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Distensione e confronto




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Distensione e confronto


Parola chiave: Dissenso
Mito e realtà degli anni '60
La coesistenza fra i due blocchi politico-militari in cui era diviso il mondo si confermò e si consolidò
Kennedy (1960-63) e Kruscev (1953-64):
1960: scaduto il secondo mandato di Eisenhower, il candidato democratico John Fitzgerald Kennedy salì alla presidenza.
1961: primo incontro fra Kennedy e Kruscev a Vienna, dedicato al problema di Berlino Ovest: fallimento. Gli Stati Uniti riaffermarono il loro impegno in difesa di Berlino Ovest. I sovietici risposero innalzando un muro
America Latina: Kennedy tentò di soffocare il regime di Fidel Castro a Cuba. sbarco alla Baia dei Porci: totale fallimento. si inserì l'Unione Sovietica, che iniziò l'installazione nell'isola di alcune basi di lancio per missili nucleari.
1962: Kruscev acconsentì a smantellare le basi missilistiche in cambio dell'impegno americano ad astenersi da azioni militari contro Cuba.
nuova fase di distensione.
1963: Stati Uniti e Unione Sovietica firmarono un trattato per la messa al bando degli esperimenti nucleari nell'atmosfera.
Kruscev interpretò il confronto fra i blocchi soprattutto in chiave di competizione economica fra i due sistemi. eccesso di ottimismo, destinato di li a poco a essere smentito dall'andamento tutt'altro che brillante dell'economia sovietica. Kruscev, nel 1964, fu estromesso da tutte le sue cariche.
1963: Kennedy fu ucciso a Dallas (nel '68 furono uccisi Robert Kennedy, fratello di John e probabile candidato alla presidenza, e Martin Luther King).
1964: presidenza Lyndon Johnson, esperto uomo politico di formazione roosveltiana. Finì col legare il suo nome alla guerra del Vietnam.
La Cina di Mao:
Contrasto fra le due maggiori potenze comuniste: Unione Sovietica e Cina. i comunisti cinesi avevano dovuto sostenere un compito non meno difficile di quello affrontato nel '17 dai bolscevichi russi. Per promuovere in tempi brevi un rilancio della produzione agricola, la dirigenza comunista varò, una nuova strategia che fu definita «del grande balzo in avanti». simile a quella dei piani quinquiennali sovietici. colossale fallimento: la produzione agricola crollò, provocando una spaventosa carestia.
Rottura con l'Urss: i sovietici criticarono ampiamente la linea e , fra il '59 e '60, richiamarono i loro tecnici, infliggendo un duro colpo alla già provata economia cinese. Mobilitazione, che culminò, fra il '66 e il '68, nella cosiddetta «rivoluzione culturale»: sotto accusa insegnanti e dirigenti politici, intellettuali e artisti.
A partire dal '68, lo stesso Mao cominciò a porre un freno al movimento da lui suscitato.
1971: la rivoluzione culturale si chiudeva definitivamente.
1972: clamorosa apertura agli Stati Uniti, sancita, da un viaggio del presidente americano Nixon a Pechino e dall'ammissione all'Onu della Cina comunista.
La guerra del Vietnam:
gli accordi di Ginevra (1954) avevano diviso il Vietnam in due repubbliche: quella del Nord, retta dai comunisti e quella del Sud governata da un regime semidittatoriale cattolico appoggiato dagli americani che cercavano di sostituire la loro influenza a quella francese. Contro il governo del Sud, si sviluppò un movimento di guerriglia (il Vietcong) guidato dai comunisti e sostenuto dallo Stato nordvietnamita.
La continua dilatazione dell'impegno militare americano (l'escalation) non fu però sufficiente a domare la lotta dei vietcong.
Di fronte a un nemico inafferrabile, l'esercito statunitense entrò in una profonda crisi.
1968: Johnson decise la sospensione dei bombardamenti sul Nord annunciò la sua intenzione di non ricandidarsi alle elezioni. Il suo sucessore, Nixon, avviò negoziati ufficiali con il vietnam del Nord e ridusse progressivamente l'impegno militare americano.
1975: tutta l'Indocina era diventata comunista.
L'Urss e l'Europa orientale: da Kruscev a Breznev (1964-82).
Romania, sotto la guida di Nicolae Ceausescu, riuscì a conquistare una certa autonomia.
1968: interessante esperimento di liberalizzazione mai tentato fin allora in un paese del blocco sovietico fu quello avviato in Cecoslovacchia, che visse in effetti una stagione di radicale rinnovamento politico e di esaltante fermento intellettuale, e parve dar corpo all'ideale di un socialismo dal volto umano, la «primavera di Praga» => repressione sovietica.
A condannare l'intervento non furono singoli intellettuali, ma interi partiti comunisti occidentali (a cominciare daquello italiano).
La crisi polacca del '70 fu risolta con la concessione di aumenti salariali e con il cambio del vertice.
Per le democrazie dell'Europa occidentale, gli anni '60 e i primi anni '70 rappresentarono un periodo di complessiva prosperità.
In Italia, in Germania occidentale e in Gran Bretagna, questa fase coincise con l'entrata al governo dei socialisti.
In Germania federale: Nel 1969 i socialdemocratici si allearono con i liberali e governarono per un quindicennio. Brandt e la «Ostpolitik»: graduale superamento dei blocchi, instaurazione di rapporti diplomatici coi paesi comunisti.
Più sfortunata fu l'esperienza di governo dei laburisti inglesi, con Wilson: congiuntura economica difficile e questione irlandese.
1972: adesione inglese al Mercato comune, che non sarebbe stata però sufficiente a risolvere i problemi dell'economia britannica, né a rilanciare il processo di integrazione politica fra gli Stati del vecchio continente.
Il Medio Oriente e le guerre arabo-israeliane:
Dopo la crisi di Suez del '56, il Medio Oriente continuò a rappresentare un pericoloso focolaio di tensione locale a causa della permanente ostilità fra Israele e i paesi arabi (che rifiutavano di riconoscere lo stato ebraico), ma anche un terreno di scontro fra l'Unione Sovietica, divenuta grande protettrice dell'Egitto, e gli Stati Uniti, che sostenevano con decisione Israele.
La guerra dei sei giorni: la distruzionne al suolo dell'intera aviazione egiziana fu un disastro per gli arabi, che contarono più di 30.000 morti, gli israeliani solo poche centinaia. La disfatta determinò il distacco dei movimenti di resistenza palestinese, riuniti nell'Olp, dalla tutela dei regimi arabi. Guidata a partire dal 1969 da Yasser Arafat, già leader del gruppo principale, quello di Al Fatah, l'Olp pose le sue basi in Giordania.
1970: «settembre nero». il re di Giordania Hussein mobilitò le sue truppe contro i feddayn e i profughi palestinesi, che dopo aver avuto migliaia di morti, furono costretti a riparare nel vicino Libano. Da allora l'Olp avrebbe esteso la lotta terroristica sul piano internazionale, con una serie di dirottamenti aerei e di attentati clamorosi, come quello attuato a Monaco contro gli atleti israeliani, durante le Olimpiadi del '72.
1973: guerra del Kippur. Le truppe egiziane attaccarono di sorpresa le linee israeliane, dilagando nel Sinai. Ma israele riuscì a capovolgere le sorti del conflitto, grazie anche ai massicci aiuti americani. La chiusura del Canale di Suez e il blocco petrolifero, decretato dagli Stati arabi, contro i paesi occidentali amici di Israele, diedero alla crisi una dimensione globale, con conseguenze di vasta portatasull'economia e sugli equilibri internazionali.

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