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Le Alpi Apuane




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INTRODUZIONE








Le Alpi Apuane



Le  Alpi Apuane costituiscono un complesso montuoso di forma grossolanamente ellittica che si sviluppa per un estensione di circa 0 km².


L asse maggiore si estende con direzione prevalentemente NO SE, per una lunghezza di circa 0 km tra Aulla e la piana lucchese, mentre l asse minore è di circa 3 km tra il Serchio e il limite interno della pianura costiera (Bradley e Medda, ).

Le Alpi Apuane, separate dai gruppi montuosi adiacenti da profonde vallate (Val di Magra, Val di Serchio), si trovano in una situazione di isolamento geografico.


Ad esso va ad aggiungersi l isolamento ecologico: la diversa composizione litologica, prevalentemente calcarea, a cui consegue una particolare geomorfologia, rispetto alle zone limitrofe, conferisce a queste montagne un carattere di "insularit " (Cataldi, ). Grazie a queste caratteristiche, questo massiccio montuoso rappresenta una delle aree di maggiore interesse a livello nazionale sia per la diversifloristica che biocenotica (Ansaldi et al , ; Blasi et al , ).


La regione apuana



La regione apuana viene indicata da alcuni autori in senso piuttosto ampio, comprendendo oltre al gruppo montuoso anche la pianura costiera e le zone planiziali d oltre Serchio sino a Lucca (Ferrarini e Marchetti ).

Altri preferiscono indicare come regione apuana la sola porzione montuosa del territorio in oggetto, individuando come confini delle linee naturali rappresentate ad occidente dall inizio della pianura costiera (linea pedemontana , a Nord dal corso dei fiumi Magra e Aulella, a Est e a Sud da quello del Serchio (Vaira et al , ). Quest ultima definizione di regione apuana sensu stricto) è quella alla quale si riferisce il presente lavoro (Figura .






La ricchezza floristica delle Apuane



Studi sulla flora apuana sono stati condotti a partire dal XVI secolo Pichi Sermolli,


nel secolo successivo si registra un crescente interesse (Vitman, ; Targioni- Tozzetti, ) e nel XIX secolo vengono descritte piante esclusive del territorio apuano (Savi, 4; Bertoloni, , ; Sommier, ).

Nella seconda metà del XX secolo si moltiplicano gli studi dedicati alla regione apuana in vari filoni: studi floristici, studi vegetazionali, studi su singole piante, ricerche sui pollini fossili, studi citotassonomici e biosistematici (Ferrarini, , , , , ; Marchetti, 3 ; ; Soldano, ; Garbari, ; Garbari e Bechi, ; Garbari e Del Carratore, ; Bechi et al , , ; Bechi e Garbari, ) fino ad arrivare ai tre volumi del Prodromo alla flora della Regione Apuana Ferrarini e Marchetti, 1994, Ferrarini et al., 1997; Ferrarini, 2001), ultimo lavoro globale sulla flora apuana.

Ad oggi si conta una flora di circa 0 specie, che rappresentano più del % della flora italiana; fra di esse sono presenti taxa di grande interesse biogeografico, in particolare endemiti e relitti della regione apuana (Vaira et al , ; Conti et al , ).

Sebbene siano stati condotti diversi studi sui principali taxa apuani di interesse fitogeografico, con riferimento ad endemiti e relitti (Ferrarini, ; Bechi et al , ; Vaira et al , ) scarsi invece risultano i contributi che registrano l esatta collocazione delle popolazioni e la loro consistenza demografica (Ansaldi et al , ; Pacifico et al , 1996; Bartelletti e Tomei, 1991; Garbari et al., 2000).



Altitudine, pendenza ed uso del suolo nelle Alpi Apuane



L altitudine risulta un parametro fondamentale nell analisi della distribuzione geografica di specie vegetali in un habitat montano come quello delle Alpi Apuane. Essa determinando, tra l altro, la temperatura, l umidità e la composizione dei gas nell atmosfera, genera condizioni ecologiche peculiari a cui le diverse specie sono sottoposte. In particolare, alle quote più elevate, la bassa temperatura e più in generale la minore energia ricevuta dall irraggiamento solare, determina vincoli ecologici come ridotte stagioni di accrescimento (K rner, ).



Figura . Le Apuane viste dalla costa versiliese.

Le  Alpi Apuane costituiscono una catena secondaria del sistema appenninico; il massiccio presenta un spettro altitudinale che, partendo dal livello del mare giunge sino ai quasi 0 m della vetta più alta, fornendo una grande varietà di ambienti ai popolamenti vegetali presenti (Figura . Complessivamente, le vette più alte sono concentrate soprattutto nella parte centrosettentrionale della regione: sopra i 0 m si ricordano: M. Pisanino ( 7 m), M. Cavallo (1 5 m), M. Tambura 0 m), Pania della Croce ( 9 m), M. Grondilice (1 9 m); sotto i 0 m si ricordano: M. Contrario (1 9 m), Pizzo d Uccello ( 1 m), Penna di Sumbra (1 4 m), M. Sagro (1 9 m), M. Sella (1 9 m), Alto di Sella (1 3 m), Pizzo delle Saette 0 m), M. Roccandagia (1 0 m), M. Corchia 7 m), M. Altissimo (1 9 m) Bradley e Medda, ).




La pendenza, generata dal variare dell altitudine raggiunta dalla superficie terrestre, è anch essa un parametro molto importante nello studio della distribuzione di specie vegetali in ambiente montano come quello apuano (K rner, ). La ripidezza del substrato e la sua esposizione, determinata dalla pendenza, influenzano in particolare la quantità e le direzioni di ricezione della radiazione solare, la velocità di scorrimento delle acque e la conseguente disponibilità di nutrienti; si hanno cosituazioni ecologiche peculiari che influenzano i pattern distributivi delle specie (Barnes et al , ).


Il massiccio delle Alpi Apuane si caratterizza rispetto al vicino Appennino Tosco- Emiliano, per l asprezza delle cime c profonde vallate che si elevano quasi direttamente dal mare (Figura ); la pendenza quindi è spesso molto elevata offrendo substrati ripidi che ben si adattano alle necessiecologiche di molte specie rupicole Bradley e Medda, ; Ferrarini, ).


L analisi della numerosità e posizione delle segnalazioni in rapporto ai fattori ecologici e territoriali quali altitudine e pendenza, può fornire un importante contributo nella comprensione, sia a livello generale che di singolo taxon, di quali siano le caratteristiche territoriali più adatte allo sviluppo dei taxa vegetali oggetto di studio.


Il Corine Land Cover, progetto europeo di mappatura delle destinazioni d uso del suolo è uno dei possibili dataset utilizzabili come base per il monitoraggio della biodiversità a larga scala; esso permette di mettere in relazione, in quantità e qualit , la diversibiologica con i contesti sia naturali che antropici presenti nell area occupata dalle popolazioni considerate (Geri et al , ); l analisi dell uso del suolo consente quindi di valutare il possibile rischio di perdita di habitat legato alle attiviumane.


Le Alpi Apuane presentano una grande varietà di ambienti dal punto di vista dell uso del suolo; ciò è determinato sia dal mutare degli ecosistemi naturali che dall impatto antropico presente sia nel fondovalle che in quota; una delle principali minacce al territorio apuano è senza dubbio la presenza di molte cave (Figura : aree in cui si effettua l estrazione del marmo a fini commerciali (Carmignani et al , ).



 



Figura . Estrazione del marmo sulle Alpi Apuane



Questo determina sia la diretta perdita di habitat per i popolamenti vegetali, dovuta al consumo di suolo, che una serie di minacce indirette quali le strade, l inquinamento delle acque e le discariche di materiali inerti (Gentili et al , ).


Tra gli altri possibili fattori di rischio, si hanno gli incendi, il pascolo, l azione di disturbo di alcuni animali selvatici come i cinghiali, divenuti particolarmente insidiosi in seguito alle varie introduzioni compiute negli anni passati a scopo venatorio; anche un eccessivo sviluppo della pressione turistica può danneggiare le importanti stazioni floristiche predenti (Cataldi, ).


Lo studio della diversibiologica e delle minacce che insistono su di essa su scala globale, al fine di una corretta pianificazione degli sforzi di conservazione, è stato affrontato attraverso l introduzione del concetto di hotspot (Myers, , , ;

Myers et al , ). Vengono individuate cole aree del pianeta, ad oggi 5 (www.conservation org) che posseggono elevata biodiversit , sia dal punto di vista quantitativo espressa come numero di specie, che qualitativo, valutando il numero di endemiti presenti e che inoltre sono esposte a seria minaccia avendo perso gran parte del loro habitat naturale originario.


Sulla base di questi principi si è analizzato il territorio apuano, individuando le zone aventi sia alti valori di biodiversità specifica qualitativamente significativa (avendo già come oggetto di studio taxa di particolare interesse fitogeografico), che rilevante impatto antropico, valutando la presenza di landcover ad impatto medio o alto ed interpretando la loro presenza come una passata, presente e possibile futura perdita di habitat per queste specie.


. 5 Le aree protette nelle Alpi Apuane



Il territorio del massiccio delle Alpi Apuane è tutelato dal punto di vista naturalistico attraverso la presenza dei siti della rete ecologica Natura 0 (http //natura eea europa eu) e del Parco Regionale delle Alpi Apuane (http //www.parcapuane it; http: www.apuanebiopark.it


. 1 La Rete Ecologica Natura "



La rete ecologica Natura 0 è composta dai Siti di Interesse Comunitario (SIC) e dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS).



In Figura 4 sono mostrati i Siti di Interesse Comunitario (SIC , istituiti dall Unione Europea con la direttiva / /CEE Habitat" presenti nel massiccio delle Alpi Apuane, con i relativi codici.




Si nota come siano 0 i SIC intersecanti l area di studio, in particolare:



IT

Monte Sagro


IT

Monte Castagnolo


IT

Monte Borla - Rocca di Tenerano


IT

Valli glaciali di Orto di Donna e Solco di Equi



IT

Monte Sumbra


IT

Valle del Serra - Monte Altissimo


IT

Valle del Giardino


IT

Monte Croce - Monte Matanna


IT

Monte Tambura - Monte Sella


IT

Monte Corchia - Le Panie





Intersecano l area di studio anche 2 Siti di Interesse Regionale (SIR), non appartenenti


alla rete ecologica "Natura "; essi sono:



IT 4 Monte Palodina

IT 3 Rupi Basaltiche di Piazza al Serchio e Poggio

In Figura 5 sono mostrati le Zone di Protezione Speciale (ZPS , istituite dall Unione Europea con la direttiva /CEE Uccelli" presenti nell area delle Alpi Apuane, con i relativi codici.



Si nota come siano 2 le ZPS intersecanti l area di studio, in particolare:



IT

Praterie primarie e secondarie delle Alpi Apuane


IT

Lago di Porta



















IT






IT



























Figura . Le ZPS presenti nelle Alpi Apuane




. 2 Il Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane



Per la tutela naturalistica, paesaggistica e culturale del massiccio montuoso delle Alpi Apuane, la Regione Toscana con LR n° 5 del 1 Gennaio 5 ha istituito il Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane (www parcapuane it


Esso si estende per una superficie di 8 ha e cade per la sua quasi totalinel territorio individuato come area di studio (Figura ).

Gli ambiti geografici del Parco sono:


GARFAGNANA: Territori appartenenti alla Provincia di Lucca, che si pongono nel versante interno delle Alpi Apuane.

VERSILIA: territori appartenenti alla Provincia di Lucca, che si pongono nel versante marittimo delle Alpi Apuane.

MASSA CARRARA: Territori appartenenti alla omonima Provincia.


La zonazione suddivide il Parco regionale in un Area di Parco (verde scuro) e un Area Contigua più ampia (verde chiaro). Le Aree di Cava, intercluse al territorio di Parco, sono indicate in rosso reticolato (Figura .
















































Figura . Il PR delle Alpi Apuane con la sua zonazione. Contorno blu = r. a. sensu stricto


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