crescere delle imprese si accompagnò la nascita della produzione di massa, con i prodotti standardizzati, ossia con caratteristiche identiche. Questo nuovo principio meccani stico del lavoro fu chiamato "Taylorismo", dal nome dell'ideatore americano Taylor, e fu applicato con grande successo nella  catena di montaggio per produrre automobili da Harry Ford.Sul piano economico, lo squilibrio tra paesi ricchi e poveri si accentuò notevolmente. Inoltre episodi di razzismo si fecero sempre più frequenti. L'umanità fu divisa in razze di cui i bianchi si ritenevano superiori alle altre per intelligenza e quasi per natura biologica. Sul piano del commercio economico la Gran Bretagna restava incontrastata, mentre nel settore della produzione industriale subì il sorpasso di USA e Germania. Molti Stati, primi tra tutti Italia e Germania, adottarono la politica del protezionismo, basata sull'aumento delle tariffe doganali e delle tasse sulle merci importate, al fine di salvaguardare le industrie nazionali dal commercio estero. Molti contadini ed artigiani si trasferiscono in città per lavorare nelle industrie. Essere proletari, ossia lavoratori che vendono la propria forza lavoro in cambio di salario, divenne una condizione comune a milioni di persone che condividevano abitudini, stili di vita e a volte persino le abitazioni come avveniva nei quartieri operai. I proletari lavoravano quattordici ore al giorno tutta la settimana, esclusa la domenica, passando più tempo con i propri compagni di lavoro che con la propria famiglia. Gli operai si autorappresentavano come un mondo a parte, opposta a quella borghese e si sostenevano a vicenda con le società di mutuo soccorso. L'accesso alla politica di fasce sempre più ampie di cittadini portò alla nascita di grandi partiti politici distribuiti sull'intero territorio nazionale e portatori di un'unica ideologia per il governo della società. Nel 1890, i partiti socialisti si unirono tutti in un unica associazione mondiale l'Internazionale. La classe dominante negli ultimi decenni dell'ottocento fu ancora la borghesia che comprendeva diverse figure sociali: gli imprenditori, i professionisti , gli alti funzionari statali, i quali, come gli operai,condividevano stili di vita, abitudini, quartieri residenziali, potendo però dedicarsi anche allo sport, svago a cui i proletari non potevano attingere. Per la borghesia il nazionalismo fu ciò che il socialismo era per la classe operaia, un' ideologia in cui riconoscersi collettivamente e alla base alla quale c'era la forte volontà di identificarsi con la propria nazione. La civiltà industriale portò anche alla nascita di nuove forme di cultura e spettacoli di massa come il cinema, che grazie al lavoro dei fratelli Lumière, ottenne un successo strepitoso. Ciò è giustificato dal fatto che i film erano muti, con gli attori che si esprimevano a gesti, accompagnati soltanto da un sottofondo musicale rendendo le proiezioni comprensibili a tutti. Accanto a queste forme di cultura popolare continuò ad esistere la cultura d'avanguardia con l'affermazione del Futurismo e del Cubismo che è una corrente artistica che si impose in Europa tra ottocento e novecento e che componeva e scomponeva la figura umana in tante parti. Anche in campo scientifico, la seconda metà del XIX secolo fu un periodo ricco di successi contro le malattie. Si diffuse una fiducia assoluta in un inarrestabile progresso e nella scienza che caratterizzò la fine dell'Ottocento come un periodo di ottimismo.



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