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Surriscaldamento globale - Houston abbiamo un problema




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Surriscaldamento globale - Houston abbiamo un problema


L' effetto serra è un fenomeno climatico di riscaldamento degli strati inferiori dell'atmosfera terrestre, causato dall'assorbimento da parte di alcuni gas della radiazione infrarossa emessa dalla Terra. L'effetto serra riveste una importanza fondamentale per gli organismi viventi, perché limita la dispersione del calore e determina il mantenimento di una temperatura costante del pianeta. Tuttavia, l'immissione in atmosfera di elevate quantità di anidride carbonica (CO2) e altri gas, dovuta alle attività industriali, ha potenziato l'effetto serra naturale e sta determinando un anomalo aumento della temperatura, fenomeno noto come "riscaldamento globale".

Ormai da un decennio si parla di mutamento climatico anche se da molto più tempo ne parlano alcuni scienziati, come Roger Revelle che già dal 1957 propose di mettere in relazione l'andamento delle emissioni di CO2 (biossido di carbonio)con l'andamento della temperatura.

I mutamenti climatici sono le variazioni a livello globale del clima della Terra (cambiamento dei valori medi o delle variazioni rispetto alla media). Essi si producono a diverse scale temporali su tutti i parametri meteorologici: temperature massima e minima, precipitazioni, nuvolosità, temperature degli oceani, ecc e sono dovuti a cause naturali e, negli ultimi secoli, anche all'azione dell'uomo.

Si utilizza questa definizione, in modo poco appropriato, per riferirsi anche soltanto ai cambiamenti climatici che avvengono nel presente, utilizzandola quindi come sinonimo di riscaldamento, per l'esattezza surriscaldamento globale, un problema molto serio che dovrebbe coinvolgere tutta la popolazione della Terra, partendo da ognuno di noi.

Diversi rapporti dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), una commissione delle Nazioni Unite, riportano fatali curve relative all'innalzamento della temperatura globale che indicano l'uomo quale maggiore responsabile della possibile catastrofe.

E' possibile che tra cento anni, se i cambiamenti climatici persisteranno, non solo ci saranno una terribile siccità e un caldo infernale, ma si pensa che l'intero Pianeta ne risentirà, a partire dall'innalzamento dell'acqua degli oceani, che secondo il New York Times raggiungerà all'incirca l'altezza dell'Empire State Building, anche se attualmente, con nuovi accertamenti, il livello probabile è stato diminuito.

Il riscaldamento  globale, causando un' evaporazione maggiore dagli oceani, alimenta le nubi prosciugando nel contempo tutta l'umidità del suolo. Questa evaporazione è aumentata considerevolmente portando ad un innalzamento delle temperature e non solo aumenta le precipitazioni ma le sposta e il fenomeno si concentra soprattutto in Africa, al limite del Sahara, in cui si accentua il fenomeno della siccità, come sta già accadendo in Niger, Ciad, Camerun e Nigeria. Il lago Ciad, tra questi due Paesi, è quasi prosciugato.

Negli ultimi 40 anni la sua superficie si è ridotta del 90% passando nella stagione delle piogge dai 25.000 km² del 1960 agli attuali 2500. Le cause del lento ma inarrestabile processo di prosciugamento del lago vanno cercate, da un lato, nella situazione ambientale: le terribili siccità che hanno colpito la regione del Sahel negli ultimi trent'anni, le scarse precipitazioni (con un deficit pluviometrico accertato del 5O÷65% dal 1970), la forte evaporazione, le infiltrazioni nel sottosuolo; dall'altro, nella cattiva gestione delle risorse idriche da parte dei governi locali, che hanno sistematicamente ignorato gli allarmi degli scienziati e continuato a sfruttare indiscriminatamente le acque con canali di drenaggio per l'irrigazione delle aree coltivabili.

Per affrontare l'emergenza economica innescata dalla crisi ambientale è stato anche proposto dì sostituire razze e specie vegetali autoctone, frutto di una millenaria selezione naturale e di consolidate tradizioni locali, con varietà più redditizie.

È il caso delle iniziative tese a sostituire alla mucca kouri, particolarmente adatta alla zona umida, con varietà capaci di produrre più latte, o il sorgo del lago, considerato poco produttivo ma molto resistente sia alla siccità sia ai parassiti con specie più produttive che richiederebbero però il massiccio impiego di pesticidi.

L'ONU cerca di scoraggiare interventi di questo tipo che rischiano di sconvolgere i già precari equilibri di un ecosistema, e chiede che si investa sulle colture esistenti per migliorarne le capacità produttive.



L'impatto sullo scioglimento stagionale delle nevi e sulla portata dei fiumi avrebbe conseguenze tali da danneggiare numerose attività umane, dall'agricoltura alla produzione di energia idroelettrica. Le praterie africane verrebbero ancor più colpite dalla siccità, con una accelerazione della desertificazione. Per quanto riguarda la produzione agricola, le variazioni regionali dei mutamenti climatici potrebbero produrre variazioni locali nei raccolti che risulterebbero più a rischio nelle aree tropicali e subtropicali. Per quanto riguarda i vegetali, sensibili ai cambiamenti climatici, un aumento di 1°C sarebbe sufficiente a eliminare molte specie.

In Italia, entro il 2050, potrebbe verificarsi un aumento del livello del mare di 25-30 centimetri, con un rischio di inondazione di migliaia di chilometri quadrati di aree costiere e pianure.

C'è anche chi dice, come Sterling Burnett (National Center for Policy Analisys), che il riscaldamento globale è un problema principalmente dell'evoluzione terrestre e che riguarda solo al 3% l'uomo: questa è la posizione di quasi tutti i politici che, poiché non adeguatamente incalzati dall'opinione pubblica, non ritengono fondamentale il problema.

Ma bisogna considerare che gli innalzamenti climatici si sono maggiormente sviluppati dall'ultima rivoluzione industriale sino ad oggi.

Particolarmente efficace, in questa operazione di denuncia ma anche di informazione, è il documentario e premio Oscar nel 2007 "An Inconvenient Truth" ("Una scomoda verità") realizzato dall'ex vicepresidente degli USA e premio Nobel per la pace 2007, insieme al comitato delle Nazioni Unite per i cambiamenti  climatici (IPCC), Al Gore.

Gore, infatti, si è fatto portavoce di tutti gli scienziati che hanno dato l'allarme e che, avendo scarso peso politico, non vengono ascoltati dai potenti spesso manovrati dalle lobby delle società petrolifere che quindi non hanno interesse in tal senso.


"E' difficile far capire qualcosa ad un uomo se il suo stipendio dipende proprio da questo suo non riuscire a capire"

-Upton Sinclair-


Durante gli ultimi decenni le misure nelle differenti stazioni meteorologiche indicano che il pianeta si sta riscaldando. Se guardiamo agli anni più caldi vediamo che il 2005 è stato l'anno più caldo e la temperatura è andata aumentando negli ultimi 14 anni, e gli scienziati annunciano che nel futuro la temperatura sarà in media più elevata. Nel 2003 in India si sono riscontrate temperature di 50°C e nello stesso anno in America si è avuto un record per la temperatura più alta, di 38°C,  per più giorni consecutivi. Nel 2005 35.000 persone sono morte in Europa per il caldo. La totalità degli scienziati concorda sul fatto che gli uomini esercitino un impatto diretto su questo processo, generalmente conosciuto come l'effetto serra. Secondo quest'ultimi la parte più vulnerabile della terra sarebbe l'atmosfera, molto vulnerabile perchè rarefatta. Questa è talmente sottile che l'uomo può modificarla. Le radiazioni solari penetrano nell'atmosfera terrestre sotto forma di onde luminose che riscaldano la terra ma poi alcune di queste, che sono state assorbite e che hanno riscaldato la Terra, vengono irradiate di nuovo nello spazio sotto forma di raggi infrarossi. Alcuni di questi vengono intrappolati da questo strato di atmosfera e trattenuti all'interno. Questa è un' ottima cosa perchè mantiene la temperatura della terra costante ed entro determinati limiti in modo che sia vivibile ma il problema è che questo sottile strato di atmosfera viene ispessito e gran parte dei raggi infrarossi in uscita restano intrappolati e così l'atmosfera riscalda tutto il mondo. Roger Revelle iniziò nel 1957 a misurare le quantità di CO2 presente nell'atmosfera lanciando dei palloni sonda dall'Oceano Pacifico. Comparando l'andamento delle temperature a quello dell' anidride carbonica si è osservato che questi due grafici sono concatenati e che durante il corso di un anno il livello di CO2 sale e scende. Perchè? Lo scienziato ha risposto anche a questo interrogativo: se si guarda l'intera massa terrestre a sud dell'equatore se ne trova molto poca. La maggior parte della CO2 presente si trova a nord dell'equatore così come la maggior parte della vegetazione quindi quando l'emisfero nord è inclinato verso il Sole, come accade in primavera e in estate, le foglie appena spuntate respirano CO2 e la quantità presente nell'atmosfera scende. Quando però l'emisfero nord si allontana dal sole, come accade in autunno ed in inverno, le foglie cadono esalando biossido di carbonio e il livello presente nell'atmosfera, anche a causa della decomposizione della materia organica, sale di nuovo e così è come se la Terra intera una volta all'anno inspirasse ed espirasse anidride carbonica.

Le stesse fluttuazioni avvengono anche nell'emisfero australe, ma il contributo portato da quest'ultimo è inferiore a quello dell'emisfero boreale, perché le terre emerse al di sotto dell'equatore sono di gran lunga meno estese di quelle dell'emisfero del nord.

La maggior parte del carbonio passa continuamente dall'aria, all'acqua, agli esseri viventi; soltanto una piccola frazione di tutto il carbonio presente sulla Terra non prende parte al ciclo, magari perché imprigionata sotto forma di sedimenti o di vere e proprie rocce (ad esempio, marmo e calcare) negli strati più superficiali della crosta terrestre. Le attività umane hanno turbato il ciclo naturale del carbonio provocando un innalzamento del contenuto di anidride carbonica in atmosfera. La deforestazione, in particolare nelle regioni tropicali, e le altre forme di combustione della biomassa, stanno rilasciando in aria più di una gigatonnellata di carbonio all'anno (da confrontare con le 5,5 gigatonnellate di CO2 di origine industriale); e di tutta l'anidride carbonica presente in atmosfera, solo una parte viene utilizzata in processi naturali come la fotosintesi.

Dal 1958 la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera viene regolarmente controllata, con misure effettuate dalla sommità del vulcano Mauna Loa, nelle isole Hawaii. Da allora la percentuale di anidride carbonica è nettamente aumentata, al ritmo di circa 1,5 ppm (parti per milione) ogni anno, che equivalgono a 3-3,5 miliardi di tonnellate di carbonio ogni anno. Questi dati, confermati da tutta la comunità scientifica, se tabulati danno origine a una curva crescente a dente di sega, che si innalza di anno in anno.

Le misure di anidride carbonica effettuate sul monte Mauna Loa rivelano quanto sia grande la quantità di anidride carbonica coinvolta in questi processi naturali su scala globale.

Un altro noto scienziato, Lonny Tompson preleva e studia le carote del ghiaccio in Antartico da cui è possibile ricavare, mediante lo studio di bolle d'aria imprigionate all'interno del ghiaccio, sia il contenuto di CO2 e, mediante lo studio degli isotopi di O2, la temperatura dell'anno in cui quella bolla è rimasta intrappolata nella neve che stava cadendo. In Antartico si può tornare indietro di 650.000 anni distinguendo ogni anno poiché si riconosce perfettamente lo strato di ghiaccio che ogni anno si è sciolto e risolidificato.


Osservando il grafico , in cui la variazione della temperatura globale (in rosso) e dell'anidride carbonica presente nell'atmosfera (in blu) negli ultimi 1000 anni, notiamo immediatamente che la temperatura si è notevolmente innalzata dall'inizio del secolo scorso. Si nota che il surriscaldamento globale è evidente. Un altro periodo di riscaldamento, che non si vede nello schema, si è avuto nel medioevo ma non è paragonabile a questo. Un' ultima cosa che si nota è che fino ai primi anni del novecento la concentrazione di anidride carbonica non ha mai superato le 300 p.p.m. (parti per milione) mentre attualmente si aggira intorno alle 370 p.p.m. e gli scienziati prevedono che in 50 anni, se le emissioni non verranno ridotte, il livello dell'anidride carbonica salirà insieme il livello delle temperature molto velocemente.

Tra temperatura ed anidride carbonica c'è una relazione molto complicata. Quando il livello di biossido di carbonio è più alto la temperatura aumenta perchè l'atmosfera intrappola più calore dal sole.

Con l'aumento della temperatura i ghiacciai si scioglieranno come si più osservare con il Kilimanjaro che, secondo le stime degli scienziati, tra 10 anni sarà un semplice monte.

Le foto mostrano il cambiamento dell'accumulo nevoso sul Kilimanjaro, fra il 1993 ed il 2000.

Questo ha perduto l'82% delle nevi perenni nel XX secolo.


La stessa cosa avverrà sull'Himalaya dove attualmente le popolazioni prendono l'acqua dai fiumi che si formano con lo scioglimento dei ghiacciai che tra qualche anno non ci saranno più, come non ci saranno più ghiacciai sulle Alpi italiane e svizzere, in Perù, in Argentina e in Patagonia. Questi sono solo alcuni esempi che ci servono per capire la vastità del problema.

Il problema del surriscaldamento globale si riscontra anche negli oceani la cui temperatura sale. La media naturale delle temperature degli oceani è molto più bassa delle temperature attuali riscontrate ed era stata prevista dagli scienziati molto tempo fa.

Quando gli oceani si riscaldano causano forti tempeste e negli ultimi due anni abbiamo visto uragani distruttivi.

Nel 2004 negli Stati Uniti si è avuto il record per il numero di tornado di tutti i tempi, nello stesso anno in Giappone si è avuto il record di 10 tifoni che non ha suscitato molto interesse per i media. Il 2004 è inoltre fondamentale perchè in Brasile si è verificato un tifone che per definizione non può verificarsi nell' Atlantico del sud. I libri dovranno essere riscritti.

Nel 2005, sempre negli Stati Uniti, si sono verificati altri tre tornado: Emily, Dennis ed infine Katrina.

Prima di colpire New Orleans Katrina è andato verso le acque calde e se la temperatura dell'acqua si innalza , come è accaduto, la velocità del vento aumenta e il contenuto di umidità cresce. L'uragano Katrina nasce in Florida e, dopo essere passato sul Golfo del Messico (sopra acque calde), immagazzina energia e diventa sempre più forte.

Winston Churchill nel 1930 avvertì gli inglesi di stare attenti poiché stavano affrontando una minaccia diversa dalle altre ma loro non gli credettero come i politici non credono oggi agli scienziati sul riscaldamento globale. In quell'occasione Churchill disse:

"L'era dei rinvii, delle mezze misure, degli espedienti ingannevolmente consolatori, dei ritardi, è da considerarsi chiusa. Ora ha inizio il periodo delle azioni che producono conseguenze."

"Se nei secoli passati generazioni inconsapevoli hanno commesso degli errori noi dobbiamo rimediare, non possiamo permetterci il lusso di aspettare e sbagliare ancora."

Al Gore


L'uomo sceglie dove vivere in base al clima che è rimasto praticamente invariato dall'ultima era glaciale. Adesso le temperature stanno cambiando, se compariamo queste variazioni alla vita dell'uomo sulla Terra notiamo che questi cambiamenti non sono rilevanti ma se li paragoniamo alla vita del pianeta stesso sta accadendo tutto molto in fretta, e gli stessi iomini ora trovano difficoltà a vivere in posti che secoli fa erano stati scelti per le loro qualità climatiche. Con l'aumento delle temperature si diffondono animali portatori di malattie infettive e la velocità di estinsione è 1000 volte superiore al corso naturale.



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