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Caratteri generali dei miceti




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CARATTERI GENERALI DEI MICETI



STRUTTURA DELLA CELLULA FUNGINEA

Struttura cellulare eucariotica;

Possiedono all'esterno della membrana citoplasmatica una parete cellulare rigida = TUNICA Attorno a questa alcuni lieviti, possono formare una capsula mucide, polisaccaridica.

La parete cellulare risulta diversa da quella dei batteri sia x struttura che x composizione chimica; essa è costituita da fitto intreccio di fibrille di chitina (un polimero della N-acetilglucosamina con legami β 1-4, associate a quote di polimeri del D-glucoso (glucani) e del D-mannosio (mannani), + lipidi e proteine.

La funzione delle parete, come nei batteri è quella di dare forma e rigidità alla cellula. All'osservazione ME la parete cell funginea appare come una struttura pluristratificata (fino a 7 strati di molecole di mannano e glucano + proteine.


MORFOLOGIA DEL TALLO

Le dimensioni delle cellule fungine sono > di quelle de batteri di 20, 30 volte, ma < di quelle delle cellule umane.

TALLO -> è il soma cellulare di qualsiasi micete, filamentoso o lievitiforme.

Nelle muffe -> il tallo è costituito da filamenti tubulari (ife). Proliferando in corrispondenza degli apici le ife tendono ad allungarsi ed a ramificarsi.

ife cenocitiche : con cavità unica

ife settate : suddivise in cellule x mezzo di setti trasversali che sono una introflessione della tunica.

Il diametro delle ife può variare nelle diverse specie.

Ciascuna cellula può contenere 1 o + nuclei, mobili ed in grado di attraversare pori.

MICELIO -> è un insieme di ife. In ogni colonia fungina matura si distinguono:

micelio vegetativo: parte del micelio immersa nel terreno con funzioni nutritive e di assorbimento;

micelio aereo: parte che si sviluppa al di sopra a contatto con l'aria, sia aderente al substrato (colonia glabra) sia che si era al di sopra di esso (colonie vellutate).

MUFFE → sono miceti con tallo filamentoso

LIEVITI → gruppo di miceti con tallo unicellulare. Le colonie di questi miceti hanno aspetto e consistenza cremosa che ricorda quella delle colonie di batteri. La riproduzione dei lieviti avviene x gemmazione (o blastogonia), le cellule dei lieviti (o blastocellule) sono denominate:

blastospore : si ottengono x riproduzione sessuata;

blastoconidi: si ottengono con modalità di riproduzione asessuata.

Le blastocellule in seguito a imperfetti processi successivi di gemmazione possono rimanere fra

loro unite in strutture definite: pseudoife le quali presentano una scarsa coesione e si

frammentano con facilità negli elementi cellulari costitutivi. All'insieme delle pseudoife di una

colonia, si dà nome di pseudomucelio (sempre aderente o immerso). Le pseudoife presentano:

marcati restringimenti a livello delle giunzioni intercellulari;

tipica la gemmazione di blastoconidi, nei punti di contatto fra le cellule, con possibile formazione di grappoli;

nelle vere ife le cellule terminali possono essere + lunghe di quelle che le precedono; nelle pseudoife sono + corte o uguali.

Eccezione: Candida albicans ( lievito endogeno) produce, alternativamente, vere ife nei tessuti

parassitari e a 37°C in piastre con siero animale.

FUNGHI DIMORFI → alcune specie sono caratterizzate in vivo e in vitro da una reversibile espressione morfologica, lievitiforme ed ifale, in rapporto a variazioni della temperatura:                

aspetto filamentoso di muffa: ambiente naturale (fase saprofitica) e nelle colture a 25°C in comuni terreni di laboratorio;

aspetto lievitiforme: nella fase parassitaria tessutale e quando sono coltivati a 37°C in terreni arricchiti (agar sangue, infuso cuore cervello).

Alcune specie di muffe (Dematiaceae) caratterizzate da ife pigmentate x la produzione di melanina, presentano una fase iniziale di sviluppo colturale lievitiforme, x cui le loro colonie sono inizialmente cremose (lieviti neri). La melanina si trova nella parete cellulare delle ife vegetative, e la sua presenza è necessaria x la protezione delle cellule fungine dalla eccessiva irradiazione ultravioletta.

Nella > parte delle muffe appartenenti a specie patogene, le ife sono ialine x cui la colorazione delle colonie dipende essenzialmente dallo sviluppo di conidi e dalle spore riproduttive che possono essere pigmentate.


METABOLISMO FUNGINO

. Il metabolismo energetico, può utilizzare sia reazioni fermentative che ossidative. Essi sono aerobi-anaerobi facoltativi.non esistono miceti anaerobi obbligati.

. Per le esigenze nutrizionali: necessitano di molecole organiche preformate essenziali come carboidrati e nitrati. Le caratteristiche metaboliche sono utilizzate a scopo diagnostico x l'identificazione specifica dei lieviti, che si basa sul riconoscimento biochimico. Considerate le scarse esigenze dei miceti si utilizza : il terreno di Sabouraud.


MODALITA' DI RIPRODUZIONE E CLASSIFICAZIONE DEI MICETI

v    La distinzione dei miceti filamentosi in generi e specie si basa:

caratteristiche macroscopiche;

morfologia del tallo;

modalità di riproduzione che presenta l'alternanza di fasi di riproduzione sessuata ed asessuata. Entrambe sono legate alla germinazione di (propaguli = spore e conidi), provvisti dell'informazione genetica propria di ciascuna specie.

RIPRODUZIONE SESSUALE

La > parte delle specie fungine di interesse medico si presenta in vivo ed in vitro nella forma asessuale (o fase imperfetta), mentre la fase del fungo caratterizzata da riproduzione sessuale è detta perfetta.

Nei miceti lo zigote, cellula inizialmente diploide, risulta dalla fusione meiotica di 2 corredi cromosomici apolidi parentali. In alcune specie la cariogamia è resa possibile dalla fusione di 2 gameti unicellulari ; mentre in altre (molto + numerose) è data dalla fusione diretta di 2 organuli del tallo (gametangi).

3 distinti tipi di spore sessuali:             1. zigospore

2. ascospore

3. basidiospore

Il regno dei funghi comprende 4 Phyla:

Chytridiomycota (nn comprende nessuna specie patogene x l'uomo)

Zygomycota

Ascomycota

Basisidiomycota

Un 5° Phylum è detto : Deuteromycota (Funghi imperfetti).

ACCRESCIMENTO VEGETATIVO E RIPRODUZIONE ASESSUALE

I miceti: caratterizzati in condizioni ambientali compatibili, da un'intensa sintesi macromolecolare e un aumento del protoplasma.

nei miceti -> il raggiungimento del rapporto critico massa/superficie ne induce la replicazione;

nelle muffe-> l'accrescimento estensivo del tallo (o accrescimento vegetativo) può proseguire in modo morfologicamente differenziato prima della formazione dei propaguli riproduttivi.

  1. NELLE MUFFE

L'allungamento delle ife è polarizzato (apice fertile). La sua capacità di allungamento è sostenuta dall'intensa neosintesi di protoplasma. Un ruolo importante ha in turgore endocellulare provocato dall'accumulo nel citoplasma fungino di grandi quantità di metaboliti osmoticamente attivi. Ne deriverebbe una notevole pressione idrostatica, che incanalata ed orientata dalla rigidità della parete cellulare, premerebbe dall'interno sull'estremità convessa dell'ifa. Perciò si ha l'accrescimento ifale in una sola direzione (allungamento).

Una seconda modalità di accrescimento vegetativo è rappresentata dalla ramificazione delle ife in accrescimento. Ciò avviene xchè in prossimità dell'apice in progressione, enzimi litici si accumulano al di sotto dell'area circoscritta dalla parete, penetrandola fino ad indebolirla. La pressione protoplasmatica provocherebbe un abbasso di estroflessione della tunica che verrebbe a costituite un nuovo punto di crescita. All'attività degli enzimi litici si alterna quella delle sintetasi deputati alla ricostruzione della parete cellulare delle ife, consentendo l'allungamento e la ramificazione miceliale.

Essendo tutte le cellule del micelio vitali, frammenti del tallo, seminati a distanza, possono assicurarne la replicazione. In condizioni abituali la replicazione fisiologica di una colonia filamentosa (muffa) avviene mediante propaguli asessuati (assetto cromosomico identico a quello della cellula produttrice, poiché derivano da una replicazione mitotica).

v     Riproduzione asessuale degli Zigomiceti oltre che dalla riproduzione sessuale mediante zigospore, queste muffe sono caratterizzate dalla produzione di propaguli asessuali (sporangiospore) contenute all'interno di una struttura specializzata (sporangio). Lo deriva da una cellula apicale dell'ifa, polinucleata,la quale assume un aspetto di sacculo, di forma diversa (globosa, piriforme, cilindrica). All'intero di questa struttura le sporangiospore si costituiscono x frammentazione zonale del citoplasma e addensamento attorno ai nuclei. Ciascuna delle aree protoplasmatiche viene rivestita da una parete cellulare, formando così una sporangiospora matura. Le sporangiospore possono essere mono o polinucleate. La sporogenesi inizia alla periferia dello sporangio, quando questo ha raggiunto una piena maturazione, la parete si rompe liberando nell'ambiente le sporangiospore. L'ifa che genera e sostiene lo sporangio (sporangioforo). Coccidioides immitis (micete dimorfo) è caratterizzato da una fase tessutale da corpi globosi (sferule) a differenza degli altri miceti dimorfi che presentano una fase tessutale lievitiforme. All'interno delle sferule il protoplasma si frammenta generando endoconidi mononucleati. Lo sfaldamento finale della parete della sferula matura libera gli endoconidi nel tessuto circostante.

v     Riproduzione asessuale delle altre muffe i conidi prodotti da ife specializzate dette conidiofori, possono essere di forma diversa (globosa, ovoidale, piriforme), possono avere piccole dimensioni (microconidi) o grandi (macroconidi). La loro superficie può essere liscia o ruvida e il nucleo deriva da mitosi dei nuclei delle cellule produttrici dette (cellule conidiogene). I conidi possono essere distinti in: blastoconidi e talloconidi.

BLASTOCONIDI si formano x gemmazione dalla superficie della cellula conidiogena. La zona di emergenza è detta sito conidiogeno. La parete fungina si estroflette formando una gemma, che contiene all'interno un nucleo proveniente dalla cellula madre. Raggiunta una determinata dimensione la comunicazione intercitoplasmatica residua fra la gemma e la cellula madre viene interrotta da un setto neoformato. Le cellule conidiogene sono collocate in corrispondenza dell'estremità fertile del conidioforo. Un sito conidiogeno può produrre conidi a ripetizione o esaurire la sua funzione dopo la gemmazione di un solo conidio(riproduzione simpodiale). I blastoconidi tendono a staccarsi immediatamente dalla cellula madre nn appena completati o si possono formare raggruppamenti conidiali ( a grappolo, ad infiorescenza, in serie radiale.)

oltre che direttamente dalla superficie della cellula conidiogena i conidi possono emergere in corrispondenza dell'apice di minuscole proiezioni aghiformi della superficie stessa (denticoli).

Blastoconidi possono essere generati anche x gemmazione di altri blastoconidi (conidiogenesi secondaria) e quando il processo sia ripetuto si possono formare catene di blastoconidi in successione.

La cellula conidiogena costituisce soltanto una parte (quella apicale) dell'ifa specializzatasi a conidioforo. I conidiofori possono svilupparsi in modo indipendente o riunirsi in fascicoli (coremi). Dai coremi i conidi possono emergere sia in corrispondenza dell'apice, sia sul contorno.

2 varianti nella produzione dei blastoconidi:

anelloconidi -> generati all'apice di una cellula conidiogena anellide. Il primo conidio prodotto ha struttura oloblastica. Una volta che questo si è liberato, l'apice fertile cresce x un breve tratto prima di generare un secondo conidio di tipo enteroblastico;

fialoconidio -> il conidio generato da un diverso tipo di cellula conidiogena specializzata fialide x la sua forma ampollare a collo allungato. Il primo conidio generato all'apice della fialide ha struttura oloblastica, tutti quelli successivi enteroblastici. La fialide una volta liberatosi il primo conidio enteroblatico, non si allunga ma genera dallo stesso sito conidiogeno una serie di enteroblastoconidi che emergeranno in successione dal colletto (ex Aspergillus).

TALLOCONIDI Derivano da una porzione soltanto della cellula conidiogena, i talloconidi hanno origine da un profondo rimaneggiamento strutturale di tutta la cellula. Le cellule conidiogene coinvolte possono essere terminali(apicali) o intercalate nel decorso del conidioforo. Può partecipare alla conidiogenesi l'intera struttura parietale della cellula conidiogena, o soltanto lo strato interno di essa, quindi anche in questo caso possono essere distinti oloconidi e enteroconidi. Sono talloconidi ad ex: i macroconidi apicali, pluricellulari, fusiformi o cilindrici dei dermatofiti e gli artroconidi caratteristici di 2 specie patogene come Geotrichum candidum e C. immitis.

NEI LIEVITI

Nella grande maggioranza delle specie essa avviene mediate blastoconidi. In molte specie la conidiogenesi è multipolare, può avvenire in qualsiasi punto della superficie cellulare. Il distacco dei blastoconidi comporta un esito cicatriziale in corrispondenza del sito conidiogeno. L'aumento progressivo delle cicatrici riduce l'area fertile. Nel genere Malassezia la conidiogenese è unipolare è circoscritta ad un unico polo della cellula conidiogena (polo fertile).

SVILUPPO DELLE COLONIE

NEI LIEVITI -> l'intera popolazione fungina di una colonia macroscopicamente visibile può derivare dall'iniziale gemmazione conidiale anche di un'unica blastocellula, seguita poi da quella delle blastocellule figlie, la cui replicazione avviene con andamento esponenziale. La blastocellula iniziale può inoltre derivare da riproduzione asessuale x blastoconidi. Anche le pseudoife dello pseudomicelio hanno la stessa origine. Mentre le ife vere in C. albicans si formano x gemmazione dalle blastocellule.

NELLE MUFFE -> la colonia origina x gemmazione, estrofessione dai propaguli di appendici tubuliformi, dette tubuli germinativi che allungandosi, ramificandosi e infine sporulando sono in grado di riprodurre il micelio. Quando una muffa è coltivata su terreno solido (agarizzato), le colonie si sviluppano con distribuzione radiale delle ife e presentano un contorno circolare. Il margine corrisponde alle estremità fertili delle ife primarie (che derivano dalla germinazione multipla dei propaguli iniziali) sia dalle loro ramificazioni principali.


DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEI MICETI PATOGENI

I miceti patogeni possono essere distinti in :

a)     geofili -> funghi che vivono abitualmente nell'ambiente naturale come saprofiti a spese di sostanze inanimate;

b)     zoofili -> solitamente commensali o parassiti di animali domestici o selvatici;

c)     antropofili -> parassiti dell'uomo.

Le micosi sono malattie ubiquitarie, presenti in tutte le parti del mondo e sono legate a fattori climatici, igienici, iatrogeni. Per quanto riguarda l'esistenza di fattori nutrizionali specifici è stata dimostrata l'associazione di Criptococcus neoformans con gli habitat di piccioni e di volatili x la presenza di forti quantità di creatina presenti nelle feci degli uccelli; cmq sono refrattari alle corrispondenti micosi x l'elevata temperatura corporea (> 37°C).

PATOGENESI DELLE MICOSI

La malattia dell'uomo o dell'animale rappresenta un evento accidentale nel ciclo vitale di tutti i miceti patogeni, sia x i saprofiti che x i commensali. Solo nei dermatofiti antropofili l'accentuato adattamento alla vita parassitaria si esprime quasi sempre con l'infezione.

Micosi esogene → l'agente infettante proviene dall'esterno ed è rappresentato dalle spore e dai conidi fungini.

. Nelle micosi superficiali: il loro semplice contatto con la cute, peli e unghie può risultare sufficiente x l'infezione; ex nelle tigne, sembra indispensabile la presenza di un lieve trauma locale, come un semplice sfregamento.

. Nelle micosi sottocutanee: l'infezione è mediata da ferite penetranti che innestano il fungo al di sotto dell'epidermide; hanno particolare rilievo le microferite da spine contaminate.

. Nelle micosi viscerali: la via d'ingresso + frequente è quella aerogena. Particolare pericolosità ha l'inspirazione di propaguli di diametro < di 2 μm, gli unici in grado di penetare nell'albero respiratorio sino a livello alveolare, dove l'assenza di epitelio vibratile riduce le possibilità di difesa aspecifiche.

. Nelle micosi via digestiva: sono meno importanti xchè esigono la presenza di stasi gastrointestinali.

Micosi endogene → l'agente infettante è un micete commensale delle prime vie respiratorie , della cute, delle mucose, la cui colonizzazione risulta mediata da fenomeni di adesione multifattoriali specifici e aspecifici. Dal punto di contatto la penetrazione del micete nei tessuti, sembra facilitata, nelle muffe, dall'azione meccanica di spinta dell'allungamento delle ife; nei lieviti, da l'energia meccanica del blastoconidio in gemmazione. Dal primitivo focolaio infiammatorio, è quasi sempre polmonare (spesso clinicamente silente), l'infezione può diffondere ad altri organi e tessuti x via ematica o linfatica. In alcuni miceti è osservabile un notevole tropismo di tessuto x una particolare interazione recettoriale.


MECCANISMO D'AZIONE PATOGENA

Enzimi extracellulari fungini, costitutivi o inducibili ad attività idrolitica (proteinasi, fosfolipasi) possono svolgere un ruolo patogenetico, danneggiando le membrane cellulari dell'ospite. La melanina, presente in C. neoformans è in funghi filamentosi dematiacei, è stata associata alla virulenza.

Fra i fattori di virulenza un ruolo importante è svolto, nei miceti filamentosi, l'azione antifagocitaria delle stesse dimensioni del tallo fungino, che sono spesso > di quelle delle cellule fagocitarie, dei leucociti neutrofili.

In molti casi le dimensioni della spora, del conidio e del tubulo germinativo iniziale non sono così grandi da impedirne la fagocitosi, ma l'energia meccanica del conidio in germinazione risulta tale da spingere l'ifa in accrescimento al di fuori del fagocita, perforandone la membrana. L'abituale accumulo di cellule fagocitarie (granulociti neutrofili e macrofagi) attorno alle ife in accrescimento non riesce a distruggerle o a circoscriverne durevolmente la diffusione.

La capacità di alcuni miceti di interferire con la cellule caratterizzate da attività fagocitarla; ex C. neoformans, i cui ceppi virulenti sono dotati di una spessa capsula polisaccaridica provvista di attività antifagocitaria e dalla capacità di sopravvivere all'interno di fagociti stessi.

Alcuni miceti come Histoplasma capsulatum e Coccidioides immitis, sono capaci di moltiplicarsi nel citoplasma dei fagociti, xchè in grado di ipporsi all'azione del sistema mieloperossidasico e degli enzimi lisosomiali.

L'attività di alcune peptidasi sembra coinvolta nell'azione tossica esplicata da alcuni dermatofiti. Enzimi di questo tipo potrebbero essere coinvolti anche nell'azione patogena di Candida albicans. Uno stato di ipersensibilità ritardata si instaura in molte malattie da miceti e ciò può spiegare la patologia di alcune micosi cutanee.


OPPORTUNISMO FUNGINO

Opportunismo -> indica la patogenicità condizionata di quei microrganismi che sono intrinsecamente incapaci di provocare uno stato morboso, ma che possono causa l'infezione e la conseguente patologia in un organismo nel quale sia loro offerta una opportunità che è rappresentata da una riduzione delle capacità difensive dell'organismo stesso.

I miceti opportunisti sono: Candida albicans, Geotrichum candidum, Aspergillus fumigatus, Agenti eziologici della zigomicosi, Cryptococcus neoformans.

I fattori predisponenti: una riduzione della capacità di reazione antimicrobica dell'organismo (fattrori intrinseci), ex la presenza di gravi malattie debilitanti; da interventi esogeni di tipo farmavologico o terapeutico (fattori estrinseci o iatrogeni). Spesso entrambe i fattori concorrono nel favorire la patogenicità di un fungo opportunista: ex una grave affezione morbosa (neoplasia, leucemia) o interventi diagnostici invasivi (cateterismi, interventi chirurgici di lunga dutata), associati con trattamenti farmacologici antimitotici.

2 importanti micosi causate da lieviti: candidosi e criptococcosi intervengono nella patologia da miceti opportunisti dell'AIDS.

Micosi primarie, sono quelle malattie nella cui patogenesi non intervengono necessariamente fattori predisponenti, che cmq sono in grado di favorire l'infezione e di aggravare il decorso della malattia. Si tratta delle micosi provocate da funghi dimorfi, funghi che hanno un particolare adattamento biologico alla vita parassitaria tessutale. Cmq anche queste infezioni sono favorite da qualche fattore predisponente, ciò è suggerito dal fatto che un'intera popolazione esposta al contagio in una regione endemica soltanto pochi sono i soggetti in cui la micosi si manifesta.


DIAGNOSI DELLE MICOSI

La diagnosi eziologica si basa sull'indagine microbiologica. La dimostrazione microscopica e/o colturale, restano le prove diagnostiche principali. Inportanti indicazione possono essere fornite, soprattutto nelle micosi profonde, dalle ricerche sierologiche. L'intradermoreazione (reazione intesa ad evidenziare uno stato di ipersensibilità ritardata ) è circoscritta alle ricerche epidemiologiche o alle valutazioni prognostiche.

RICHERCA MICROSCOPIACA DEI MICETI NEL MATERIALE PATOLOGICO

Nel caso di materiali molto fluidi: è sufficiente l'osservazione microscopica diretta.

Nel caso di materiali densi e compatti (squame epidermiche, peli, unghie): è necessario un trattamento preventivo a caldo con idrato sodico o potassico al 10%, che ne determinano una sufficiente trasparenza x idrolisi dei costituenti lipidici, proteici, polisaccaridici. L'osservazione degli elementi fungini (la cui parete è ricca di glucani alcali resistenti) è xciò facilitata.

Il aggiunta possono essere utilizzate anche colorazioni quali, Giemsa o Gram, soprattutto quando l'osservazione microscopica diretta può essere + importante della coltura (ex caso della candidosi delle mucose). La colorazione negativa con inchiostro di China del liquido cefalo-rachidiano, è utile nella diagnosi presuntiva di cripotococcosi meningo-encefalica.

RICERCA MICROSCOPICA DEI MICETI NELLE SEZIONI ISTOLOGICHE

I comuni metodi di colorazione istologica (ematossilina-eosina) non riescono ad evidenziare le cellule fungine, xciò si ricorre a colorazioni micologiche specifiche:

alcune sfruttano la rezione di Schiff, specifica x le aldeidi, come la colorazione al PAS (periodic-acid-Schiff), ma anche il metodo di Gridley. Le aldeidi si formano da polisaccaridi presenti nella parete cellulare fungina(glucani, mannani) grazie al pretrattamento della sezione istologica con acido periodico, che rompe i legami fra gruppi ossidrilici adiacenti.

in un altro metodo Gomori-Grocott: la reazione di ossidazione fra i gruppo aldeidici ed il complesso metenamina-nitrato di argento riduce quest'ultimo ad argento metallico che evidenzia nettamente il contorno degli elementi fungini colorandone in nero la tunica.

può essere utilizzata inoltre la ricerca e la identificazione microscopica di miceti mediante l'impiego di tecniche immunoistochimiche (immunofluorescenza).

ESAME COLTURALE

x la coltira di primo isolamento dai materiali patologici si usano i terreni solidi, il + usato è l'agar di Sabouraud, che ha la seguente composizione:     - peptone

- glucoso

- agar

- acqua distillata

l'incubazione deve essere effettutata a 25° e/o a 37°C. Il pH del terreno, compreso nei valoro 6,8 - 7, sono quelli ottimali; ma i miceti possono sopportare variazioni assai ampie del pH (ex 3-3,5) e sono utilizzati x contrastare lo sviluppo di batteri contaminanti; questo xò è + efficace con l'aggiunta ai terreni colturali di antibiotici antibatterici.

Per l'identificazione delle muffe : poiché i funghi filamentosi formano colonie di consistenza tenace, il loro esame microscopico richiede la preventiva disseminazione di un frammento in soluzioni chiarificanti, quella + usata è: lattofenolo-bleu-cotton: - fenolo in cristalli

- acido lattico

- glicerina

- blue cotton

- acqua distillata

In molti casi può essere utile effettuare una coltura su vetrino, in cui la semina in terreno solido viene eseguita su di un quadratino del terreno solido prescelto, sulla base delle prime indicazioni fornite da una prima osservazione microscopica del terreno d'isolamento, prelevato con il bisturi da uno strato di adeguato spessore preparato in piastra, posto su un vetrino portaoggetti e ricoperto dopo la semina, da un coprioggetto debordante. Con questa tecnica la crescita può essere seguita in tutte le sue fasi, sottoponendo il preparato all'osservazione microscopica.

Per l'identificazione dei lieviti :vengono utilizzate le prove biochimiche, a) saggio dell'ureasi, b) prove di fermentazione e di assimilazione degli zuccheri; c) saggi di utilizzazione delle altre sostanze quali i nitrati.

INDAGINI SIEROLOGICHE

L'utilizzo a scopo diagnostico della ricerca di anticorpi specifici, è ostacolato nelle micosi dalla frequenza di reazioni crociate a causa delle strette correlazioni antigeniche tra molti miceti, patogeni, saprofiti, commensali, che possono indurre una reazione immune nei confronti di materiali antigenici da loro prodotti. Cmq i recenti perfezionamenti hanno permesso di allestire una serie di saggi sierologici utilizzabili come sussidio diagnostico nelle micosi profonde. La dimostrazione della positività di una reazione sierologica specifica ed il suo titolo in aumento o in diminuzione su campioni seriali può risultare significativo ai fini diagnostici e prognostici.

Ex: 1. nelle candidosi gli antigeni somatici sono costituiti da mannosio o altri componenti polisaccaridici o glicoproteici della parete cellulare.

2. Nella criptococcosi, la ricerca riguarda il sierotipo A, la causa della > parte delle infezioni criptococciche.

  1. x la ricerca di anticorpi nell'aspergillosi si utilizza il saggio di doppia immunodiffusione.
  2. la diagnosi sierologica delle micosi da funghi dimorfi si utilizzano i saggi di fissazione del complemento.

RICERCA DI ACIDI NUCLEICI FUNGINI A SCOPO DIAGNOSTICO

Sfruttare l'approccio molecolare può offrire un'alternativa diagnostica. La diagnosi eziologica di infezione fungina, si basa sul rivelamento di DNA genomico fungino direttamente nel materiale patologico, mediante tecniche di amplificazione molecolare (P.C.R.) cmq è ancora allo stadio sperimentale.


FARMACI ANTIFUNGINI

I miceti sono cellule eucariotiche, x cui risulta difficile l'individuazione di bersagli metabolici e strutturali sufficientemente specifici. L'azione antimicrobica degli antifungini disponibili, interferisce con il sistema metabolico cellulare dell'ospite in modo + rilevante di quanto non accada x gli antibatterici. La chitina componente della parete cellulare costituirebbe un bersaglio ideale, ma non è ancora stata realizzata alcuna classe di molecole in grado di interagire specificamente. Le principali classi di molecole provviste di accettabile quoziente terapeutico:

Griseofulvina → prodotta da Penicillium griseofulvum, è un composto della classe dei benzofurani. Possiede un'azione multipla (inibendo la sintesi degli acidi nucleici, interferendo con la polimerizzazione dei microtubili, interagendo con la parete cellulare con conseguente inibizione della sintesi della chitina). Si somministra x via orale, si concentra a livello degli strati cheratinizzati dell'epidermide, legandosi alla cheratina neoformata, ed è quindi utilizzabile solamente x la terapia delle micosi superficiali e cutanee.

Antibiotici polienici → sono prodotti da varie specie di streptomiceti. Essi agiscono legandosi agli steroli (ergosterolo e colesterolo) della membrana cellulare causando la formazione di pori che provocano la fuoriuscita del contenuto citosolico a cui segue la morte cellulare x lisi. La nistatina è troppo tossica x essere utilizzata x via parenterale è xciò somministrata x os, nel trattamento terapeutico delle infezioni del tratto gastrointestinale causate da miceti lievitiformi (Candida albicans) esplicando la sua azione solo a livello locale. L'amfotericina B, ad ampio spettro d'azione e fungicida, può essere somministrato x via parenterale x il trattamento sistemico delle micosi parenchimali (aspergillosi, micosi da miceti dimorfi), anche se può dare effetti tossici collaterali a livello del rene.

5-fluorocitosina → viene introdotta elettivamente nelle cellule fungine x la presenza di una citosina-permeasi. Agisce inibendo la sintesi degli acidi nucleici e inducendo alterazioni nella sintesi proteica. È ben assorbita dopo somministrazione x via orale ed è ben tollerata dall'organismo umano. Lo spettro d'azione risulta limitato ai lieviti e agli agenti di cromoblastomicosi

composti azoici ed allilamine → inibiscono la lanosterolo C14-demetilasi dipendente dal citocromo P450, bloccando la sintesi degli steroli della membrana fungina (ergosterolo). Si tratta di molecole ad attività fungistatica con un buon quoziente terapeutico che possono essere utilizzate x una terapia sistemica. La terbinafina, somministrata x via orale, si accumula elettivamente a livello dell'epidermide e ha un'indicazione elettiva nelle dermatofizie. Tra i farmaci azoici: miconazolo, clotrimazolo sono utilizzati x via topica; chetoconazolo, fluconazolo sono impiegati x il trattamento delle micosi sistemiche. Gli effetti collaterali > sono a carico del fegato.

Pazienti affetti da AIDS → che necessitano di sottoporsi a prolungate terapie con derivati azoici somministrabili x via orale, il fenomeno della resistenza può rappresentare un problema in quanto, a seconda del meccanismo molecolare coinvolto,la resistenza può anche risultare estesa a tutti i farmaci di quella classe.

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Appunti su: https:wwwappuntimaniacomsuperioribiologiacaratteri-generali-dei-miceti14php, i blastoconidi sono prodotti all inizio della germinazione i talloconidi tardivamente, morfologia e struttura dei miceti, opportunismo fungino, microorganismi produttori di ureasi e associazione con miceti,



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