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Scienza, tecnologia e societÀ: la fisica applicata all'industria bellica




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SCIENZA, TECNOLOGIA E SOCIETÀ: LA FISICA APPLICATA ALL'INDUSTRIA BELLICA


1 L'IMPOSSIBILITÀ DI SFRUTTARE L'ENERGIA CELATA NELL'ATOMO?!? La scoperta della fissione iniziò per la prima volta a creare un senso di inquietudine nell'animo di alcuni scienziati, questo nonostante Bohr avesse pubblicato una relazione contenente 15 motivi che rendevano secondo lui inverosimile uno sfruttamento pratico del processo di fissione. Lo stesso Einstein, che nel 1905 aveva pubblicato la Teoria della Relatività Ristretta, dichiarò di non credere alla liberazione dell'energia atomica; fino ad allora, però, tutti gli esperimenti svolti nel campo della fissione avevano coinvolto quantità di materiale così esigue che l'energia liberata non poteva non essere insignificante.


2 UN NUOVO PROBLEMA: LA LIBERAZIONE DI NEUTRONI NELLA REAZIONE Gli scienziati si arrovellavano ora attorno ad una nuova questione: se dalla reazione si fossero liberati o meno neutroni, presupposto fondamentale per l'innesco di una reazione a catena. Se ciò non si fosse dimostrato non sussisteva alcun reale motivo di preoccupazione.


Frisch La caratteristica più appariscente di questa reazione era l'enorme quantità di energia liberata. La questione importante era però se in quel processo si liberassero neutroni; fu questo un punto che io, per parte mia, trascurai completamente.


Slizard Noi tutti speriamo che o non abbia luogo alcuna emissione di neutroni, oppure solo un'emissione insufficiente, in modo che non ci sia più di che preoccuparsi.

Slizard condusse degli esperimenti in tale direzione: la temuta ipotesi venne verificata. Iniziò così a percorrere la mente del fisico la terrificante possibilità di una corsa agli armamenti atomici.


3 LA PAURA DI UNA BOMBA ATOMICA HITLERIANA Tra i fisici si insinuò così il dubbio che Hitler, che subiva momentaneamente lo strapotere militare delle altre nazioni, nel caso in cui fosse riuscito a disporre dell'energia atomica avrebbe potuto sovvertire le sorti del conflitto e minacciare l'intera umanità. Si pensò così ad un possibile patto che arrestasse le ricerche nelle città atomiche: fu però tristemente chiaro come sotto un regime totalitario non si poteva avere la sicurezza che i fisici non sarebbero stati costretti a porsi sotto il diretto controllo del Partito. Negli USA si diffuse allora la convinzione che l'autocensura precedentemente osteggiata fosse invece quanto mai opportuna. Enormi difficoltà si incontrarono quando questa autocensura tentò di venir esportata in Europa. Qui la ricerca atomica era degenerata a tal punto che gli esperimenti si erano ridotti a mere gare di velocità pur di non rinunciare alla gloria del primato di una scoperta. Slizard si rese conto che questa battaglia si sarebbe conclusa con una sconfitta.


Si doveva comunque informare il governo americano di tali scoperte: tale passo era necessario  nel caso in cui ci si sarebbe dovuti preparare a un'eventuale improvvisa minaccia, ovvero la costruzione di una bomba atomica da parte di Hitler. Il governo si dimostrò però alquanto indifferente.


Il senso di terrore aumentò considerevolmente alla notizia che nel Terzo Reich già si lavorava al problema dell'uranio col consenso e con l'appoggio del governo. Per il momento non si parlava però di armi atomiche, bensì della possibilità di utilizzare l'energia nucleare per azionare motori. L'ampio numero di pubblicazioni in materia su riviste specialistiche naziste trasse però gli USA in errore: si intese infatti che la ricerca tedesca fosse già molto più avanzata di quanto in realtà non era. Si tentò così di mettersi in contatto con gli studiosi tedeschi, in particolare con Heisenberg. Fu proprio costui a rifiutare ogni forma di dialogo: fermo nella convinzione che Hitler avrebbe perso la guerra, voleva restare in Germania per salvare ciò che vi era di buono.


Se l'U-Project tedesco compì, dunque, su un piano puramente amministrativo progressi molto rapidi, negli USA, per il momento ancora neutrali, si muovevano a fatica i passi in quella direzione.


Slizard tentò nuovamente di sensibilizzare il governo verso il problema ma questo continuava a rifiutare l'idea che l'uranio potesse avere una qualche importanza militare - nonostante la Germania avesse vietato qualsiasi esportazione di uranio dalla Cecoslovacchia occupata -.


Slizard interpellò così Einstein, al quale sottopose una lettera da sottoscrivere ed inviare al presidente Roosevelt. Nella lettera dovevano essere contemplati 2 punti:

intervento per la salvaguardia in Europa delle riserve di Uranio;

appoggio finanziario e acceleramento della ricerca atomica negli USA.

Einstein agì nella convinzione che gli USA mai avrebbero usato tale arma se non per legittima difesa, e anche allora, solo in caso di estremo pericolo. Quando 6 anni più tardi la prima bomba atomica fu sganciata sul Giappone, ormai maturo per la capitolazione, egli comprese che lui e gli altri scienziati che avevano lavorato alla costruzione dell'arma erano stati ingannati.


Einstein Io ho fatto semplicemente la parte della cassetta postale. Mi hanno portato una lettera già pronta e io non ho fatto altro che firmarla.


Einstein Se avessi saputo che i tedeschi non sarebbero riusciti a costruire la bomba atomica non avrei mai mosso un dito

Nel frattempo in Germania la costruzione di un'eventuale bomba appariva quanto mai lontana; a questo contribuivano 3 diversi fattori:

disorganizzazione e insufficiente apprezzamento della ricerca bellica da parte del regime nazista;

difficoltà tecniche (assommate ai massicci bombardamenti alleati);


Bohr Per ottenere U235 non conoscevamo allora alcun procedimento tecnicamente realizzabile in Germania, date le condizioni belliche, che potesse condurre a quantità apprezzabili.


l'atteggiamento personale degli scienziati che nulla fecero per imporre la costruzione della bomba e riuscirono anzi a distogliere i funzionari nazisti dal pensare a un'arma così distruttiva. (Secondo molti, il modo più semplice per impedire al governo tedesco di entrare in possesso dei dati in merito alla ricerca atomica era far finta di collaborare).


Houtermans Nei confronti di un regime totalitario ogni uomo onesto deve avere il coraggio di commettere alto tradimento.


Houtermans prese inoltre in considerazione l'eventualità di comunicare agli scienziati alleati la non volontà da parte dei tedeschi di costruire tale ordigno, pensando così di bloccare la costruzione di una bomba atomica da parte degli americani.


4 IL PARADOSSO Si giunse quindi ad una situazione paradossale: mentre i fisici tedeschi, sotto un regime dittatoriale, seguendo la voce della loro coscienza, volevano impedire la costruzione della bombe atomiche, i colleghi statunitensi, che vivevano in un regime democratico e liberi di agire come meglio credevano, salvo poche eccezioni, si dedicarono con tutte le loro forze alla realizzazione della nuova arma.

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