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Analizzare i tratti dei personaggi terenziani confrontandoli con quelli di plauto




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ANALIZZARE I TRATTI DEI PERSONAGGI TERENZIANI CONFRONTANDOLI CON QUELLI DI PLAUTO


Terenzio (184-185 Cartagine- 159 Grecia) aveva esordito nel 166 a.C. con I' Andria. In seguito compose altre cinque commedie I' Heautontimorumenos, / 'Eunuchus, il Phorm io, i' Hecyra, gli Ade/phoe.


Tra tutte quella che sicuramente ebbe maggior successo fu 1' Eunuchus.

Le pur controverse notizie biografiche antiche inseriscono Terenzio al centro di quella che gli storici moderni usano chiamare "età degli Scipioni".

Il debutto teatrale di Terenzio risulta collocarsi due anni dopo la battaglia di Pidna, che, con la definitiva vittoria sui Macedoni, costituì un momento cruciale nell' evoluzione della potenza romana e nei rapporti di Roma con 1' Oriente e con la Grecia. Di qui in avanti per circa venti anni si ha un lungo periodo di pace in cui Roma consolida la sua posizione di potenza imperiale.

Quindi dopo il 168 l'appropriazione del mondo greco si sviluppò su più livelli distinti:

modificazioni nel gusto e nella mentalità, crescita dei consumi di lusso e dei consumi d'arte e interessi per nuovi modelli culturali ed ideologici rinvigoriti attraverso nuovi tipi di contatto culturale. Questo nuovo indirizzo portò, proprio con Terenzio, a innovazioni anche nella poesia scemca.


11 genere comico era stato, con Pianto, un grande mezzo di intrattenimento popolare. Poco importa, da questo punto di vista quanto fosse profondamente raffInata 1' arte di Pianto, con la sua imprevedibile fantasia ritmica e verbale. Di fatto, le commedie di Plauto riuscivano ad avere successo presso il più vasto pubblico, quanto allora nessun' altra forma di comunicazione letteraria. Sicuramente Plauto divertiva e appassionava anche chi non fosse per nulla sensibile alle problematiche culturali degli originali menandrei.

Sul piano dei contenuti, il teatro plautino non sottopone il suo pubblico a sforzi di approfondimento e di meditazione: tutto risiede nelle invenzioni comiche. Le trame offrono al pubblico un riferùnento, senza che si debba scavare nella psicologia dei personaggi in azione.

Il            teatro di Terenzio accetta 1' inquadramento convenziale e ripetitivo delle trame suddette senza originalità: il topos dominante in Terenzio è 1' interesse per i significati: per l'uomo che èmesso in gioco dagli intrecci della commedia. Il difficile tentativo di Terenzio è usare un genere fondamentalmente popolare per comunicare anche sensibilità e interessi nuovi. Quindi le difficoltà incontrate da Terenzio si devono ricondurre a questa innovazione.

Per il procedimento formale non vi è nessun divario dal consueto meccanismo scenico della palliata, tolta la diversa funzione attribuita ai prologhi che costituiscono una vera novità nel teatro classico.



Scopo di quelli plautini era essenzialmente I' informazione sull' antefatto, invece non e necessario per le commedie terenziane 1' esposizione dell' argunientum; il prologo ha così un carattere di polemica letteraria esposta quasi come una scena preliminare da un attore.

Evidente è anche la differenza nella delineazione dei tipi tra Plauto e Terenzio: in quest' ultimo sono alquanto più rilevati i caratteri di serietà e di moralità. Sostanzialmente serio il tipo del padre, circondato per lo più di ridicolo invece in Plauto:

se ne presenta il contrasto tra la figura dell' autoritario e del condiscendente (Adelphoe).

Per quanto riguarda proprio quest'ultima commedia, il personaggio che meglio rappresenta le novità di Terenzio rispetto alla produzione plautina, è proprio la figura di Micione. Questo èinfatti un padre benevolo, che basa l'educazione del figlio sulla stima, la comprensione e la fiducia, che riesce ad avere un buon dialogo con questo, ponendosi più come un amico confidente che non come un rigido educatore. Nella

commedia è contrapposto al fratello Demea, che è invece burbero, severo, autoritario e soprattutto tradizionalista.

.. quelle azioni che gli altri fanno all'insaputa dei padri e che sono normali per un giovane, io ho abituato mio figlio a non tenermele nascoste. Infatti, chi prende l'abitudine e ha il coraggio di mentire e di ingannare suo padre, tanto avrà più coraggio di farlo con gli altri. Io penso che sia meglio tenere a freno i figli facendo appello al loro senso morale e trattandoli con indulgenza invece di far leva sulla paura     questo è il compito di un padre: abituare il figlio a comportarsi bene spontaneamente piuttosto che per paura degli altri: questa è la differenza tra un padre e un padrone. Chi non è capace di far ciò, ammefta di non saper esercitare la sua autorità sui figli." (versi 50-80 Adelphoe)

Non è una vergogna che un ragazzo vada a donne e beva, e neanche che sfondi una porta. Se tu ed io non abbiamo fatto queste cose è perché la mancanza di mezzi ce l'ha impedito. se avessimo avuto le possibilità l'avremmo fatto anche noi  (versi 100-110 Adelphoe)

Per quanto riguarda invece la commedia di Terenzio "Hecyra", la figura che più colpisce e che rappresenta una novità è proprio quella della cortigiana. Ella non appare più come una donna priva di buoni costumi e anzi spesso si rivela onesta ed educata più di qualsiasi altra persona. Infatti in quest'opera Bacchide (nome tipico per una cortigiana) ha una tale nobiltà di sentimenti da intervenire per aiutare l'uomo che un tempo l'aveva amata ma che ormai si era sposato ed aspettava un figlio.

Lach.: Entra da queste donne e offri loro lo stesso giuramento: dà loro soddisfazione e libera te stessa da questa accusa

Bacch. .: Certo che lo farò :un'altra del mio mestiere credo non lo farebbe, presentarsi a una sposa per uno scopo di questo genere:

ma non voglio che tuo figlio sia sospettato per falsa diceria, nè che egli sembri a voi cioè a chi meno deve sembrare, un uomo leggero senza averne colpa, perché egli si merita da me che io gli faccia del bene per quello che posso  " (versi755-761 Hecyra)

I giovanotti non sono neanche in Terenzio bravi ragazzi, ma sono più educati e responsabili; addirittura qualcuno ha anche un certo sentimento dell'onore (come nel Hecyra).

Per quanto riguarda le altre figure, il parassita non è più solo un ingordo grossolano e la suocera per niente bisbetica.

sicuramente la novità più importante è comunque l'analisi introspettiva dei personaggi.

L'approfondimento psicologico è sicuramente la parte in cui emerge Terenzio e supera il predecessore. Tutto l'interesse dell'autore si incentra sulla caratterizzazione umana, conforme al tipo drammatico delineato dai teorici greci, volto a un'arte come "imitazione della vita"(miinesis) che affievolisce la vis comica. Il teatro di Terenzio mette quindi in scena gli ideali di rinnovamento culturale dell'aristocrazia scipionica e per questo rinuncia all'esuberanza che tanto aveva contribuito al successo del teatro plautrno.

Terenzio inoltre cura molto di più la coerenza e trascura l'illusione scenica.

Lo sviluppo dell'azione non prevede mai metateatro; vengono anche rigorosamente eliminate quelle battute dei personaggi che non abbiano una diretta motivazione interna allo svolgimento drammatico. Sicuramente la prima superficiale impressione è quella di una piatta                uniformità soprattutto nel confronto diretto con Plauto. Guardando il linguaggio di Terenzio alla luce del predecessore, sembra che la lingua sia stata selezionata, quasi censurata. I personaggi "bassi" non portano sulla scena la loro particolare carica linguistica come abbiamo riscontrato nello "Pseudolus" e nelle "Bacclìides".


Terenzio sceglie una lingua in qualche modo reale e realmente parlata; ma è una lingua settoriale, quella usata dalle classi urbane di buona educazione e cultura.


L' elemento che distingue Terenzio nel quadro della commedia latina è quindi la sua costante e controllata preoccupazione per il verosimile.

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