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Fairbairn e m. klein




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FAIRBAIRN E M. KLEIN


Molte delle caratteristiche principali della teoria di Fairbairn sono in netto contrasto con il sistema teorico della Klein; una delle differenze fondamentali riguarda la natura delle fantasie.

Per la Klein,le fantasie sono la prima e la più basilare attività della mente,e costituiscono la manifestazione più diretta,non mediata,degli istinti stessi.



Il pensiero riguardante la realtà esterna e la gente reale è secondario e derivante dai primi processi di fantasia,e quindi tutte le esperienze dell'adulto e del bambino,sia positive che negative,sono accompagnate da fantasie.

Per Fairbairn le fantasie non sono primarie,ma sostitutive.

Fin dalla nascita,il bambino è orientato verso la realtà e le relazioni reali con altri.

Le fantasie rappresentano una compensazione secondaria,per un fallimento in queste relazioni reali.

Per la Klein le fantasie sono una componente primaria delle pulsioni stesse.

Dal punto di vista di Fairbairn,puramente strutturale delle relazioni,le fantasie costituiscono un ritirarsi dalla spinta motivante più fondamentale verso l'instaurazione e il mantenimento di relazioni con altre persone reali.

Una seconda differenza riguarda la natura del mondo oggettuale interno.

Per la Klein,il mondo oggettuale interno è qualcosa che accompagna naturalmente,inevitabilmente e continuamente ogni esperienza.

Gli oggetti interni sono stabiliti all'inizio della vita psicologica e diventano il contenuto principale delle fantasie;il mondo oggettuale interno è la fonte sia dei più grandi orrori della vita,sia delle sue più grandi gioie.

Per Fairbairn,gli oggetti interni non sono ne primari ne inevitabili.

Sono sostituti compensatori di relazioni insoddisfacenti con oggetti esterni reali,gli oggetti "naturali",primari,della libido.

Per lui,le relazioni con oggetti interni sono intrinsecamente masochiste.

Gli oggetti interni cattivi tentano e perseguitano di continuo; gli oggetti interni buoni non offrono una reale gratificazione,ma solamente un rifugio per sfuggire alle relazioni con oggetti interni cattivi.

In conseguenza di tali differenze a proposito della natura e dell'origine degli oggetti interni,Fairbairn e la Klein si distinguono anche per quanto riguarda il contenuto degli oggetti interni stessi.

Nella maggior parte delle formulazioni della Klein,gli oggetti interni sono costruiti intorno ad immagini che sono a priori parte degli istinti.

Per Fairbairn il contenuto degli oggetti interni deriva completamente da oggetti esterni reali,frammentati e ricombinati,senza dubbio,ma sempre derivanti dalle esperienze del bambino con i suoi genitori reali.

Mentre per la Klein le relazioni immaginate con oggetti interni costituiscono la base di tutte le esperienze,per Fairbairn tali reazioni rappresentano un ritirarsi di fronte ai disturbi nelle relazioni con persone reali,verso le quali l'uomo è fondamentalmente orientato.

Un terzo campo importante  in cui Fairbairn e la Klein si differenziano è la loro opinione sulle sorgenti ultime della patologia e della sofferenza nell'esperienza umana.



Per la Klein, che di nuovo opera parzialmente nell'ambito del modello strutturale delle pulsioni,la radice del male è negli istinti umani,in particolare nell'istinto di morte e nel suo derivato,l'aggressività.

Il grande dilemma per il bambino,sia nella posizione schizo-paranoide che in quella depressiva,è la scarica non dannosa della sua aggressività.

La prima angoscia del bambino è persecutoria;sperimenta la paura di morire,di essere vittima della sua stessa aggressività proiettata.

Per Fairbairn,che opera in un contesto puramente relazionale,la radice della psicopatologia e della sofferenza umana è la deprivazione materna.

Idealmente,un atteggiamento materno perfetto porta ad un io completo,non frammentato,con il suo pieno potenziale libidico utilizzabile per relazioni con oggetti esterni reali.

L'inadeguatezza dei genitori minaccia gravemente l'integrità dell'io.

Per Fairbairn l'angoscia fondamentale implica la protezione del vincolo con l'oggetto di fronte alla deprivazione e tutte le psicopatologie derivano dall'auto-frammentazione dell'io.

La diversità delle visioni della Klein e di Fairbairn a proposito della sorgente ultima del male è riflessa nei differenti significati,nelle loro rispettive teorie,del termine "oggetti cattivi".

Per la Klein,la "cattiveria" di un oggetto,interno o esterno,si riferisce alla malevolenza,e deriva,in ultima analisi,dalla distruttività innata del bambino,proiettata sugli altri.

All'opposto, per Fairbairn, "cattivo" significa deprivante.

L'oggettivo cattivo è quello che frustra la ricerca oggettuale della libido,con la sua assenza e non rispondenza.

Per la Klein gli "oggetti cattivi" sono riflessi,creazioni che derivano dall'aggressività innata e  spontanea del bambino;per Fairbairn gli "oggetti cattivi" sono aspetti dei genitori del bambino,che li rendono indisponibili per lui e frustrano la sua innata avidità di contatto e di relazioni.

L'influenza della Klein sul lavoro di Fairbairn fu considerevole;lo studio di lei sul mondo oggettuale interno aprì vie di indagine e di concettualizzazione,che resero possibili i contributi personali di Fairbairn.

Ciononostante, benché quest'ultimo abbia conservato in gran parte il linguaggio kleiniano,è cambiato il significato dei termini,e i presupposti principali della sua teoria sono in netto contrasto con l'approccio della Klein.








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