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Agriturismo




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AGRITURISMO


Nel corso degli ultimi decenni le aree rurali sono state interessate da profonde trasformazioni che hanno prodotto una modifica sostanziale della loro tradizionale struttura economico- sociale. Queste zone hanno acquistato una crescente importanza in termini di caratterizzazione dell'ambiente e del paesaggio,dovuta ad un mutamento sostanziale degli stili di vita e di consumo. A formare lo spazio rurale, quindi, concorrono sempre più attività economiche rurali:turismo,commercio,artigianato,servizi alle imprese e alle persone,ecc. Ad esempio la ricerca del benessere fisico ha avuto come conseguenza diretta la valorizzazione delle risorse naturali, che nei consumi si è manifestata attraverso la ricerca e l'acquisto di prodotti incontaminati e nel turismo tramite la riscoperta e la valorizzazione dei beni ambientali. Uno degli effetti immediati è stato l'ampliamento e il rafforzamento dell'offerta di turismo rurale e delle sue due componenti principali: l'agriturismo e i prodotti agroalimentari locali. Questi settori, infatti, nel corso degli ultimi due decenni, sono stati oggetto di una crescente attenzione da parte delle politiche comunitarie e nazionali a favore delle aree rurali. In particolare ad essi è stato assegnato un ruolo strategico nel favorire l'avvio e il consolidamento di processi di sviluppo sostenibili, di carattere locale, gestiti dagli operatori presenti nell'area di intervento, basati sulle risorse endogene sia materiali (risorse ambientali, architettura, infrastrutture, monumenti, produzioni alimentari tipiche, ecc.) sia immateriali (cultura, tradizioni, professionalità, storia, ecc.). È importante chiarire cosa si intende quanto si parla di turismo rurale, agriturismo, prodotti tipici e territoriali. Turismo rurale e agriturismo, infatti, sono termini di uso comune: riflettono gli orientamenti che una parte di turisti manifesta a vantaggio di forme di vacanza che si svolgono nelle località rurali. È pressoché impossibile pervenire ad una definizione univoca delle tipologie possibili riconducibili alle forme turistiche indicate; la loro differenziazione in funzione delle strutture utilizzate e delle attività svolte dal turista è complessa e di difficile caratterizzazione. Tali forme di turismo in parte hanno un fondo comune costituto dal contesto ambientale in cui si svolge la pratica turistica ma si differenziano sia per i soggetti imprenditori sia per le leggi che ne disciplinano il funzionamento. Conviene "classificare" come turismo rurale tutte quelle attività turistiche che vengono praticate in temi specifici (trekking, birdwatching, ippoturismo, pernottamento in edifici rurali, ecc.) e l'agriturismo come una forma di turismo rurale che presenta caratteri particolari nell'organizzazione dell'offerta essendo connessa all'azienda agricola. Per quanto riguarda i prodotti agroalimentari, il mondo delle produzioni tipiche risulta estremamente complesso e frammentato e soprattutto raccoglie tipologie di prodotto eterogenee. Per il consumatore europeo si parla di prodotti tipici, di origine geografica, di caratteristiche artigianali, di particolarità del processo di trasformazione, di peculiarità nell'utilizzazione gastronomica, indipendentemente dal fatto che essi siano oggetto di una forma di garanzia o protezione comunitaria e/o nazionale (DOP, IGP, ecc.).

In questa pubblicazione con la terminologia "prodotti territoriali", ci si riferisce all'insieme delle produzioni territoriali comprendendo sia i prodotti ad origine garantita sia le poche specialità tradizionali registrate a livello europeo sia alle molte specialità alimentari sia non godono di alcun regime di tutela. Nelle aree rurali italiane, molte iniziative di valorizzazione del turismo rurale, dell'agriturismo e dei prodotti agroalimentari locali, realizzate grazie all'attuazione di programmi nazionali e comunitari, hanno contribuito a: diffondere una maggiore consapevolezza delle opportunità di sviluppo offerte da un uso sostenibile e integrato delle risorse locali; recuperare risorse che rischiavano di scomparire (ad es. molte produzioni agroalimentari tradizionali) o di degradarsi (ad es. il paesaggio rurale, gli edifici rurali, i monumenti, ecc.) o nel migliore dei casi sarebbero rimaste sottoutilizzate; qualificare il territorio ad esempio attraverso l'introduzione di servizi sia per le imprese sia per la popolazione o di infrastrutture; rafforzare l'identità locale e il sentimento di appartenenza alla comunità locale, attraverso la creazione di nuovi legami fra gli abitanti locali e la valorizzazione delle risorse culturali, ambientali e economiche dell'area; ridisegnare i rapporti fra aree urbane e rurali; rendere maggiormente attrattivo il territorio rispetto ad altri territori grazie alla creazione di una offerta peculiare. Anche se in molti casi sono state avviate iniziative che hanno dato risultati significativi, vi è ancora molta strada da fare. Le aree rurali presentano forti potenzialità che però devono essere gestite sistematicamente affinché diventino una occasione reale per innescare dinamiche di sviluppo durature e sostenibili anche dal punto di vista economico e sociale. L'offerta di turismo rurale in Italia, infatti,pur potendo contare su numerose iniziative imprenditoriali di qualità,incontra ancora molte difficoltà nell'organizzare e coordinare la propria offerta a livello territoriale. Di fronte all'incremento della domanda registrato nel corso di questi ultimi anni e alle crescenti attese dei consumatori - sempre più interessati non solo alla fruizione dei servizi in azienda ma al territorio nel suo complesso - è necessario costruire una offerta integrata e di qualità capace di rendere maggiormente attrattive e competitive le aree rurali nel panorama complessivo dell'offerta turistica. In altre parole, il successo delle attività legate al turismo rurale è riconducibile sia al contesto (caratteristiche economiche, sociali, culturali, ambientali, storiche-architettoniche dell'area), sia alla capacità organizzativa e produttiva del territorio nel suo insieme e delle singole aziende che compongono l'offerta locale. È necessario, quindi, porre in essere a livello locale una serie di processi di riorganizzazione locale creando le condizioni affinché si realizzi una piena sinergia fra quanto viene attuato a livello collettivo (territorio nel suo insieme) e a livello aziendale (singola componente dell'offerta territoriale). Il "livello collettivo" per quanto riguarda le attività di turismo rurale, è ben rappresentato dalla costruzione di itinerari, mentre per quanto riguarda le produzioni agroalimentari si può tradurre in iniziative comuni di valorizzazione. È con questo intento che molti Gruppi di Azione Locale, nati nell'ambito dell'Iniziativa Comunitaria LEADER II, hanno ideato e realizzato diversi progetti per promuovere il turismo rurale in diverse realtà locali. L'attuazione del Leader ha evidenziato come le esperienze di maggior successo siano state quelle basate sui seguenti presupposti:


. il rispetto della vocazionalità ambientale,culturale,storica e architettonica di un territorio;

. la ricerca della qualità nella costruzione dell'offerta locale;

. integrare in un una logica di sistema (creazione di reti locali) le iniziative realizzate dai singoli operatori.

L'Iniziativa Comunitaria Leader II è stata ideata con l'obiettivo di contribuire a generare in ogni territorio la capacità di promuovere e realizzare in maniera autonoma e autopropulsiva il proprio sviluppo. L'assunto di base è che ogni dinamica di sviluppo deve partire all'interno di ogni comunità locale dal confronto delle forze (economiche, sociali e istituzionali) che vi agiscono ed essere costruito sulla storia e i fattori competitivi specifici di ogni area. In Italia il Leader II ha sostenuto, perciò, la creazione di 203 Gruppi di Azione Locale (costituiti da un insieme di partner pubblici e privati) che hanno ideato e attuato dei Piani di Sviluppo Locale, per zone rurali di piccola dimensione (mediamente di circa 708 Kmq e 49.000 abitanti) finalizzati alla realizzazione di un insieme integrato di interventi sia di carattere economico (piccoli interventi a sostegno del settore agricolo, turistico, artigianale, agroalimentare, ambientale) che socio- culturale (azioni per sensibilizzare, informare, e formare le popolazioni locali). La conoscenza delle principali tendenze e condizioni che caratterizzano lo sviluppo e l'evoluzione della domanda di turismo rurale può essere particolarmente utile nella fase di costruzione di strategie di sviluppo volte a creare una offerta locale di qualità e capace di attivare flussi turistici. Questa parte riporta alcune considerazioni di carattere generale sia sulla domanda sia sull'offerta in agriturismo che possono aiutare ad inquadrare il fenomeno, così come si presenta attualmente, e offrire alcuni spunti di riflessione su come orientare e promuovere lo sviluppo di questa attività nelle diverse aree rurali. Allo stato attuale non esistono fonti statistiche ufficiali che permettano di inquadrare con precisione le tendenze del turismo rurale nelle diverse aree italiane. Quanto riportato successivamente è il frutto dell'esperienza maturata nel settore dall'autore e dei risultati di diverse rilevazioni condotte sul settore turistico in generale e di indagini specifiche sull'agriturismo.


Alcune note sull'evoluzione della domanda sulle preferenze manifestate dai consumatori


L'andamento altalenante delle presenze turistiche, registrato in questi ultimi anni nel nostro Paese, ha interessato anche le aree rurali ma con un impatto e risultati diversi. In queste zone, infatti, si registrano trend decisamente positivi. Pur non esistendo rilevazioni ad hoc sul fenomeno, questa tendenza del settore è evidenziata dall'incremento delle strutture ricettive agrituristiche che accolgono un numero sempre più elevato di turisti2. Ciò sembra confermare quanto gli studiosi del fenomeno turistico vanno affermando da tempo e cioè che il turismo rurale è una realtà che:

. ha una sua identità precisa;

. copre un segmento della domanda fortemente caratterizzata;

. esprime un prodotto appetibile per il mercato interno e internazionale.

Il settore è quindi oggetto di una attenzione crescente in conseguenza, probabilmente,

dell'evoluzione delle preferenze e degli stili di consumo della domanda turistica. I principali elementi che caratterizzano l'evoluzione della domanda a livello nazionale possono essere riassunti in:

a) una crescita delle presenze di turisti italiani, che fa seguito all'aumento delle presenze di stranieri registrato negli ultimi cinque anni.Alcune tendenze di carattere generale che interessano tutto il settore turistico sono particolarmente positive per le aree rurali. In particolare, per quanto riguarda l'Italia, l'ultimo Rapporto sul turismo relativo al 1999, del Dipartimento del turismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, evidenzia una nuova fase di espansione del turismo internazionale con ritmi di crescita abbastanza sostenuti e, comunque, superiori a quelli della fine degli anni '80. In linea generale, i 15 milioni di presenze annue che hanno fatto registrare i posti letto agrituristici sembrano destinate a crescere ulteriormente;

b) una formidabile crescita dei temi legati al mondo della gastronomia e dei prodotti di alta qualità.Sempre sulla base dei dati del Rapporto sul turismo relativo al 1999, il turismo enogastronomico registra un particolare sviluppo diventando per certe fasce

di utenti, la motivazione principale degli spostamenti. Inoltre, questa forma di fruizione turistica appare sempre meno legata all'ottica escursionistica, per ritagliarsi

uno spazio e dei tempi ben definiti che possono andare dal week-end all'intera settimana. In questo ultimo caso la scoperta più generale del territorio e delle risorse

culturali, artistiche e naturalistiche in esso presenti assume un rilevo particolare;

c) un consolidamento del target esperto, fortemente fidelizzato, con un ottimo livello

di conoscenza, ed un'alta percentuale di ritorno presso la azienda ospitante, i luoghi,

o più in generale verso la tipologia di offerta delle aree rurali;

d) un maggiore stile esplorativo dei clienti;

e) un aumento della sensibilità ambientale nel consumo di servizio di turistici, con ripercussioni  sia a livello delle strutture ospitanti, che dello stile di ospitalità (da stime effettuate dalle associazioni di settore emerge che le preferenze dei consumatori sembrano orientate verso le aziende agrituristiche caratterizzate, oltre che per l'offerta di prodotti tipici,anche per una buona organizzazione delle attività ludico-ricreative).


IL PUNTO DI VISTA DEL CONSUMATORE DI CITTÀ E L'EVOLUZIONE DELL'OFFERTA


In questo periodo assistiamo ad un nuovo modo con cui la società metropolitana si rapporta con il mondo rurale. Questo nuovo approccio è più rispettoso, più sensibile al rapporto territorio/presenza umana, ma tende anche a riaffermare la positività di alcuni valori. Questi possono essere sintetizzati in tre direzioni principali. Il primo é quello della "memoria ritrovata" e riguarda:

. il recupero delle "radici", del folkore, delle abitudini, delle tradizioni;

. l'interesse per l'architettura degli edifici rurali e del paesaggio;

. la rivalutazione della dignità del lavoro e dell'attività agricola;

. il riconoscimento del ruolo centrale delle aziende agricole nella difesa dell'assetto

del territorio; la valorizzazione della gastronomia rurale, regionale, tradizionale;

Il secondo é quello della salute e del benessere che si esprime:

. nel piacere della qualità della vita, dell'aria, delle acque, ecc.;

. nel ritrovare il piacere del mangiare sano e genuino;

. nel paesaggio rurale come fonte di soddisfazione e relax

Il terzo é quello più dichiaratamente "turistico" e riguarda:

. la qualità del rapporto umano e la capacità di accoglienza;

. il rapporto costo della vacanza/servizi;

. la sensazione della scoperta di emergenze paesaggistiche, artistiche, archeologiche,

ma anche temi di visita minori.

All'interno di questo ultimo "filone", bisogna tenere conto di un'altra importante

motivazione, se si vuole capire a fondo la crescita del mercato del turismo in campagna. Questa motivazione si può descrivere come: la rassicurante sensazione di partecipare ad un grande e positivo movimento collettivo che gode di un consenso indiscusso.

Per concludere questo breve panorama sulle tendenze del turismo rurale nel nostro Paese è opportuno ricordare i punti di forza di questa evoluzione:

. ampia e diversificata presenza di risorse naturali, culturali, paesaggistiche, nei diversi territori;

. buona possibilità di integrazione tra offerta dei centri storici e campagne;

. ottime prospettive di integrazione tra sistemi turistici ampiamente consolidati (es.

riviera adriatica emiliano-romagnola) e zone rurali confinanti;

. ampia gamma delle attività realizzabili;

. esistenza di flussi di visitatori (esempio ritorno di emigrati nelle zone di provenienza nel periodo estivo) che possono stimolare ulteriori flussi turistici;

. aumento dell'interesse per il prodotto turistico locale da parte di operatori professionali;

. creazione di itinerari stabili grazie all'impulso di amministrazioni pubbliche;

. gran parte del turismo rurale italiano è comunque ancora molto influenzato da

una forte stagionalità, ed incontra difficoltà a trovare spazio nei canali professionali

(tour operator, reti telematiche). Per cogliere appieno queste opportunità è necessario:

a) costruire una offerta integrata a livello territoriale;

b) attivare servizi turistici (prenotazione, informazione, ecc.) efficienti;

c) realizzare strategie di comunicazione territoriale mirate;

d)creare una offerta segmentata in funzione degli strati della domanda (qualità/prezzo).

Nell'esaminare il quadro normativo esistente a livello nazionale e regionale occorre

innanzi tutto distinguere tra due settori produttivi che nella realtà sono strettamente

collegabili: il turismo rurale e l'agriturismo. Oltre ai provvedimenti specifici bisogna poi richiamare alcune prescrizioni, soprattutto di carattere sanitario, che riguardano invece la produzione, la manipolazione e la commercializzazione di prodotti alimentari, che si applicano indifferentemente a soggetti che sono sia agricoltori, sia artigiani od operatori commerciali. Per ovvie esigenze di sintesi si è ritenuto opportuno non includere in questo breve quadro tutto ciò che si riferisce alle questioni di carattere fiscale ed amministrativo, con la sola eccezione della normativa che consente alle aziende agricole la vendita diretta al consumatore, per i riflessi che essa può assumere nell'ideazione e impostazione delle attività da realizzare.


Turismo rurale ed agriturismo: il quadro normativo comunitario e nazionale


Per l'attuale quadro normativo italiano le attività di turismo rurale sono tutte le attività turistiche realizzate da operatori localizzati al di fuori delle aree urbane, così come definite dagli strumenti urbanistici.

L'agriturismo è invece una vera e propria attività agricola, accessoria alla coltivazione o all'allevamento, inquadrata dalla L. 5 dicembre 1985 n. 730, e dalle varie legislazioni regionali che ne discendono come di seguito specificato e integrata dalla Legge di orientamento e modernizzazione del settore agricolo del 15 giugno 2001. In Europa il concetto di agriturismo non è così distinto dal turismo rurale e spesso le figure di operatori si sovrappongono, in Italia invece, anche a causa della necessità di identificare correttamente i potenziali beneficiari di contributi previsti nelle diverse legislazioni regionali sull'agriturismo, si è ritenuto opportuno tracciare un confine netto tra le due attività. Allo stato attuale solo alcune regioni (Emilia Romagna, Molise,Alto Adige, Umbria) hanno affrontato e risolto il problema di una disciplina specifica per il "turismo rurale", definito in modo alternativo e  complementare dall'agriturismo, per lo più privilegiando il riutilizzo di edifici e strutture storiche o tradizionali da destinare ad ospitalità (case ed appartamenti di vacanza) o ristoro4. La nuova Legge di Orientamento e modernizzazione del settore agricolo ha aperto spazi di lavoro di grande importanza per le imprese agricole sia in tema di vendita diretta dei prodotti (è stata, infatti, riformata la Legge n. 59 del '63) ampliando le possibilità di commercializzazione collettiva, sia in merito allo sviluppo di servizi agrituristici. Il regime amministrativo e fiscale dell'agriturismo è proposto come soluzione per realizzare tutte le nuove attività delle imprese agricole diversificate.


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