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L'elaborazione dei dati: i numeri indici




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L'elaborazione dei dati: i numeri indici



Numeri indici semplici


Sono rapporti che servono per confrontare le intensità o frequenze di uno stesso fenomeno in due momenti o situazioni diverse.

Ad esempio, sapendo che la popolazione residente in Italia nel 1971 era costituita da 54.137.000 di abitanti e nel 1981 da 57.000.000 di abitanti possiamo considerare:


57.000.000 : 54.137.000 = x : 100


57.000.000 . 100

x = __________________ = 105,28

54.137.000

il che significa che supponendo la popolazione residente in Italia nel 1971 uguale a 100, nel 1981 si è registrata una popolazione uguale a 105,28.


Tale numero (105,28) rappresenta il numero indice semplice dell'ammontare della popolazione italiana nel 1981 rispetto a quello del 1971, per cui c'è stato un aumento del 5,28%.



Il numero indice semplice quindi è un semplice rapporto fra due numeri.



La situazione rispetto alla quale viene fatto il confronto (nel nostro esempio la popolazione nel 1971) è detta situazione base o base del numero indice.

Ne deriva che il numero indice si ottiene dividendo l'in­tensità del fenomeno in una situazione per l'intensità della situazione base e moltiplicando il quoziente per 100 (invece che 100 potrebbe comunque essere considerata qualsiasi potenza di 10).


I numeri indici permettono in definitiva di mettere a confronto le frequenze di uno stesso fenomeno in tempi o in luoghi diversi (serie temporali o territoriali).


I numeri indice riferiti ad una serie temporale si dicono numeri indici temporali, quelli relativi ad una serie territoriale numeri indici territoriali.





La base, cioè il termine con il quale vengono messi a confronto tutti gli altri, può essere fissa o varia­bile.


Con la base fissa è possibile confrontare più periodi di tempo rispetto ad un unico periodo, mentre con la base variabile è possibile confrontare periodi di tempo successivi.



Vediamo uno schema di calcolo dei numeri indici semplici:


Tempi

o luoghi

Intensità

Indici a base fissa

base-=-100



Indici a base

variabile


0 (base)












t


Yo



Y1



Y2






Yt



Yo 100

Yo Base


Y1 100

Yo


Y2

Yo





Yt 100

Yo




Y1 100

Yo



Y2 100

Y1





Yt 100

Yt-1



Naturalmente i dati yi devono essere confrontabili, cioè omogenei tra di loro.     .


Qui di seguito riportiamo i numeri indice con base 1871 dell'ammontare dalla popolazione italiana ai censimenti (base fissa).



Numeri indici dell'ammontare della popolazione italiana ai censimenti - Base: 1871 = 100


ANNO DI CENSIMENTO

NUMERO INDICE

(posto il 1871 = 100)


93, 5























I numeri indici relativi ad una serie temporale sono detti numeri indici temporali, quelli relativi ad una serie territoriale sono detti numeri indici territoria­li.

I numeri indici mettono in luce più efficacemente delle cifre da cui sono stati ottenuti, le variazioni dei prezzi intervenute nel periodo considerato.


Per calcolare l'inflazione l'ISTAT considera un paniere di beni e calcola le variazioni dei prezzi di tutti i beni che compongono il paniere. Per fare ciò si utilizza una tecnica detta degli indici composti che utilizza le medie che vedremo nelle prossime lezioni.



Vediamo adesso un articolo di giornale che evidenzia le problematiche della scelta dei beni che compongono il paniere.


INFLAZIONE / L'Istat adegua i suoi calcoli



Il nuovo paniere è servito Largo a 34 «new entry,»


di Elena G. Polidori ROMA -



Dopo mesi di po­lemiche, l'Istat ha deciso di adeguare il paniere utilizza­to per il calcolo dell'inflazio­ne eliminando 21 prodotti or­mai obsoleti e facendone en­trare 34 di nuovi e di largo consumo, tra cui il miele, il pediatra, la pizza al taglio e la tintura per capelli. In usci­ta la farina di granoturco, il passaverdura e il borotalco. Nel nuovo paniere a fronte di 577 cosiddette posizioni rappresentative sono presen­ti 960 prodotti (nel 2002 erano 930), in quanto alcune po- . sizioni sono di «natura com­posita», cioè formate da più prodotti, ad esempio i servi­zi di telefonia per i quali si rilevano diverse tariffe. Così come, nel restyling del panie­re, si trova anche l'ampíia­mento della base territoriale e la stima di ponderazione. Una rivoluzione, dunque, at­tesa ma ampiamente annun­ciata.

L' Istat, in pratica, pas­sa all'offensiva, respinge le critiche sui calcoli dell'infla­zione e spiega  perché l'infla­zione percepita è più alta di quella effettivamente rilevata­.

Andrea Mancini, direttore del dipartimento statistiche economiche, è partito dalle parole di Antonio Fazio («l' Istat utilizza criteri di calco­lo tradizionali e rigorosi») per difendere l'istituto dagli attacchi cui è stato sottopo­sto in questi mesi: «Bisogna apprezzare la tradizione­

- ha detto - come forza dell' esperienza». Quindi, le criti­che e le polemiche di questi mesi: «Abbiamo cercato di trasformarle in miglioramen­ti: il tavolo tecnico con i con­sumatori ha portato a una se­rie di suggerimenti che noi abbiamo verificato al mo­mento di costruire il paniere». Ad esempio, il maggior peso attribuito alla Rc -auto. Che, infatti, cambierà e avrà un peso superiore al 34% ri­spetto all'altro paniere, an­che se il peso di questa «vo­ce» peserà solo dello 0,1% alla fine del calcolo.

E que­sto perché, come ha spiegato l' Istat, la metodologia di calcolo rimarrà invariata men­tre il peso sulle rilevazioni aumenterà, come si é detto, di oltre un terzo, ossia del 34%.

Questo aiuterà a rendere più stretto il divario tra inflazio­ne reale e quella invece per­cepita? Un argomento,che l'Istat respinge con fermez­za. «Negli ultimi tempi -  ha spiegato Mancini - ci so­no stati picchi di inflazione sui beni ad acquisto frequente, quelli di consumo quoti­diano, ad esempio gli ortag­gi. E questo ha un effetto sul­la percezione dei consumatori. Al contrario, il raffreddamento dei prezzi sui beni di consumo durevoli (gli elet­trodomestici o le automobili) non viene egualmente per­cepito dai consumatori. An­zi: l'esempio è quello di un accanito fumatore, che compra tutti i giorni i cerini, si ac­corge immediatamente di un aumento dei prezzi e lo ri­scontra ogni giorno. Al con­trario, un frigorifero viene acquistato raramente e il con­sumatore non percepisce che il prezzo è cresciuto poco.

Ma vera novità riguarda la cosiddetta «nuova ponderazio­ne», ovvero il peso dei vari capitoli di spesa nella deter­minazione dell'inflazione. In sostanza, sulla base di alcu­ne variabili basate sulle abi­tudini dei cittadini, l'Istat ha deciso una sorta di scala di valori all' interno dei generi che compongono il paniere. Così nel nuovo calcolo «ponderato» dell'inflazione perdono peso gli alimentari (-2,1%), le spese per abita­zione acqua, energia e com­bustibili (-1,6%), le spese per la casa (-3,4%), ma an­che i trasporti (-1,4%), le co­municazioni (-2,4%), gli spettacoli e -la cultura (-3,3%). Gli italiani ora - a giudizio dell' Istat - spendo­no una parte più consistente delle loro entrate per l'abbi­gliamento e le calzature, il cui peso nei paniere aumen­ta del 5,5%, e per alberghi e ristoranti (+5,4%). Acquistano «peso» anche lo spese per la sanità (+2,2%), per alcolici e tabacchi (+2,2%), per istruzione (+1,3%).




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