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Confronto tra metodo conoscitivo Newtoniano ed Einsteiniano




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Confronto tra metodo conoscitivo Newtoniano ed Einsteiniano


Il metodo conoscitivo Meccanicista, e più in generale della fisica fino alla fine del XIX secolo, partiva dalla formulazione di un'ipotesi avente come substrato la realtà sensoriale che ognuno di noi può percepire; in base a questa, il fisico formulava la sua ipotesi, derivante da osservazioni e intuizioni, la quale veniva presto confermata o smentita dagli esperimenti. Tutto il grande castello della Fisica costruito da Newton in poi, a fine ottocento appariva gravare su fondamenta di sabbia: con la conclusione della termodinamica posta da Clausius con l'introduzione dell'entropia, grandezza riguardante l'irreversibilità di tutti principi fisici, con le equazioni di Maxwell, descriventi l'interazione reciproca tra campo elettrico e magnetico, e con la Meccanica la quale si pensava fosse conclusa da tempo, si ipotizzò che la Fisica avesse raggiunto un culmine insuperabile e fosse in grado di rendere conto della totalità dei fenomeni esistenti in natura. In realtà non era affatto così. La teoria, anche se ormai compiutamente formalizzata e pregna di matematica sempre più avanzata, non riusciva a tenere conto sia di alcuni dati sperimentali che anche di incongruenze insite nel suo stesso apparato: la più lampante fu il fatto che le equazioni di Maxwell non risultavano invarianti per le trasformazioni galileiane. L'elaborazione della Relatività Ristretta, e successivamente della Meccanica Quantistica, sono lampanti esempi di come il metodo dell'indagine fisica fosse cambiato radicalmente. Infatti, soprattutto per quanto riguarda la prima, l'elaborazione teorica era così avanzata che le ipotesi di Einstein provenivano direttamente dalla falsificazione di postulati teorici precedenti e non da lunghe osservazioni. Infatti, mentre nel caso della mela di Newton, l'uomo, o in particolare lo scienziato, era in grado di osservare direttamente il fenomeno in questione, per quanto riguarda la costanza o meno della velocità della luce non esiste esperienza quotidiana con cui uno scienziato possa costantemente confrontarsi. In primo luogo, dunque, l'osservazione diretta è stata sostituita nei secoli con l'osservazione indiretta; non che prima non ci si avvalesse di strumenti ma questi erano finalizzati a potenziare i sensi umani, basti pensare al cannocchiale. Invece, nel momento in cui la fisica ha rivolto il proprio campo di indagine ai fenomeni elettrici e magnetici si è dovuta servire di strumenti che sostituissero l'osservatore uomo e che rendessero conto dell'esperienza non direttamente. In secondo luogo nella Relatività Ristretta è presente un impianto di tipo fortemente deduttivo. Tutta la cinematica e la dinamica relativistica sono dedotte dai due postulati di Einstein. Ovviamente questi postulati sono stati successivamente convalidati dall'esperienza e anche tutte le deduzioni da essi condotte, ma rimane il fatto che quando Einstein li pose si fece guidare non da evidenze sperimentali o da osservazioni ripetute, bensì da esperimenti mentali e da proprie intuizioni unite a previsioni di tipo matematico-geometrico, come l'invarianza rispetto ad una tipologia particolare di trasformazioni piuttosto che l'uniformità delle leggi fisiche in differenti sistemi, inerziali e non.


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