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Il '700 italiano ed europeo: i centri principali e le maggiori personalita'




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IL '700 ITALIANO ED EUROPEO: I CENTRI PRINCIPALI E LE MAGGIORI PERSONALITA'


Il Settecento in Europa è un secolo che parte da determinate premesse e si conclude con principi che mirano a smantellarne i presupposti. Pertanto si potrebbe definire un'epoca di passaggio, anche se in questo passaggio si affermeranno tutta una serie di argomenti che in arte costituiranno dei precisi punti di partenza. L'inizio del secolo in Francia, è ancora pienamente influenzato dalla monarchia assoluta di Luigi XIV. Dopo la morte di Luigi XIV il potere passa al pronipote Luigi XV sotto la reggenza di Filippo d'Orleans. Solo nel 1723 Luigi XV potrà assumere, una volta maggiorenne, il potere e con il risanamento economico permetterà alla Francia di riassumere un ruolo di primo piano. Con Luigi XIV l'arte francese si era orientata alla esaltazione dello Stato, attraverso quelle forme auliche e maestose passate alla storia come Grande Maniere. L'ispirazione partiva dalle forme più monumentali del barocco romano.



La nascita dell'Accademie Royale nella II metà del 1600, aveva incentivato la formazione di uno specifico gusto di ispirazione aulica e classicheggiante. Pertanto, dagli inizi del 1700 si cominciò a determinare una sorta di reazione, contro le espressioni dell'arte di corte che trovò, nella contrapposizione al monumentalismo e all'arte della Grande Maniere la sua ragion d'essere.

Tale reazione divenne un elemento comune allo sviluppo di numerose correnti artistiche europee. Successivamente il periodo della reggenza di Filippo d'Orleans vede lo spostamento delle Reggia di Versailles a Parigi, e determina la fine del monopolio artistico della corte.

Durante il regno di Luigi XV nasce il Rococò. Successivamente con Luigi XVI, in corrispondenza con lo sviluppo dell'illuminismo, si ritornerà a forme più sobrie e alla formazione del gusto neoclassico.

In genere si può dire che l'arte del 1700 avvierà una contrapposizione fra la tematica del pittoricismo e quella del classicismo. L'esaltazione dei valori della ragione condurrà gli artisti verso un atteggiamento più analitico nei confronti dell'arte e si perverrà in alcuni casi, ad una rivalutazione della purezza dei canoni classici, visti come il risultato di una limpida razionalità di rigore ed insieme di armonia. È la conseguenza dell'illuminismo che avvicina l'arte al metodo di analisi razionale; ma la revisione in chiave critica del passato, non permette di pervenire solamente alla adesione ai canoni classici ma porta altresì alla formulazione di concetti estetici che tendono alla esaltazione dell'immaginazione e al recupero del sentimento.

Questo perché, derivando dall'empirismo, l'illuminismo attribuirà importanza alle sensazioni dell'artista e ad un più generale riconoscimento della libertà della creazione artistica.

In Europa nei primi del 700 si diffonde lo stile Rococò, con particolare riferimento alle espressioni artistiche di Francia, Austria e Germania. Con l'avvento del Rococò, il Barocco cede il passo ad un gusto più frivolo, raffinato e disinvolto. Il termine Rococò deriva da "rocaille", cioè grottesca, in riferimento ad uno dei principali tipi di decorazione utilizzata da questo stile. Il rococò infatti si orientò anche ad un recupero dell'esotico e del pittoresco oltre che ad un gusto elegante bizzarro e insieme fantastico. Le linee da ondulate diventano estremamente mosse, quasi accartocciate. Le linee generatrici sono quella ad "esse", e a "c". Si comincia a preferire la decorazione in stucco a quella marmorea, proprio per assecondare questa tendenza; Le pose sono languide e l'atteggiamento "cortigiano" delle figure è quasi sempre presente. I contrasti forti del barocco, fatti di colori accesi e di luci e di ombre si stemperano ora in una atmosfera dalle morbide tinte pastello.
In scultura e pittura si noterà un abbandono progressivo dei temi grandiosi che avevano caratterizzato il barocco. Le proporzioni maestose si faranno sempre più minute e si rivaluteranno le arti minori. Anche i contenuti che prima erano aulici, verranno sostituiti con altri meno impegnativi. Le divinità mitologiche più importanti ad es. ora si eclissano a favore di tutta quella schiera di divinità minori come ninfe, satiri e baccanti. Il gioco delle forme, dei colori e dei contenuti è l'elemento essenziale per l'arte rococò. Mentre la Francia mantiene per la scultura i temi di carattere mitologico, coerentemente ad uno viluppo più profano del gusto rococò, la Germania estenderà il nuovo stile anche alle architetture civili e religiose e alla scultura religiosa, sostituendo i temi di ispirazione profana. Durante il barocco, i pittori si erano dedicati a grandiose decorazioni ad affresco di interni, con arditi scorci e effetti illusionistici atti a simulare sempre più grandi spazi che si popolavano di diverse ed innumerevoli figure.

Nel 1700 si attua il passaggio: al grande affresco illusionistico subentreranno schemi asimmetrici che tralasceranno la figurazione illusionistica dell'architettura. Nei primi anni del secolo, gli ultimi dipinti eseguiti a Versailles mostrano già come alle forme e al dinamismo del barocco, subentrino l'agilità e le linee del nuovo gusto. Successivamente la pittura negli edifici sarà posta in grandi tele o lunette. In pittura Watteau, rappresenterà la società del tempo, vista come un paradiso sognante. Fragonard, uno dei maggiori interpreti della pittura rococò, a sua volta seppe trasfondere nelle sue tele la vera essenza del gioco sottile e malizioso del rococò. Caricatura e pittura sociale troveranno in Hogarth, in Inghilterra, la loro primaria espressione. Proprio ad Hogarth si dovrà la teorizzazione dei principi del Rococò e della bellezza come un armonico intreccio della forma.



In Italia il passaggio verso una sensibilità nuova si può notare già nella pittura di Giordano, pittore napoletano dei primi del 1700. Con lui la grandiosità barocca di P. Da Cortona si dissolve nella ariosità di un nuovo modo "atmosferico" di dipingere in cui spariscono i riferimenti naturalistici e si anticipano le opere che caratterizzeranno molte espressioni del gusto decorativo europeo del settecento. Sorgono in questo periodo numerose scuole che seguono tendenze differenti presso le corti o nei centri più importanti. Emerge fra tutte quella veneta, che già nel Seicento si era distinta soprattutto per la particolare tendenza "coloristica".

A Venezia la pittura del 700 conosce la sua sublimazione e la pittura veneziana torna ad essere in primo piano. Alla base di questo recupero sta il fatto che Venezia aveva ripreso i contatti con le correnti artistiche del tempo come ad es. il Rococò.

Giovan Battista Tiepolo, 1696-1770 chiude la grande pittura veneta, superando la tradizione dell'arte come mimesi. Con Tiepolo la finzione è manifesta poiché si evidenzia nella ostentata esagerazione. Successivamente a Venezia saranno molte le personalità ad acquisire rilievo in pittura: il figlio del Tiepolo, Giandomenico; Giovan Battista Piazzetta; Pietro Longhi; Canaletto e Francesco Guardi.

Il Canaletto realizza sulla tela le famose vedute di Venezia, che avranno il merito di diffondere l'immagine della città e costituirne una attendibile documentazione grazie anche alla cura con cui dipingeva le sue architetture. Guardi, attraverso luminosissimi giochi di luce, ottenuti con rapide pennellate, crea una sorta di unità tra figure e ambiente.

La scultura in Italia concepisce un proprio modo di intendere il Rococò in maniera del tutto originale partendo dalle esperienze tardobarocche.

Iniziano a crearsi sculture a stucco materiale che consente una rapidità esecutiva maggiore e la duttilità della materia apre a nuove soluzioni decorative più confacenti al nuovo spirito. Per ciò che riguarda le arti minori, la piacevolezza formale, l'eleganza e la grazia espressa nelle pose troveranno nella porcellana il loro materiale più idoneo. In corrispondenza al periodo di fioritura del Rococò, si sviluppa il gusto Neoclassico, che si affermerà come stile dominante alla fine del secolo e agli inizi del 1800.

Il Neoclassicismo ebbe una poderosa spinta dalla scoperta di Ercolano e Pompei. Due personalità furono considerate fautrici del Neoclassicismo: WincKelmann archeologo e il pittore Mengs.

A loro si devono i principi del Neoclassicismo visto come imitazione dell'arte classica. Sarà l'affresco del "Parnaso" -1761, eseguito da Mengs presso la Villa Aldobrandini a Roma, a costituire il manifesto ideale della pittura del Neoclassicismo.



Nel 700 si manifesterà, oltre all'interesse per l'archeologia, anche un amore per le passate tradizioni medievali. Questa riscoperta in chiave nostalgica successivamente porrà le basi del Romanticismo ottocentesco. Altro fenomeno della pittura settecentesca è quello della cosiddetta pittura di genere. Tale tipologia si esprime attraverso vedute, paesaggi con rovine, nature morte ma anche scene di vita realistiche o espressioni popolaresche. La pittura italiana di genere riceve gli influssi di quella fiamminga e olandese.

Nel 1740, si trasferisce a Roma Giovan Battista Piranesi. Incisore e architetto Piranesi divenne famoso per le sue acqueforti dove esalta il valore delle antichità e diffonde l'idea del fascino delle rovine. Piranesi ha contribuito con queste sue opere alla formazione stessa del gusto neoclassico. Le note vedute di Roma, realizzate tra il 1748 ed il 1775, formano un complesso di incisioni che costituiscono le sue opere più famose.

Van Wittel, pittore olandese spesso a Napoli, inizia il cosiddetto "vedutismo". Per la prima volta si desidera nella pittura di paesaggio cogliere aspetti reali. Napoli grazie a questo artista apre nuove vie alla pittura di paesaggio di veduta prospettica.

A Bologna nel 700, emerge la figura di Crespi e in Lombardia quella di Ceruti. Crespi, di cui si ricorda la "Fiera di Poggio a Caiano" del 1709, realizza una pittura "naturalistica", con forti effetti luministici. Vi è in lui una commossa partecipazione agli episodi della vita quotidiana. Ceruti, detto il Pitocchetto realizza invece quadri a soggetto religioso ma anche nature morte e ritratti. Le sue opere si distinguono per un forte spirito popolaresco che vuole descrivere la miseria delle classi più disagiate servendosi anche di un crudo realismo. Nell'opera intitolata "I due pitocchi" si può ravvisare un influsso dei pittori spagnoli Velasquez e Murillo. Nel 1740 Longhi, influenzato proprio dalle opere di Crespi decide di dedicarsi alla pittura di genere prediligendo scene di vita quotidiana o familiare. Notissimo il dipinto "La mostra del rinoceronte-" del 1751.
Ma il 1700 è anche il secolo nel quale prende campo la "scenografia", che ottiene uno straordinario sviluppo in relazione alla riproduzione di una realtà illusoria. Gli scenografi, attraverso costruzioni in legno, cartapesta, tela e stucco e con l'aiuto anche di complicati meccanismi, riuscirono a rendere sapientemente l'effetto di spazi e delle distanze. Sono specialisti nel realizzare le "glorie", in cui nuvole nascondono complicati meccanismi, per i quali si fanno calare dall'alto divinità, cantanti e musici. Noti nel campo i Bibiena, famiglia bolognese, che eseguivano scenari e nuovi sistemi di rappresentazione dello spazio, introducendo in scenografia la prospettiva accidentale e dal basso verso l'alto, moltiplicando lo spazio all'infinito e conferendo alla scena un ampio respiro.


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