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In Viaggio con La LuNa




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opo il Sole, la luna è il corpo celeste che appare con maggiore evidenza ad una semplice osservazione del cielo. Si comprende pertanto come essa, fin dall'antichità, abbia stimolato l'interesse e la fantasia dell'uomo. Per secoli gli uomini l'hanno osservata, le hanno dedicato poesie, si sono chiesti di che cosa fosse fatta. Storicamente sono stati percorsi viaggi fisici e immaginari sulla luna e l'uomo ha cercato di affrontarne sempre di nuovi senza mai capire veramente cosa lo spingesse a farlo. L'uomo ha sempre intrecciato il suo viaggio con quello celeste del nostro satellite.

Mitologie lunari si ritrovano in tutte le culture: la sua misteriosa luminosità e la mutevolezza periodica del suo aspetto hanno da sempre spinto gli uomini a immaginare una possibile correlazione tra le vicende terrene e il nostro satellite. Nei tempi antichi non erano rare le culture, prevalentemente nomadi, che ritenevano che la luna morisse ogni notte, scendendo nel mondo delle ombre; altre culture pensavano che la luna inseguisse il Sole (o viceversa). Ai tempi di Pitagora, come enunciava la scuola pitagorica, era considerata come un pianeta ma durante il Medioevo si credeva che la luna fosse una sfera perfettamente liscia come sosteneva la teoria aristotelica. Quando nel 1609 Galileo puntò il suo telescopio sulla luna scoprì che la sua superficie non era liscia, bensì corrugata e composta da vallate, monti e crateri, sentendosi cosi vicino alla luna come nessuno avrebbe potuto immaginare fino a quel momento. Si comprese che esso era un corpo solido proprio come la Terra. Ancora nel 1920 si pensava che la luna potesse avere un'atmosfera respirabile (o così lasciano intendere i racconti di fantascienza del periodo).

La grande riscoperta del nostro satellite è stimolata dalla nascita dell'astronautica. La luna, il più vicino corpo celeste, è il primo naturale traguardo di questa nuova scienza applicata. Nel 1969, Neil Armstrong e Buzz Aldrin furono i primi esseri umani a camminare insieme alla luna nel suo viaggio celeste di rivoluzione attorno alla terra. Atterrarono su una superficie sassosa e polverosa e in un istante, quando finalmente il viaggio umano verso la luna si era realizzato, si pensò come poter superare nuovi orizzonti e nuovi traguardi. Infatti dopo il 1969 seguì un periodo di eclissi per quanto riguarda gli occhi del grande pubblico sul nostro satellite. Negli anni ottanta le sonde e le navicelle spaziali sono state dirette verso mondi più lontani come Marte, Giove e Saturno, svelando il volto di altre lune.

Oggi la luna torna ad essere attuale: si parla di impiantarvi basi stabili e di crearvi osservatori scientifici. Sembra che i tempi siano maturi per un ritorno alla luna anche per una futura colonizzazione terrestre, il viaggio lunare attraverso i cieli s'intreccerà di nuovo con quello dell'umanità.


Oggi sappiamo più della luna che di ogni altro oggetto del sistema solare. Sulla luna sono state inviate molte sonde spaziali, e sono stati fatti rilievi geografici e misurazioni. La luna è solcata da impressionanti catene montuose, alte almeno quanto l'Himalaya, e tuttavia il paesaggio lunare appare desolato, senza i colori del cielo creati dall'atmosfera come sulla Terra. La luna non ha un'atmosfera propriamente detta. I pochi atomi che derivano dal degassamento (il rilascio di gas, come il radon, da parte delle rocce che compongono la luna) e dal vento solare non sono trattenuti dal satellite. Le molecole più leggere rimbalzano con più facilità e una volta in direzione dello spazio non tornano più indietro. Anche le molecole più pesanti con una velocità di fuga più bassa, come il biossido di carbonio e l'azoto, non riescono a trattenersi troppo a lungo. Le misure più attendibili sono state fatte durante la missione Apollo 12, dalla quale risultò che l'intera atmosfera pesa appena qualche tonnellata mentre sulla terra per ogni metro quadrato di crosta terrestre gravano 10 tonnellate. Il campo magnetico della luna infatti è molto debole a paragone di quello terrestre. In media è di 30 gamma (1 gamma equivale a 1/100.000 di Gauss) quello lunare e di 45.000 gamma quello terrestre. Non c'è quindi nessuna possibilità di potersi orientare con una bussola.

Nel 1998 la sonda Lunar Prospector della NASA rimandò informazioni che hanno fatto pensare all'esistenza di grandi quantità d'acqua in corrispondenza dei poli lunari, sotto forma di ghiaccio. Se mai l'uomo riuscirà a stabilire una base sulla luna, sarebbe possibile usare quell'acqua per iniziare a colonizzare il satellite. Gli scienziati pensano che il ghiaccio potrebbe essere arrivato sulla luna tramite le comete che si sono schiantate sulla sua superficie. L'energia della luce solare divide la maggior parte di quest'acqua nei suoi elementi costituenti, idrogeno e ossigeno, ma la maggior parte si disperde immediatamente nello spazio. È stato però ipotizzato che quantità rilevanti di acqua possano rimanere sulla luna, o sulla superficie, o inglobate nella crosta.


Le Origini Della Luna sono al centro di un dibattito scientifico molto acceso. La teoria più accreditata è quella secondo cui essa si sia formata a seguito della collisione di un asteroide delle dimensioni simili a quelle di Marte con la Terra quando quest'ultima era ancora calda, nella prima fase della sua formazione. Il materiale scaturito dall'impatto rimase in orbita intorno alla Terra e per effetto della forza gravitazionale si riunì formando la luna. Questa teoria è detta comunemente la Teoria dell'Impatto Gigante. Una conferma di questa tesi deriva dal fatto che la composizione della luna è pressoché identica a quella del mantello terrestre privato degli elementi più leggeri, evaporati per la mancanza di un'atmosfera e della forza gravitazionale necessaria per trattenerli. Inoltre, l'inclinazione dell'orbita della luna rende piuttosto improbabili le teorie secondo cui si formò insieme alla Terra o fu catturata in seguito. Il viaggio della luna quindi sembra destinato fin da subito a separarsi da quello della terra, ma l'umanità non riesce mai seriamente a staccarsi da lei.

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Comportamenti mutevoli e contrastanti attraverso le credenze e il mito


in (babilonesi), Hathor o Iside (egiziani), Artemide e Selene (greci), Diana o Lucina (romani), sono solo alcuni dei nomi che, fin dall'inizio dei tempi, le prime civiltà hanno dato alla luna. Considerata fonte di mistero, in ogni parte del mondo, in ogni periodo storico, in ogni cultura, la luna ha rivestito (e riveste) un ruolo ben diverso da quello che la scienza è solita darle. Nella cultura occidentale il nome deriva dall'antichissima radice indoeuropea Luek, che significa splendere e il termine luna sta infatti per "la luminosa". A noi però il nome arriva dalla mediazione dell'antica mitologia greca. Infatti Artemide era considerata la patrona delle nascite questo perché, secondo la leggenda, quando Leto dovette partorire i due figli che Zeus aveva generato in lei, Artemide che venne al mondo per prima, aiutò la madre a partorire suo fratello Apollo. I Romani poi ne mutarono i nomi in Diana e Lucina (da cui deriva appunto luna). Anche il tedesco MOND e l'inglese MOON vengono dal nome di una divinità, la barbarica MEN da dove deriva anche la nostra parola "mese".

Secondo la mitologia Maya la luna e il Sole, prima di divenire gli astri celesti che noi oggi conosciamo, furono creature terrestri, una giovinetta e un ardito cacciatore. Fra i due si accese l'amore e, dopo varie vicende, fuggirono insieme ma il nonno della ragazza, adirato, la fece uccidere. Alcune libellule raccolsero allora il corpo e il sangue della ragazza in tredici ceppi cavi. Dopo tredici giorni di ricerche il Sole trovò i ceppi: da dodici di essi nacquero insetti nocivi e serpenti che andarono a popolare tutto il mondo, dal tredicesimo uscì la luna resuscitata.

Uno smembramento del corpo della luna ha una chiara allusione alla progressiva scomparsa della luna durante la fase calante. Come in questo mito, così anche in altri, a causa della mutabilità del suo aspetto durante le fasi, la luna fu identificata con divinità femminili con attributi antitetici e ambigui: dea dell'amore e della morte, creatrice e distruttrice, tenera e crudele, protettrice e ingannevole. Infatti, identificando gli dei con i corpi celesti gli antichi davano alla loro concezione religiosa un fondamento di eternità, legato alla natura celeste dell'astro.

Parole come lunatico sono derivate dalla luna a causa della credenza popolare che la luna sia una causa di pazzia periodica. Ampio rilievo occupa la luna nelle credenze popolari: per i pescatori bisogna pescare sempre nelle notti di luna piena perché la luna attira i pesci in superficie, mentre i contadini sostengono che il mosto vada messo nelle botti in novilunio, per farlo diventare vino. Negli orti poi la luna occupa un ruolo importantissimo: bisogna sempre seminare durante le fasi di luna crescente affinché le piante crescano più velocemente. È tuttora diffusa anche la credenza dell'aumento delle nascite in fase di luna crescente. Nella mitologia medievale, la luna Piena occupa una posizione importante: i lupi mannari si trasformano alla luce della luna e le streghe si riuniscono per i loro sabba.


Ancora oggi, a quasi quaranta anni dalla sua conquista da parte dell'uomo, la luna continua ad alimentare mitologie condivise da molti. La luna dista dalla terra mediamente 384.000 km e possiede una massa di circa 1/77 di quella terrestre. Se si escludono strani 'effetti magici' non dimostrati scientificamente, gli unici mezzi che la luna ha a disposizione per interagire con la Terra sono la forza gravitazionale e la luce solare che essa riflette.

L'effetto più evidente e maggiormente conosciuto che sia originato dalla forza gravitazionale lunare è costituito dalle maree. Esse sono fenomeni complessi che sono principalmente generati dall'attrazione congiunta della luna e del Sole sugli oceani. Meno conosciuta è l'esistenza di un fenomeno simile che interessa l'atmosfera con un meccanismo analogo a quello che fa muovere l'acqua degli oceani, anche le masse gassose dell'atmosfera infatti possono spostarsi determinando le cosiddette maree atmosferiche.

La luce riflessa dalla Luna è molto debole rispetto a quella solare. Pur essendo troppo debole per alimentare la fotosintesi clorofilliana, la luce lunare sembra tuttavia in grado di provocare certi movimenti detti tropismi, in altre parole quelli che la luce lunare può provocare su alcune piante. L'esperimento fu fatto da Musset su steli di diverse specie vegetali come in particolare sulla Lens sculenta. Dopo averle fatte crescere in condizioni normali le portò in un luogo buio. Gli steli diventarono bianchi e gracili. Esponendoli al plenilunio osservò che si orientavano verso la luce lunare. Inoltre, alcuni organismi marini sembrano avere un comportamento riproduttivo influenzato dalla luce lunare. Tra i più comuni ci sono l'Ostrea edulis (la comune ostrica), alcune specie di corallo australiano e la cernia messicana che hanno un periodo di fecondazione e gestazione durante le sigizie (plenilunio e novilunio). L'Eunice viridis, un verme marino delle isole Samoa e Figi si libera della sua coda di uova e di spermatozoi un giorno dopo l'ultimo quarto di luna in novembre e infine anche il comune riccio di mare del Mediterraneo celebra l'accoppiamento esclusivamente al chiaro di luna piena.


Gli Influssi Presunti

Se gli influssi della luna accertati sono piuttosto ridotti, quelli che le vengono attribuiti sono molto più numerosi. Limitandoci ai più comuni, possiamo citare gli influssi sulle pratiche agricole e gli influssi sulla biologia umana.

In particolare gli influssi sulle pratiche agricole godono del maggior credito da parte del mondo contadino e da parte di molti orticoltori dilettanti. Molti manuali di orticoltura e calendari lunari per agricoltori raccomandano un rigoroso rispetto delle fasi lunari per lo svolgimento di quasi tutte le pratiche agricole: semina, trapianti, potature, taglio degli alberi, imbottigliamento del vino, ecc. Tutti i consigli forniti possono essere sintetizzati in una regola generale: «Tutto ciò che deve crescere e svilupparsi deve essere fatto con la luna crescente. Tutto ciò che deve arrestarsi e morire deve essere fatto con la luna calante». Già questa generalità e questa analogia tra fenomeni così disparati fa sorgere qualche dubbio e il sospetto che si tratti di un retaggio di antiche concezioni 'magiche', così molte di queste credenze sono state sottoposte a verifiche rigorose. In nessun caso sono emerse conferme attendibili.

Influssi sulla biologia umana. L'influenza sui molti aspetti biologici, sia animali che vegetali, e sulla vita più in generale risulta decisamente vasta. Stando a quanto si dice la luna influirebbe sul taglio di capelli e unghie, sulla predisposizione ad ingrassare, sulle decisioni da prendere, su comportamenti e stati d'animo, sui crimini in generale, sul peggioramento di quadri clinici, sui cicli mestruali, sulle fecondazioni e sulla frequenza dei decessi e delle nascite.


Prenderemo in esame un classico esempio, la credenza che la luna influenzi i cicli riproduttivi. La periodicità del ciclo lunare e del ciclo mestruale femminile ha fatto immaginare una possibile correlazione tra i due credendo perciò che le fasi lunari possano influenzare anche la frequenza delle nascite. Secondo alcuni nei reparti di ostetricia ci sarebbe molto più lavoro nel plenilunio, come alcuni studi sembrano aver mostrato con risultati però non univoci.

Durante il lavoro di ricerca del COMITATO ITALIANO PER IL CONTROLLO DELLE AFFERMAZIONI SUL PARANORMALE (CICAP) è stato notato che la maggioranza delle persone intervistate si è detta assolutamente convinta che la luna eserciti la sua innegabile influenza sulla nostra vita. E' da questa "percezione innegabile" che il CICAP è partito per provare se l'influenza della luna sia così evidente e reale. I grafici seguenti sono presi dal sito del CICAP (Gruppo Piemonte) e sono stati costruiti secondo il metodo del test di ipotesi. Il test di ipotesi è una metodologia statistica che si occupa di stabilire quando accettare o rifiutare un'ipotesi e può servire, ad esempio, per stabilire se un dado è truccato. Mentre un dado da gioco ha 6 facce, è come se il mese lunare avesse 30 facce (il giorno zero di luna piena più i 14 giorni precedenti ed i 15 giorni successivi).

L'ipotesi da verificare è che i bambini abbiano la stessa probabilità di nascere in uno qualsiasi dei 30 giorni rappresentati dalle facce del 'dado lunare'. Quest'ipotesi è stata chiamata H. E' ovvio che più il campione su cui si esegue lo studio è grande, più la nostra conclusione è attendibile. Stabilendo a priori la probabilità di rifiutare H quando è vera al 10%, è possibile costruire un intervallo di accettazione intorno al valor medio e di conseguenza stabilire per ogni giorno lunare se le nascite cadono dentro o fuori a questo intervallo di validità. Se esse cadono fuori dall'intervallo di accettazione, dovremmo concludere che, per quel giorno, la luna influenza le nascite e si ha il 10% di probabilità che questa decisione sia sbagliata. Osservando il grafico si vede abbastanza chiaramente che le nascite sono distribuite in modo praticamente uniforme in ogni giorno lunare. Il grafico permette di rilevare alcune oscillazioni fra le colonne, ma osserviamo come quest'ultime diminuiscono se raggruppiamo i giorni per fasi lunari; possiamo anche notare che i giorni che cadono fuori dall'intervallo di accettazione si discostano comunque poco dagli altri giorni.


L'idea di utilizzare l'analisi di Fourier, normalmente impiegata in elettronica e telecomunicazioni, è venuta immaginando di considerare i dati sulle nascite come un segnale campionato con periodo di campionamento di un giorno. All'interno dei dati si nasconderà uno di questi segnali con periodicità "lunare" di circa 28 giorni? E se si, quale sarà il suo contributo rispetto alle altre periodicità casuali? Esiste quindi una qualche correlazione tra frequenza delle nascite e ciclo lunare? Tutti i calcoli necessari sono stati realizzati dal CICAP (Gruppo Piemonte) utilizzando un software di calcolo numerico, che ha permesso di produrre lo "spettro di ampiezza", o meglio il "periodigramma", del segnale in studio. Come si può vedere, non si riscontra alcuna periodicità lunare nelle nascite ovvero non si vedono picchi significativi in corrispondenza dei 28 giorni. E' da notare la presenza di due picchi, più significativi degli altri, in corrispondenza di un periodo di sei mesi e di un anno. Questo risultato è abbastanza plausibile dato che in partenza si era ipotizzata la presenza di una qualche periodicità almeno stagionale nella frequenza delle nascite.

Per verificare l'attendibilità del metodo impiegato e dei risultati ottenuti, è stato messo alla prova un calcolatore, inserendo un segnale fasullo, ovvero "truccando" i dati di partenza. Il segnale inserito aveva proprio le caratteristiche della periodicità lunare da scovare in corrispondenza di circa 28 giorni, il programma di calcolo ha risposto positivamente al piccolo inganno. Se la leggenda sulla presunta influenza della luna sulle nascite fosse vera, si sarebbe dovuto trovare anche nel primo grafico, applicando il metodo numerico sui dati non truccati.


Per completezza riporto anche i risultati di una serie di interviste fatte alle ostetriche degli ospedali S. Croce e Carle di Cuneo e S.S. Annunziata di Savigliano (cuneo), raccogliendo diverse impressioni e svariati punti di vista. Dalle interviste, gentilmente concesse dalle ostetriche dei reparti di Ostetricia, è emerso che esse credono nell'influenza lunare sulle nascite, ma la cosa è vissuta a livello di sensazione. Alcune parlano di antiche tradizioni che l'uomo ha sempre rispettato, ottenendo sempre buoni risultati. Ci sono giorni in cui molte gestanti arrivano con le acque rotte, altri invece in cui ne arrivano pochissime. Colpa della luna? Nessuno può dirlo con certezza, dato che non sono mai state fatte verifiche oggettive di ciò. Qualcuna parla di un'ipotetica influenza con luna calante, altre con luna crescente, altre casuale, altre invece non hanno un'opinione. Un'ostetrica in particolare (14 anni di servizio in ostetricia a Cuneo) ci tiene a dire che "sono tutte sciocchezze, leggende che si tramandano da generazioni in generazioni, sviluppatesi quando non c'erano basi scientifiche adeguate". Alla domanda: "E' vero che in certi periodi organizzate doppi turni?" La risposta unanime è stata: "Assolutamente no" sfatando così un altro mito. In poche parole le ostetriche credono all'influenza lunare ritenendola possibile (sarà, forse, potrebbe, probabilmente, può darsi etc.). Le interviste del CICAP si sono svolte in luoghi dove questo fenomeno dovrebbe essere più evidente e invece si crede ad esso a livello di sensazione ovvero senza mai aver condotto uno studio statistico approfondito.


Il viaggio della luna nei canti di Giacomo Leopardi


N

ella letteratura italiana spesso la luna è stata descritta seguendo la tradizione aristotelica di sfera liscia e perfetta o secondo la tradizione del mito e del magico. Una visione particolare emerge attraverso le opere di Giacomo Leopardi acquistando significati diversi con il trascorrere del tempo e in parallelo con lo sviluppo della concezione del mondo che lo circonda.

Analizzerò principalmente i punti più interessanti di tre delle principali poesie dell'intera produzione leopardiana. All'idillio ALLA LUNA (dove il poeta nell'occasione del suo compleanno si ritrova sotto il cielo a ricordare insieme alla luna il compleanno precedente) seguono L'ULTIMO CANTO di SAFFO (dove la protagonista intona un'ultima nota di infelicità causata dall'amore non corrisposto) e il CANTO NOTTURNO di UN PASTORE ERRANTE dove la figura della luna è del tutto particolare.


Nell'idillio Alla luna l'attributo «graziosa», piena di grazia e «diletta», indicano la funzione e la distanza allegorica dell'astro (lei in alto, il poeta in basso: «seggo» e «giaccio» sono delle costanti volte ad accentuare non solo l'adesione materialistica alla vita, ma la condanna dell'uomo alla ''forza di gravità'') e poeticamente è vista in modo vago e indefinito, infatti il pianto angoscioso del Leopardi rende l'aspetto della luna tremulo e nebuloso. Questa è anche una luna consolatrice e di speranza che sostituisce il ruolo della natura benigna di questo periodo (pessimismo storico). In questa opera la sua descrizione infatti la raffigura come «colei che rischiara la notte e la selva» e come unica e fidata confidente.


Nel 1822 scrive L'ultimo canto di Saffo con un solenne incipit lunare accostato alla stella di Venere (Lucifero); solenne, appunto, per contrasto alla immensa infelicità della protagonista. La visione del pessimismo storico si è così inesorabilmente trasformato in pessimismo cosmico. Questo canto segna la svolta e il passaggio alla nuova visione. Infatti la luna ha la funzione principale di illuminare un paesaggio tumultuoso e sconvolto. L'anima dell'eroina non riesce più a godere dell'armonia classica rappresentata dalla luna che sta ormai tramontando, come le illusioni di Saffo perché è esclusa, ma innocente, dall' eterno regno di Giove. La luna è sospesa sopra l'umanità ed è indifferente alle sofferenze di quelli che come Saffo sono virtuosi ma esteticamente brutti. Solo la morte potrà correggere il destino erratico.


Il Canto Notturno, l'ultimo dei canti pisano-recanatesi (ottobre 1829-aprile 1830), è uno dei momenti chiave dello sviluppo del pensiero e della poesia leopardiana. Si considera tramite la figura esemplare del pastore errante l'infelicità dell'intero genere umano e anzi di tutti gli esseri viventi. Nel paesaggio desolato dell'immensa steppa asiatica, sovrastato dalla misteriosa vastità del cielo stellato, un pastore interroga la luna sul perché delle cose e sul senso del destino umano. I suoni indefiniti producono un effetto di allontanamento, sfumando le dolorose verità e trasformando le interrogazioni del pastore in un'invocazione o in una preghiera. Il colloquio del pastore con la luna oscilla tra due spinte contrastanti: da un lato, egli sembra sperare che le sofferenze della vita abbiano un spiegazione che la luna conosce, dall'altro ne dubita e pensa che la negatività del destino umano sia un dato tragico e scontato. Nell'ultima strofa rimette in discussione (con «forse») tutta la lunga riflessione e tutte le conclusioni della ragione con un volo dell'immaginazione, introdotto da un periodo ipotetico dell'irrealtà («se potessi volare forse sarei felice»). Ma la luna è «muta» come all'inizio era «silenziosa». Il poeta cerca di ricrearne e conservarne l'aspetto mitico e con degli aggettivi delicati la lega all'immagine della giovinezza perduta: «vergine», «intatta», «giovinetta immortal» - e così la umanizza, la rende terrena ma simbolicamente sempre giovane. La «candida luna», come il «pastore errante», è una «solinga, eterna peregrina» imprigionata in «sempiterni calli» ed «eterni giri», pure lei «pensosa», quasi più infelice del pastore perché il suo destino legato alla sua immortalità è ancora più crudele: un girare per l'eternità osservando, senza nulla poter fare, l'insensatezza dell'esistenza. La luna nella visione di Leopardi rappresenta la natura indifferente e avvolge d'una assenza assoluta il pastore. Questo nella sua solitudine cosmica esprime gli interrogativi esistenziali dell'uomo solo di fronte a se stesso. Scegliendo una figura umile come protagonista della lirica, Leopardi vuole dimostrare come tutti, ricchi o poveri, intellettuali o analfabeti, si pongono le stesse domande senza risposta sul significato della vita e sull'esistenza del male; anzi, sulla bocca di un semplice pastore, questi interrogativi acquistano una forza particolare, primordiale e assoluta che esprimono la 'radice' comune della condizione umana.


Fisica Astronomica alle origini: Galilei e Newton


Galilei E Il Sidereus Nuncius

Il volto moderno della luna apparve per la prima volta la sera del 30 novembre 1609, quando Galileo Galilei, che si trovava a Padova, puntò il suo cannocchiale verso la luna, notò le irregolarità che la caratterizzavano e realizzò uno schizzo per registrare le sue scoperte. Nei successivi diciotto giorni egli tracciò almeno altri cinque disegni, sulla base dei quali preparò degli accuratissimi acquerelli: quattro di questi li scelse da pubblicare come stampe a corredo del suo rivoluzionario "Sidereus Nuncius" pubblicato a Venezia nel 1610. In questo trattato Galileo annunciava al pubblico dei lettori che la luna era un ammasso con crateri - un mondo - e non già un globo di quintessenziale perfezione. «La superficie non è affatto liscia, uniforme e di sfericità esattissima, come di essa luna e di altri corpi celesti una schiera di filosofi ha ritenuto[.]Già nel quarto o quinto giorno dopo la congiunzione, quando la luna ci si mostra con i suoi due corni splendenti,il terrmine che divide la parte oscura da quella luminosa non si stende come un solido perfettamente sferico dovrebe accadere, ma è segnato da una linea aspra e notevolmente sinuosa [.]poiché oltre i confini della luce e delle tenebre si estendono nella parte oscura molte lucide escrescenze, e al contrario, delle particelle tenebrose nella zona illuminata»

Newton E La Gravitazione       

Galileo morì nel 1642 e alla fine dello stesso anno nacque Newton : il 1642 segna il passaggio del testimone lungo la strada della comprensione dell'universo. La teoria della gravitazione universale risale ufficialmente al 1687, anno in cui viene dato alle stampe l'opera principale di Newton, i "Principi Matematici della Filosofia Naturale".

Nei Principia Newton, utilizzando il lavoro di Galileo sulle traiettorie dei proiettili, ipotizza un esperimento ideale con cui mostra che la legge di caduta dei corpi spiega anche il moto dei pianeti attorno al Sole. Tale esperimento va sotto il nome di "cannone da alta montagna". Newton immagina infatti di porre su un' alta montagna un cannone che spara proiettili sempre più veloci, cioè con velocità iniziali sempre maggiori. Dagli esperimenti di Galileo si era visto che tutto ciò aveva come conseguenza di aumentare la "gittata" ideale del cannone: il proiettile toccherà terra sempre più lontano dal cannone. Nell'esperimento mentale di Newton si può pensare che ad un certo punto la velocità con cui viene sparato il proiettile sia tale che questo non tocchi più terra e si ponga in orbita alla stessa quota della montagna compiendo un percorso circolare. In pratica il proiettile pur obbedendo alla legge di caduta dei gravi e quindi continuando a cadere sulla superficie terrestre, non la raggiungerà mai se non cambiano le condizioni di partenza. Questo appena descritto è il metodo con cui vengono messi in orbita i satelliti artificiali. Uno Shuttle fa la parte della montagna, portando in quota il satellite che viene poi "sparato", iniziando così il suo percorso.

Anche la luna si comporta allo stesso modo: sta cadendo continuamente sulla Terra. Se si annullasse la forza di gravità, la luna seguirebbe una traiettoria tangenziale alla sua orbita perdendosi nello spazio; se invece si annullasse la sua velocità tangenziale, essa cadrebbe lungo la verticale, verso la Terra. Da questo esperimento ideale Newton giunse alla conclusione che un corpo lasciato cadere (ovvero un proiettile) e la luna si comportano tutti allo stesso modo: cadono sulla Terra per effetto della gravità. La fisica della Terra può essere usata per spiegare i moti dei corpi celesti, unificando in tal modo le due classi di fenomeni. Da tutto il lavoro di Newton la gravità risulta essere un' "azione a distanza" cioè un effetto in base al quale i corpi si attraggono pur senza venire in contatto fisico. Tutto ciò veniva preso come un dato di fatto senza che venisse spiegato. Verso la fine dell'800 la teoria dell'elettromagnetismo di Maxwell introduce il concetto di "campo di forza", che fu esteso anche alla gravità. Così come i fenomeni elettromagnetici vengono spiegati tramite l'effetto di un "campo di forza" elettromagnetica, anche la gravità viene vista come un campo di forza che agisce a distanza.


Storia del Volo Spaziale, Nasce L'Astronautica

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a forza di gravità rende difficile mandare oggetti nello spazio, cioè al di là della nostra atmosfera. L'attrazione terrestre, infatti, è così intensa che per mandare una navicella spaziale oltre l'atmosfera ci vogliono razzi potentissimi. I razzi che oggi inviano navicelle spaziali nello spazio infatti discendono dai missili utilizzati come armi.

La missilistica diventò appunto una vera scienza quando gli scienziati tedeschi come Von Braun svilupparono il missile V-2. Nel 1927 in Germania viene fondata la 'Società per il Viaggio nello Spazio' o VfR da parte di W. Von Braun oltre ad altri scienziati convinti della possibilità del volo dell'uomo nello spazio. Nel 1930 riescono a far volare un razzo ma quando tentarono di realizzarne uno più potente a ossigeno e metano liquido questo esplose al lancio di fronte alla presenza delle autorità, finanziatori e ufficiali della Marina. Dopo questo fallimento il gruppo si sciolse ma con l'ascesa al potere di Hitler alcuni di questi scienziati vennero inseriti nel programma militare per la costruzione delle bombe volanti con base a Peenemunde, piccolo paese che si affaccia sul Mar Baltico, da spedire comandati a distanza direttamente in Inghilterra o oltre. QuandoUANDO la guerra cominciò a volgere verso la fine a Peenemunde si progettavano già missili capaci di arrivare a 5000 chilometri di distanza e portare quindi la morte fin sulla costa degli Stati Uniti. Ma con la caduta del nazismo i cervelli tedeschi non vennero dimenticati. Von Braun ed altri saranno portati negli USA in New Mexico. Una parte di scienziati tedeschi finirà invece nelle mani dei russi assieme alla base di Peenemunde dalla quale nel 1947 partirono i primi razzi sperimentali dell'Unione Sovietica.

Ne nacque una vera e propria gara a chi, tra queste due potenti nazioni, sarebbe riuscita a compiere il primo passo nello spazio. L'Unione Sovietica ci arrivò per prima con lo Sputnik 1. Lo Sputnik era un piccolo satellite, una semplice sfera di alluminio del diametro di 58 centimetri con all'interno un trasmettitore radio che inviava a Terra segnali acustici (sonori ma semplici bip), era il primo grande passo. Rimase in orbita per 21 giorni prima di rientrare nell'atmosfera, dove si incendiò. Questa data, il 4 ottobre 1957, segna l'inizio dell'era spaziale. Da questo momento in poi la 'corsa allo spazio' assumerà, negli Stati Uniti ed in Unione Sovietica, una velocità inarrestabile.

Nei centri spaziali statunitensi non vi fu il tempo di reagire che, meno di un mese dopo, i sovietici lanciavano lo Sputnik-2 con a bordo un passeggero, non un essere umano ma la cagnetta chiamata Laika di 2 anni e 18 Kg di peso. Sistemata in uno speciale contenitore a tenuta stagna, Laika sul corpo aveva vari elettrodi che ne registravano le funzioni vitali. Dopo il lancio i dati che giungevano a Terra confermavano che la cagnetta era in ottime condizioni ma purtroppo la capsula non era dotata di un sistema di rientro e Laika era destinata ad essere sacrificata nella corsa allo Spazio. Dopo 162 giorni in orbita lo Sputnik-2 rientrò disintegrandosi nell'atmosfera ma Laika era morta dopo 7 giorni dal lancio grazie ad un sistema automatico che l'addormentò definitivamente.


La NASA (National Aeronautics and Space Administration) viene formata inevitabilmente il 1° ottobre 1958 con lo scopo di riunire le forze per battere l'URSS che, fino a questo momento era riuscita a lanciare satelliti ma soltanto in orbita terrestre. Entrambe riusciranno ad arrivare molto vicino al nostro satellite ma solo l'URSS infine riuscì il 14 settembre 1959 a far cadere sulla luna un veicolo fabbricato dall'uomo: si tratta del Lunik-2. Poi i russi stupiscono nuovamente con il Lunik-3 che, lanciato il 4 agosto 1959, riesce a riprendere le prime immagini del lato nascosto della luna. Lo Sputnik 5 russo lanciato il 19 agosto, con a bordo le due cagnette Selka e Belka, si spinge ancora più in là. Infatti, dopo 18 ore di volo orbitale, i due cani rientrano felicemente e in buona salute sulla Terra.

In quei mesi l'attività di lanci diventa frenetica in entrambi gli emisferi e sembra preludere al gran giorno in cui un essere umano violerà lo spazio. Il 31 gennaio 1961 la NASA(National Aeronautics and Space Administration), all'interno del progetto Mercury, lancia con un vettore Redstone la scimmia Ham. L'inserimento in orbita avviene regolarmente e così anche il rientro in mare. La scimmietta esce in ottima salute.


uomini e donne in orbita e nello spazio

Il 12 aprile 1961 l'URSS annuncia al mondo che un uomo, il cosmonauta (come i russi chiamano gli astronauti) Yuri Gagarin, orbita attorno alla Terra a bordo della capsula Vostok 1. L'annuncio viene fatto dalla TASS, l'agenzia di stampa sovietica, e tutto il mondo ne è ammirato. Il volo della Vostok durerà un ora e 48 minuti. Da questo momento ha inizio la storia del volo umano nello spazio. La prima donna nello spazio seguì in breve tempo. La cosmonauta Valentina Tereskova andò nello spazio il 16 giugno 1963, compiendo 48 orbite attorno al nostro pianeta. Era evidente che gli esseri umani potevano sopravvivere nello spazio. La sfida successiva era quella di raggiungere la luna.


Poiché l'Unione Sovietica continuava a sconfiggere gli americani nella gara alla conquista dello spazio, gli Stati Uniti volevano almeno essere i primi a mandare un uomo sulla luna. Il programma Apollo consistette in una serie di missioni spaziali con passeggeri umani intrapreso dagli Stati Uniti e condotto tra gli anni - . L'Apollo originariamente era stato concepito per le missioni avanzate terra-orbitali ma successivamente modificato in risposta alle sensazioni di inferiorità americana nella corsa allo spazio nel contesto della guerra fredda. È stato perciò riconvertito con obiettivo "allunaggio" dal presidente John F. Kennedy in risposta al programma sovietico di esplorazione spaziale, con il suo annuncio ad una sessione speciale del Congresso il 25 maggio del : 'I believe that this nation should commit itself to achieving the goal, before this decade is out, of landing a man on the Moon and returning him safely to the Earth. No single space project in this period will be more impressive to mankind, or more important in the long-range exploration of space; and none will be so difficult or expensive to accomplish

' credo che questo paese debba impegnarsi a realizzare l'obiettivo, prima che finisca questo decennio, di far atterrare un uomo sulla luna e farlo tornare sano e salvo sulla Terra. Non c'è mai stato nessun progetto spaziale più impressionante per l'umanità, o più importante per l'esplorazione dello spazio; e nessuno è stato così difficile e costoso da realizzare'


L'equipaggio dell'Apollo 11

Poi, finalmente, l'Apollo 11 raggiunse il traguardo, fu lanciato il 16 luglio 1969. Il 20 luglio, tutto il mondo poté assistere in televisione allo spettacolo di una piccola figura in tuta spaziale scendere dalla scaletta del modulo di allunaggio sulla superficie lunare: Neil Armstrong, il primo astronauta sulla luna. Ponendo il primo piede umano sul suolo lunare, pronunciò una frase divenuta storica: "È un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l'umanità". Il suo compagno astronauta, Edwin Aldrin, lo seguì poco dopo. Lasciarono una targa di acciaio inossidabile, per commemorare lo sbarco e lasciare informazioni sulla visita ad ogni altro essere, umano o meno, che la trovi. Sulla targa c'è scritto:


Here men from the Planet Earth first set foot upon the moon, July 1969, A.D. We came in peace for all mankind

Qui, uomini dal pianeta Terra posero piede sulla luna per la prima volta, Luglio 1969 DC. Siamo venuti in pace, a nome di tutta l'umanità.

La targa è firmata dai tre astronauti e dal presidente degli USA Richard Nixon.


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In totale gli sbarchi sulla luna delle missioni Apollo furono 6 (Apollo 11, 12, 14, 15, 16 e 17), per un totale di 12 astronauti discesi sul nostro satellite; la missione Apollo 13 non atterrò sulla luna a causa di un incidente durante il volo, e le restanti previste missioni Apollo 18, 19 e 20 furono annullate per tagli al bilancio. Le missioni con equipaggio sono state un grande risultato per l'umanità, ma sono sempre state molto costose e rischiose. Le navicelle senza equipaggio non devono trasportare aria, acqua, viveri e non devono necessariamente tornare a Terra. Dopo gli sbarchi del Programma Apollo, nessun essere umano ha più camminato sulla luna. Gli americani persero interesse, i sovietici continuarono con l'atterraggio di sonde automatiche (tra cui le Lunakhod), che riportarono anche campioni di suolo sulla Terra. Le altre nazioni non avevano le risorse necessarie, e le due superpotenze non videro un vantaggio tale nell'esplorazione da giustificare gli altissimi costi.


Teorie Del Complotto E Dubbi Sull'allunaggio Dell'apollo

Esistono diverse persone, in particolare negli Stati Uniti d'America, convinte che le missioni del programma Apollo non abbiano mai portato l'uomo sulla luna. Una teoria del complotto, che negli ultimi anni si è diffusa con successo, vuole che si sia trattato di una cospirazione tra NASA e governo degli Stati Uniti. Tale teoria sostiene che i vari allunaggi presentati all'opinione pubblica mondiale tra il ed il non siano mai realmente avvenuti, ma che al contrario siano stati messi in scena in uno studio televisivo con l'aiuto degli effetti speciali. Su Internet si trovano diversi siti che sottolineano gli argomenti di chi concorda con questa teoria. La seguente tabella vuole presentare schematicamente sia i principali argomenti che le relative spiegazioni razionali.


ARGOMENTO

CONTRODEDUZIONI

Le macchine fotografiche erano montate sul petto delle tute degli astronauti e l'astronauta non riusciva a vedere cosa stava fotografando. Ciò nonostante le immagini sono messe a fuoco e senza tagliare la testa ai compagni di missione.

Esistono molti foto non riuscite ma le immagini più usate sono quelle più riuscite dal punto di vista estetico; sono state poi modificate nel formato e nei contrasti. Gli apparecchi fotografici erano dotati di un ricercatore all'altezza dell'occhio umano consentendo lo scatto di immagini a sagoma intera. Infine gli astronauti si erano allenati a fotografare con questi apparecchi.

Molte immagini contengono errori, come l'orma di uno stivale sotto il modulo lunare o lo specchiarsi di due astronauti nella visiera dell'astronauta fotografato (mai più di due astronauti si sono trovati contemporaneamente sulla luna).

Si tratta di illusioni o di ritocchi. In particolar modo l'immagine del terzo astronauta proviene dalla home page privata di un dipendente della NASA. La NASA mette a disposizione sui suoi server tutti gli originali, in alta risoluzione, privi di questi piccoli errori. Molte illusioni sono dovute a minuscole immagini diffuse su Internet in un formato altamente compresso, i cosiddetti artefatti di compressione (come diverse immagini JPEG).

Su diverse immagini le ombre non si diffondono parallelamente(come in uno studio cinematografico con più riflettori). Considerando che sulla luna il Sole è l'unica fonte di luce, tutte le ombre dovrebbero diffondersi parallelamente.

Le ombre cadono su di una superficie ineguale sembrando più brevi (in caso di elevazione del suolo) o al contrario più lunghe. Inoltre, la prospettiva della fotografia fa sfigurare nella vicinanza l'immagine dell'ombra in modo che non sembrano parallele. Se fossero state utilizzate più fonti di luce, cioè riflettori, dovrebbero essere visibili più ombre dello stesso oggetto che si diffondono in direzioni diverse.

Immagini filmate mostrano come la bandiera degli Stati Uniti d'America sventola. Non essendoci alcuna atmosfera sulla luna e pertanto non esistendo alcun vento, è assolutamente impossibile che la bandiera sventoli.

Lo sventolare della bandiera non è per il vento ma per le vibrazioni di durata prolungata all'interno del vuoto d'aria. Venendo meno l'attrito della bandiera con l'aria, le vibrazioni vengono causate dal piantare l'asta nel suolo lunare. Infatti tali vibrazioni sulla luna vengono frenate esclusivamente dalla rigidità della stoffa. Inoltre, come ben visibile da più immagini si nota che la bandiera venne appesa pure su di un'asta traversale e preparata in una maniera tale da dare l'effetto che sventolasse. Anche in uno studio televisivo ci sarebbe stata l'assenza di vento e la bandiera sarebbe rimasta floscia.


Motivi a favore della teoria

I sostenitori di questa 'teoria del complotto' adducono diversi motivi per l'intera messa in scena:

La corsa verso la luna deve essere vista nel complesso della guerra fredda. Le prime tappe di questa corsa erano state vinte dall'Unione Sovietica, che era riuscita a mandare in orbita il primo satellite artificiale, a fotografare l'altra faccia della luna e a portare il primo uomo nello spazio. Ora spettava agli americani di aggiudicarsi ad ogni costo questo prestigioso titolo.

Questa vittoria tecnologica fu per il popolo americano estremamente motivante quale dimostrazione di potenza a confronto del resto del mondo.

La NASA avrebbe avuto timore di perdere il proprio budget che ammontava già allora a 30 miliardi di dollari.

Tutta la missione dell'Apollo 13 sarebbe stata messa in scena per riguadagnare l'interesse della gente alle missioni lunari ed assicurarsi il finanziamento delle future attività. Tale sceneggiatura fu talmente perfetta da essere utilizzata quale trama dell'omonimo film di successo.

Controdeduzioni

Tutte le motivazioni politiche indicate da sostenitori della teoria possono essere messe in dubbio con la semplice domanda, come mai l'Unione Sovietica ha consentito agli americani di inscenare lo sbarco sulla luna? L'Unione Sovietica ebbe la possibilità di seguire e spiare i colloqui via radio degli astronauti, ed in particolar modo di localizzarne la provenienza. È pressoché impensabile che l'Unione Sovietica non avrebbe beneficiato politicamente dell'eventuale scoperta della messinscena di tutto o parte del programma lunare americano.

Dal punto di vista dei finanziamenti, la NASA non poteva aver il minimo interesse a falsificare le varie missioni. Il denaro veniva infatti utilizzato per la maggior parte per gli stipendi dei vari ingegneri, nonché in particolar modo per la costruzione dei vari apparecchi per le missioni. Le missioni cancellate di Apollo 18, 19 e 20 hanno contribuito ad un risparmio per straordinari da parte del personale di Houston, risparmio di tempo per allenamenti e sperimentazioni, nonché di cherosene, ossigeno liquido ed alimentazione apposita per astronauti.


Colonizzazione e Esplorazioni Lunari, Futuro o Realtà?


D

agli anni '50 in poi numerose proposte e idee sono state presentate da scienziati, ingegneri e scrittori per una colonia permanente sulla luna. Arthur C. Clarke (noto per il suo romanzo 2001: Odissea nello spazio propose nel 1954 l'idea di una base lunare composta da moduli gonfiabili isolati ricoperti di sabbia lunare. I passi successivi consisterebbero nell'impiantare una struttura a cupola permanente più grande, un purificatore d'aria, un reattore nucleare e delle 'catapulte elettromagnetiche' per lanciare merci e carburante alle navi poste nello spazio esterno.

L'Agenzia Spaziale Europea (l'Italia è stata, nel 1975, fra i Paesi fondatori dell'Agenzia Spaziale Europea; Attualmente è il terzo Paese, dopo Francia e Germania, a dedicare maggiori risorse finanziarie ai programmi dell'ESA) e la Repubblica Popolare Cinese hanno entrambe piani per esplorare la luna, la prima mediante sonde e la seconda con un programma di esplorazione umana. La Cina, oltre all'esplorazione, sta considerando la possibilità di sfruttare minerariamente la luna, in particolare per l'isotopo Elio-3, da usare come fonte d'energia sulla Terra. Il presidente statunitense George W. Bush ha richiesto invece la collocazione di una base permanente sulla luna entro il e secondo Michael Griffin, nominato a capo della Nasa nel marzo , l'impresa sembra fattibile. Il programma a lungo termine della NASA include un ritorno sulla luna con un equipaggio nel 2018; L'agenzia sta ricevendo un flusso di finanziamenti comparabile ai fondi messi a disposizione della NASA all'epoca del programma Apollo.

Gli insediamenti umani permanenti su corpi celesti diversi dalla Terra sono un tema ricorrente della fantascienza. Col progredire della tecnologia e col crescere dei dubbi sulla sostenibilità a lungo termine della crescita della popolazione umana, l'idea della colonizzazione della luna o di altri pianeti per alcuni sembra essere un obiettivo fattibile e utile. Per via della sua vicinanza alla Terra e della sua geografia ben studiata, la luna sembra essere il candidato ideale per una colonia umana nello spazio. Tuttavia il programma Apollo, pur avendo dimostrato la fattibilità del viaggio, ha raffreddato gli entusiasmi per la realizzazione di una colonia lunare perché i campioni di roccia e sabbia riportati sulla Terra hanno dimostrato la quasi assenza sulla superficie lunare di quegli elementi chimici leggeri che sono essenziali per sostenere la vita.

Tornare a esplorare la luna oggi e iniziare ad abitarla nel futuro, può essere un'evoluzione del tutto naturale per il genere umano anche se dobbiamo sviluppare una forte cooperazione internazionale per garantire l'utilizzo della luna in modo equilibrato e responsabile. L'atteggiamento dei vari Paesi nei confronti della nuova esplorazione della luna riproduce lo stesso fenomeno che si verifica ogni volta che si apre una nuova strada e che si lancia una nuova sfida. Da una parte c'è il desiderio di condividere il rischio e di risparmiare denaro e risorse, e quindi di coordinarsi e collaborare; dall'altra, quando le cose iniziano a funzionare e le prospettive economiche, militari o politiche sono più chiare, la condivisione viene meno.

 Fino a qualche anno fa, però, si parlava soprattutto del "pianeta rosso" anche a causa del celebre annuncio del Presidente George W. Bush, che dichiarava l'intenzione della USA di sbarcare su Marte. Ma ora la luna sembra essere tornata centrale per i programmi di esplorazione del Sistema Solare perché rilanciare il programma di esplorazione lunare è molto più prudente e promettente che non puntare direttamente a Marte. La luna potrà essere utilizzata come base per i test dei sistemi che un giorno ci porteranno più lontano.


 A prescindere dalla questione generale se una possibile colonia umana sia possibile, i sostenitori della colonizzazione spaziale sottolineano per la luna come sede di una colonia una serie di vantaggi e svantaggi.

   Vantaggi

In genere insediare una colonia su un corpo celeste fornisce grandi quantità di materiale per la costruzione della base stessa nonché per altri utilizzi compresa la schermatura dalle radiazioni. L'energia richiesta per lanciare oggetti dalla luna verso lo spazio è molto inferiore, a causa della sua massa, rispetto a quella richiesta per eseguire la stessa operazione dalla Terra. Questo permette alla luna di essere adibito a sito di costruzione o stazione di rifornimento per astronavi.

Oltre a ciò, la luna è il corpo celeste più vicino alla Terra tra quelli di grandi dimensioni, la sua distanza si mantiene stabilmente attorno ai 384.400 chilometri. Questa vicinanza ha alcuni vantaggi

un tempo di percorrenza breve; gli astronauti delle missioni Apollo coprirono la distanza in tre giorni. Un tempo così breve permette sia di inviare rapidamente missioni di emergenza dalla Terra o di evacuare rapidamente l'equipaggio della base lunare.

il ritardo delle telecomunicazioni è di pochi secondi e non impedisce le normali conversazioni in voce e video.

una base lunare sarebbe un eccellente sito per un osservatorio astronomico. Data la lenta rotazione della luna, le osservazioni in luce visibile potrebbero durare interi giorni.

Un reattore a fissione nucleare potrebbe soddisfare la domanda energetica di una base lunare. Il vantaggio di un reattore a fusione nucleare è la disponibilità di elio-3 sulla luna, che verrebbe usato come combustibile.

   Svantaggi

la lunga notte lunare impedisce di far affidamento all'energia solare e richiede la progettazione di una struttura capace di reggere temperature estreme (anche se potrebbe essere risolto realizzando una serie di postazioni tali per cui ve ne sia sempre almeno una esposta al Sole);

sulla luna sono quasi assenti gli elementi chimici leggeri - idrogeno, ossigeno, carbonio, azoto - benché si sia trovato del ghiaccio d'acqua in prossimità dei poli. Questi elementi sono necessari per produrre aria respirabile, cibo e fonti energetiche. Questo limiterebbe la crescita della colonia e la manterrebbe dipendente dalle risorse della Terra. L'ossigeno è presente sulla luna, è il principale elemento costituente della regolite (la maggioranza delle rocce che ricoprono la sua superficie) ma l'energia richiesta per liberarlo è elevata.

l'assenza di atmosfera rende la superficie lunare non isolata ed esposta e grandi sbalzi di temperatura, nonché a livelli di radiazione paragonabili a quelli sperimentabili nel vuoto dello spazio interplanetario. L'assenza di atmosfera aumenta inoltre il rischio di impatto da meteore; in queste condizioni anche piccole pietre hanno la possibilità di distruggere strutture non adeguatamente protette.





  passato solo mezzo secolo da quel primo "bip" dello Sputnik 1 ma, come disse Neil Armstrong, «l'umanità ha fatto passi da gigante». I nostri piedi hanno calpestato il suolo della luna, le nostre sonde si sono spinte oltre i confini del sistema solare, il nostro sguardo ha raggiunto galassie lontane miliardi di anni luce. Eppure, il cosmo è immenso e ancora tutto da esplorare.

Il futuro si sta realizzando: presto basi spaziali fisse sul suolo lunare saranno realtà, anche se molte delle credenze quasi magiche sulle influenze del nostro satellite si conserveranno intatte e la maggioranza delle persone si affiderà ai calendari e alle fasi lunari per le attività agricole e per determinare il sesso o il giorno della nascita dei loro figli ancora per molto tempo.

L'uomo sarà comunque inesorabilmente spinto a superare sempre i suoi limiti. Prima degli anni 60 si credeva fosse impossibile sbarcare nello spazio o sulla luna. L'uomo è riuscito nei suoi primi traguardi e ne ha posti altri quasi impossibili davanti a sé avvicinando, ma allo stesso tempo allontanando, l'umanamente possibile come in un continuo sforzo quasi romantico verso l'infinito.

A partire dai primi filosofi astronomi fino ai nostri giorni ogni uomo ha sempre puntato gli occhi verso il cielo e ogni uomo nelle varie epoche si è sentito più vicino alle stelle e più lontano dalle umane sofferenze e, come il pastore errante di Leopardi, si è sentito spaesato e disorientato pensando a un possibile volo mistico in cielo. Le sue umili domande non hanno trovato risposta e il silenzio del cielo sconfinato gli ha confermato ciò che già sapeva, cioè che l'universo è un enigma indecifrabile. Ma la bellezza della primavera e del cielo stellato devono giovare a qualcuno, non possono essere semplici apparenze di un universo indifferente.

Anche altri hanno cercato di risolvere questi o altri interrogativi, ma nessuno ha mai trovato risposte univoche o soddisfacenti. Secondo Feuerbach ne "L'essenza del cristianesimo", «il cielo rammenta all'uomo il suo destino, gli rammenta che non è chiamato solo ad agire, ma anche a contemplare»; egli afferma che «l'uomo gode anche del raggio inutile della stella più remota». L'uomo infatti proietta fuori di sé la propria essenza cercando nell'oggetto qualcosa e trovando alla fine se stesso. La nostra specie quindi cerca di scoprire in ogni angolo dell'universo qualcosa che lo incuriosisca o lo renda felice. Qualcosa che lo spinge a cercare nuove vite, nuovi mondi, nuove prospettive. E ogni volta che cerca e riesce a scoprire qualcosa di nuovo in realtà si scopre sempre più solo. Il disagio può nascere dall'insoddisfazione di un desiderio infinito di ricerca come afferma Leopardi o da sensazioni di insignificanza della piccola terra in contrasto con l'immensità dell'universo. Ma in realtà l'uomo, secondo Feuerbach, non fa altro che conoscersi sempre di più «Anche le cose più lontane..anche la luna, anche il sole, anche le stelle gridono all'uomo il "conosci te stesso"» .

Attraverso la storia abbiamo imparato a conoscere come piccoli uomini siano diventati grandi per aver pensato sistemi e mondi sconosciuti ai più; piccoli uomini hanno rischiato la vita per la ricerca e la conoscenza di un altro. Da Galileo ai primi astronauti e cosmonauti, fino ad arrivare agli uomini del futuro che potranno dire di abitare su altri pianeti, satelliti o galassie diverse dalla nostra terra. La luna è stata solo il primo scoglio, il primo traguardo, la prima boa per salpare verso un mondo sconosciuto, verso l'universo infinito alla ricerca di noi stessi.

Perciò infine come afferma Feuerbach «di qualsiasi oggetto diveniamo noi coscienti che sia la luna o l'universo o dio sempre diveniamo nel contempo coscienti del nostro proprio essere; non possiamo affermare qualcosa d'altro, senza affermare noi sessi» .

Bibliografia

  • Guglielmino e Grosser, "il sistema letterario 2000" volume testi 5, 2005
  • Alfonso fresa,LA LUNA. Movimenti -configurazioni influenze e culto 3° edizione, Ulrico Hoepli Milano 1952
  • Piero Bianucci, LA LUNA . Tradizioni scienza futuro. Giunti, Firenze 1988
  • Microsoft Encarta 2008 Premium © & (p) 2007 Microsoft Corporation.


siti internet


https://www.cicap.org/articoli/ (con gli articoli del Dottor Fabio Pennacino, di Fabrizio Bonetto e di Marco Martini e di Silvano Fuso)

https://www.asi.it

https://www.esa.int/esaCP/Italy.html

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