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Cosa si cela dietro la fotografia? - L'importanza della mano che tiene la macchina, dell'occhio e della mente che la dirigono




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Cosa si cela dietro la fotografia?


L'importanza della mano che tiene la macchina, dell'occhio e della mente che la dirigono.







MAPPA CONCETTUALE


Cosa si cela dietro la fotografia?


La parola fotografia ha origine da due termini greci: photos e graphia. Letteralmente quindi fotografia significa scrivere (grafia) con la luce (fotos), ed è per questo che si può considerare un linguaggio senza scrittura.

OBIETTIVO: in questo elaborato immaginerò di scomporre una macchina fotografica nei suoi elementi principali, per dimostrare come la fotografia non sia solo una forma d'arte, ma sia anche legata ai diversi ambiti, tra cui quello scientifico e quello della letteratura, e come il suo scopo fondamentale sia quello di documentare e testimoniare la realtà che ci circonda. In tutte le sue sfere la fotografia ritrae in modo oggettivo la realtà, ma paradossalmente ciò non sempre garantisce la veridicità dell'immagine: per questo analizzerò anche i messaggi che si nascondono dietro la fotografia.



RITRATTO: la fotografia nasce in sostituzione del ritratto.

"The picture of Dorian Gray" connected with the pictures of Thomas Ruff








PELLICOLA:                                                                                   LENTE:

importante invenzione in campo scientifico per l'osservazione degli astri: il telescopio spaziale Hubble

la risposta impressionista sulla tela: la tecnica impressionista






FOTOGRAFO o CRONISTA:

colui che assiste all'evento

e che lo testimonia tramite la foto, l'articolo o il filmato

Pier Paolo Pasolini e il film "Uccellacci e uccellini"



La tecnica impressionista:

"caricare una pistola con parecchi tubi di colore da sparare sulla tela,

terminando poi con una firma." (Anonimo)


La scoperta della fotografia, all'inizio del XIX secolo, sembra dover segnare la fine della pittura, grazie ad una rappresentazione precisa e fedele della realtà che raggiunge, quindi, uno degli scopi che si è posto la pittura. Ci si rese subito conto, infatti, che nessun pennello avrebbe mai potuto eguagliare quell'impeccabilità di osservare, registrare e imprimere la memoria tramite la fotografia.

In questo periodo, molti pittori trasformano, infatti, i loro studi in atelier fotografici a conferma della tesi di Nadar (1820-1910), il quale affermava che l'industria fotografica costituiva il rifugio di pittori mancati e pigri.


La fotografia ha origine dagli sviluppi nel campo dell'ottica, con l'invenzione della camera oscura, e dal progresso nel campo della chimica, con lo studio delle sostanze fotosensibili. Le sue prime applicazioni per la fotografia iniziano con Niepce, al quale viene abitualmente attribuita l'invenzione della fotografia.

Nel 1813 egli inizia a studiare i possibili perfezionamenti da apportare alle tecniche litografiche e in collaborazione con il fratello Claude, comincia a studiare la sensibilità alla luce del cloruro d'argento, tanto che nel 1816 ottiene la sua prima immagine fotografica (che ritraeva un angolo della sua stanza di lavoro) utilizzando un foglio di carta sensibilizzato, probabilmente, con cloruro d'argento. Poiché l'immagine non è fissata completamente, Niepce è indotto a studiare la sensibilità alla luce di numerose altre sostanze, tra cui il bitume di Giudea che possiede la proprietà di divenire insolubile in olio di lavanda in seguito a esposizione alla luce.

J. N. Niepce: Vista della camera a Le Gras, 1826. Il tempo d'esposizione di otto ore causa l'impressione che gli edifici siano illuminati dal sole sia da destra sia da sinistra.


Le immagini, inoltre, vengono fissate e conservate sulla pellicola fotografica, che è costituita da diversi strati: la base è realizzata da materiale plastico al quale è sovrapposto uno strato di antialone per evitare riflessi interni. Inoltre il materiale fotosensibile è legato alla pellicola tramite la gelatina. Nelle pellicole in bianco e nero è presente un solo strato di emulsione fotosensibile, mentre per le pellicole colore sono necessari tre diversi strati sensibili a causa delle diverse frequenze di luce visibile per formare l'immagine e sono disposti nel seguente ordine: rosso, verde e blu.


Le immagini delle fotografie rimangono impresse sulla pellicola, mentre nella pittura gli artisti fanno uso della tela; ed è soprattutto nel periodo impressionista che i pittori utilizzano una tecnica simile a quella fotografica, che cerca di suggerire l'aspetto della realtà in un determinato momento non attraverso il chiaroscuro plastico, ma con un ardito accostamento di pennellate che si completano otticamente per mezzo della luce. L'Impressionismo è l'interpretazione del mondo espressa dall'occhio di chi vede e dalla mano di chi dipinge.


Il termine impressionismo appare per la prima volta con intenzione di scherno nel 1874, sul giornale satirico Le Charivari, che deriva la parola dal titolo di un quadro di Claude Monet: Impression, soleil levant (Parigi, Museo Marmottan). Il quadro è stato esposto alla mostra privata apertasi a Parigi il 15 aprile 1874 nelle sale del fotografo Nadar, a dimostrazione che impressionismo e fotografia si muovevano nella stessa direzione, con uguali metodi, ma risultati opposti.

"Prima impressione che l'apparenza delle cose suggerisce", questo è il motto dei pittori impressionisti, i quali rifiutano l'arte accademica per seguire una tendenza realistica volta a prediligere il paesaggio en plein air per analizzare e dare fondamentale importanza alla resa della luce e dei colori. La grande specificità del linguaggio pittorico impressionista è l'uso del colore e della luce, ossia gli elementi principali della visione: l'occhio umano percepisce inizialmente la luce e i colori e, attraverso la sua capacità di elaborazione, distingue le forme e lo spazio in cui sono collocate. Nella pittura impressionista si riscontra un'indifferenza del soggetto e una predilezione per la rappresentazione del paesaggio. Gli elementi principali che caratterizzano il dipinto, e che lo contraddistinguono gli uni dagli altri, sono la luce, l'ora del giorno e la stagione. Questi fattori saranno sempre diversi e per questo gli artisti faranno uso di una tecnica rapida, capace di catturare quella particolare rifrangenza, rendendo così il quadro unico e irripetibile. Gli impressionisti rendevano l'immagine da loro ritratta in modo poco nitido e granuloso per ricordare le prime immagini fotografiche, la loro tecnica consiste nel dipingere a piccoli tratti giustapponendo i colori ed eliminare i contorni delle figure, in questo modo soltanto le differenze cromatiche suggeriranno i volumi.

Il risultato finale è quello della percezione soggettiva del pittore e non sempre una resa oggettiva della realtà, quale è invece l'obiettivo della fotografia.


Si può quindi dedurre come la pittura impressionista e la fotografia siano molto simili per quanto riguarda lo studio della luce, ma come raggiungano diversi risultati: l'impressionismo coglie solo il rifrangersi della luce e del colore sul paesaggio, che da vicino sembra un insieme caotico di pennellate, e che invece da lontano ha lo stesso effetto di precisione e realismo che ha la fotografia.








Un nuovo metodo d'osservazione: il telescopio spaziale Hubble.

"La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva." (David Hume)


La lente è uno strumento ottico indispensabile nelle macchine fotografiche per catturare le immagini e si ritrovano in ogni dispositivo d'osservazione, come per esempio il telescopio.

Le lenti possono essere convergenti o divergenti. Nel caso della lente fotografica si parla di lenti convergenti, ossia più spesse al centro rispetto ai bordi e tendenti ad unire i raggi che le attraversano; per i telescopi riflettori si utilizza invece uno specchio. Nelle lenti convergenti di una macchina fotografica, i raggi luminosi che si riflettono in un oggetto, lo attraversano fino a convergere in un punto dietro alla lente: l'immagine che si forma è reale e capovolta.

Nel telescopio, invece, lo specchio concavo dà un'immagine reale sul piano focale di un oggetto posto a distanza praticamente infinita. La luce degli astri viene raccolta da uno specchio concavo e viene in seguito riflessa e concentrata sul fuoco di quest'ultimo, infine i raggi arrivano all'oculare, che ingrandisce l'immagine.


IDENTIKIT DEL TELESCOPIO SPAZIALE HUBBLE


Organizzazione: NASA/ESA

Lunghezza d'onda coperta: Ottico, ultravioletto, vicino infrarosso

Tipo di orbita: Circolare

Altezza dell'orbita: 600 km

Periodo orbitale: 96-97 minuti

Velocità orbitale: 7,500 m/s

Data di lancio: 24 aprile 1990

Fine della missione: intorno al 2010

Massa: 11 Tonnellate

Montatura: Ritchey-Chretien riflettore

Diametro: 2,4 m

Costo: 2 miliardi di dollari


Osservare fuori dall'atmosfera comporta numerosi vantaggi, perché l'atmosfera distorce le immagini e filtra la radiazione elettromagnetica a diverse lunghezze d'onda, in particolare nell'infrarosso. Un importante esempio di strumento che aiuta lo studio degli astri è il telescopio spaziale Hubble.

Il telescopio spaziale Hubble è un telescopio di tipo riflettore, posto negli strati esterni dell'atmosfera, a circa 600 km d'altezza, in orbita attorno alla Terra. Questa quota è sufficiente a eliminare gran parte dei disturbi e degli assorbimenti della luce a causa dell'atmosfera. Il telescopio è stato lanciato in orbita il 24 aprile 1990 grazie allo Space Shuttle Discovery ed è stato progettato dalla NASA e dall'Agenzia Spaziale Europea. La sua sostituzione è prevista nel 2009, mentre la fine della missione è prevista nel 2010.

Il telescopio, così chiamato in onore dell'astronomo americano Edwin Hubble, può arrivare ad una risoluzione angolare di 0,1 secondi d'arco. Inoltre, è costituito da un riflettore con due specchi in configurazione dove lo specchio primario è uno specchio parabolico concavo di 2,4 metri di diametro, che rinvia la luce su uno specchio iperbolico convesso di circa 50 centimetri di diametro. La distanza fra i vertici dei due specchi è di 4,9 metri.

L'elettricità per svolgere i compiti del telescopio si forma da due pannelli solari e serve principalmente per alimentare le fotocamere e i tre giroscopi usati per orientare e stabilizzare il telescopio. In 15 anni di carriera Hubble ha ripreso più di 700.000 immagini astronomiche, che hanno catturato immagini dell' Universo risalenti a circa 13 miliardi di anni luce. Queste foto ritraggono le origini dell' Universo e ci aiutano a capire i processi di formazione subiti.

Il telescopio è dotato, inoltre, di uno spettrografo che scompone la luce raccolta nelle varie frequenze che la costituiscono, in modo da poterla analizzare. Lo studio dello spettro fornisce alcune importanti proprietà di un corpo celeste, quali la composizione chimica qualitativa e quantitativa, la temperatura, la velocità radiale, la velocità di rotazione e i campi magnetici. In questo modo si possono osservare le radiazioni prodotte dai corpi celesti comprese tra la lunghezza d'onda dell'ultravioletto (115 nm) e quella del vicino infrarosso (1000 nm). La caratteristica dello spettroscopio che lo diversifica dagli altri è la sua capacità bidimensionale rispetto all'unidimensionalità ossia è possibile, ad esempio, rilevare simultaneamente lo spettro di diversi punti di una galassia, invece di eseguire una rilevazione alla volta di ciascun punto e può anche rilevare in una sola volta una serie di varie lunghezze d'onda dello spettro di una stella.

Sebbene l'Hubble sia sempre operativo, non tutto il suo tempo è impiegato per le osservazioni. Durante il giro di un'orbita, il tempo viene suddiviso tra le funzioni di gestione e l'osservazione. Le funzioni di gestione includono la rotazione del telescopio per puntare un nuovo obiettivo, per evitare la Luna ed il Sole, commutare le antenne di comunicazione e le modalità di trasmissione, ricevere comandi di trasmissione dati e calibrare i sistemi. Quando l'Hubble completa il suo piano di osservazione principale, il programma viene inviato al Goddard's Space Telescope Operations Control Center (STOCC) dove i piani scientifici e di gestione vengono incorporati in un dettagliato programma di operazioni. L'importanza di queste osservazioni non è solo quella di allargare nello spazio gli orizzonti dell'universo noto, ma anche quella di risalire all'indietro nel tempo osservando galassie lontane miliardi di anni-luce e quindi la radiazione da esse emesse quando avevano un'età pari a una piccola frazione di quella dell'universo attuale.


Così come la fotografia testimonia la realtà che ci circonda, anche le immagini catturate dal telescopio spaziale Hubble ci permettono di analizzare lo spazio, essendo un importante documento oggettivo della realtà non tangibile dall'uomo. Inoltre, il telescopio Spaziale Hubble ha permesso, tramite le immagini catturate, di osservare da più vicino un pianeta come Giove e numerose nuove galassie e nebulose, con le quali sono stati iniziati nuovi studi e osservazioni a sottolineare la continua espansione dell'Universo e la sua infinitezza.




Un linguaggio senza scrittura: il cinema di Pasolini.

La fotografia è verità e il cinema è verità 24 volte al secondo (Godard Jean Luc)


La fotografia è l'insieme delle regole della psicologia della percezione e per facilitare l'interpretazione il fotografo scegliere il soggetto più opportuno da immortalare, l'inquadratura e il momento dello scatto.

Uno dei principali aspetti che accomuna la fotografia a Pier Paolo Pasolini è l'essere testimonianza/testimone. Il fotografo ritrae, infatti, la quotidianità e la realtà, e Pasolini utilizza come strumento la cinepresa per documentare la situazione italiana degli anni '60 e polemizzarla.

Pier Paolo Pasolini inizia la sua carriera artistica come scrittore e poeta negli anni '30: sono note, infatti, opere come Le ceneri di Gramsci, Ragazzi di vita, Officina e Canzoniere italiano. Mentre è dagli anni '60 che si dedica quasi completamente all'attività cinematografica. Egli, infatti, non ritiene il cinema una tecnica letteraria, bensì una nuova lingua e un sistema di segni. Il cambiamento di lingua è una protesta contro la letteratura italiana ed è anche per questo motivo che i suoi personaggi parlano in dialetto (perlopiù romano), ponendo in questo modo allo stesso piano il dialetto e l'italiano, quest'ultimo ritenuto dall'autore soltanto una lingua letteraria. Il linguaggio fotografico, così come quello cinematografico, è una sostituzione della parola stampata e con il cinema, Pasolini affronta la realtà italiana del periodo, ossia si interessa agli avvenimenti storici come il neocapitalismo e, nel film Uccellacci e uccellini, alla crisi del marxismo. I personaggi dei suoi film sono figure umili e semplici: il linguaggio utilizzato dall'autore è, infatti, quello del Vangelo e di Cristo che appartiene al mondo contadino e che non è più comprensibile ormai dal mondo fortemente industrializzato degli anni '60.  


Uccellacci e uccellini (1966)


Scritto e diretto da: Pier Paolo Pasolini;

Interpreti e personaggi: Totò (Innocenti Totò e frate Ciccillo); Ninetto Davoli (Innocenti Ninetto e frate Ninetto); Femi Benussi (Luna, la prostituta); Francesco Legnetti (la voce del Corvo);

Riprese: ottobre-dicembre 1965; Roma, Fiumicino, Tuscanica, Viterbo, Assisi;

Premi: XX Festival di Cannes, Nastro d'argento a Pier Paolo Pasolini per il miglior soggetto originale e a Totò come miglior attore protagonista.


Il film inizia con Totò e Ninetto (padre e figlio) che vagabondano nelle periferia romana mentre stanno andando a minacciare di sfratto una famiglia che non è in grado di pagare l'affitto. I due protagonisti sono assunti come simbolo dell'umanità in cammino, mentre il corvo parlante, intellettuale e marxista,che li segue durante il tragitto è la controfigura dello stesso Pasolini. Il corvo racconta le vicende dei frati francescani Ciccillo e Ninetto, i quali, per ordine di San Francesco, devono predicare agli uccelli: Totò si raccoglie in preghiera finché non riesce a capire la lingua dei falchi e in seguito anche quella dei passeri; ma nonostante l'impegno, i falchi continuano a cibarsi dei passeri. Questa è una parabola sulla lotta di classe, su come gli imprenditori del tempo sfruttino le classi meno abbienti. Dopo essersi imbattuti nei funerali di Togliatti e aver incontrato una prostituta, Totò e Ninetto, stanchi delle chiacchiere del corvo e soprattutto in preda ai morsi della fame, decidono di mangiarselo.


Questo film grottesco e surreale condanna per la prima volta non il sottoproletario, bensì l'intellettuale che cerca di aiutarlo e che non ha capito la vera ideologia del povero: la fame.

Pasolini afferma: "Non ho mai "messo al mondo" un film così disarmante, fragile e delicato come "Uccellacci e uccellini". Non solo non assomiglia ai miei film precedenti, ma non assomiglia a nessun altro film. Non parlo della sua originalità, sarebbe stupidamente presuntuoso, ma della sua formula, che è quella della favola col senso nascosto. Il surrealismo del mio film ha poco a che fare col surrealismo storico; è fondamentalmente il surrealismo della favole (.). Questo film che voleva essere concepito e eseguito con leggerezza, sotto il segno dell'Aria del Perdono del "Flauto magico", è dovuto in realtà a uno stato d'animo profondamente melanconico, per cui non potevo credere al comico della realtà (a una comicità sostantivale, oggettiva). L'atroce amarezza dell'ideologia sottostante al film (la fine di un periodo della nostra storia, lo scadimento di un mandato) ha finito forse col prevalere. Mai ho scelto come trama di un film un soggetto così difficile: la crisi del marxismo, della Resistenza e degli anni '50, poeticamente situata prima della morte di Togliatti, subita e vissuta, dall'interno, da un marxista, che non è tuttavia disposto a credere che il marxismo sia finito ( il buon corvo dice: "io non piango sulla fine delle mie idee, perché verrà di sicuro qualcun altro a prendere in mano la mia bandiera e a portala avanti! È su me stesso che piango."). Ho scritto la sceneggiatura tenendo presente un corvo marxista, ma non ancora del tutto liberato dal corvo anarchico, indipendente dolce e veritiero."


Pasolini critica la situazione dell'Italia dagli anni '50 e la nomina scomparsa delle lucciole, ossia sottolinea la allontanamento dei valori come Chiesa, patria, famiglia, ordine e moralità, in quanto ritenuti falsi. Gli Italiani sono divenuti un "popolo degenerato, ridicolo, mostruoso e criminale" e Pasolini non l'ama più: dal film scaturisce infatti la sua amarezza verso la gente italiana e il vuoto di potere identificato nel governo democristiano, il funerale di Togliatti sottolinea ulteriormente la scomparsa di un personaggio che poteva cambiare, per l'autore, la realtà italiana e che invece è stato fortemente criticato.


L'evangelizzazione dei falchi e dei passeri


Il corvo, metafora dell'intellettuale di sinistra, dice di essere nato in un Paese chiamato Ideologia, abita in via Carlo Marx n. 70 volte 7 e i suoi genitori si chiamano Dubbio e Coscienza. Quando narra le vicende dei frati Ciccillo e Ninetto premette che i fatti e i riferimenti a cose e persone non sono casuali, perciò la parabola non è altro che un'analogia con la situazione sociale italiana negli anni '50. I falchi sono  prepotenti, mentre i passerotti sono umili e per evangelizzarli frate Ciccillo utilizza due diversi linguaggi: con i falchi cinguetta, mentre con i passeri saltella. Ciò significa che le due specie animali che in realtà rappresentano gli imprenditori e il proletariato parlano due lingue diverse e possono andare d'accordo solo all'interno della stessa classe sociale.

Frate Ciccillo verso i falchi afferma: "con la fede ci si crede e con la scienza ci si vede", mentre con i passeri esclama: "la fede ci vuole con voi altro che la scienza", ulteriore segno delle differenze culturali e non solo sociali.


Citazioni

Nel film sono importanti non solo i dialoghi dei personaggi, ma anche le immagini e l'ambientazione in cui si svolge la vicenda. Ne sono un esempio le vie che attraversano i due personaggi: via Benito la lacrima disoccupato e via Lillo Strappalenzola scappato a 12 anni, oppure il cartello con su scritto proprietà privata, in riferimento alla filosofia marxista che ne voleva l'abolizione per un'uguaglianza sociale. 


I numerosi riferimenti alla crisi del marxismo in Italia e alla situazione di malessere della classe operaia si ritrovano nelle frasi di Totò quando afferma: "la vita non è niente, la morte è tanto", "beato il poveraccio, che pochi sanno che è morto. Beato il poveraccio che paga e non ha avuto niente. Passa da una morte all'altra morte." Questa problematica può essere riassunta nella frase di S. Francesco: "sappiamo che la giustizia è progressiva e sappiamo che man mano che progredisce la società si sceglie la coscienza della sua imperfetta composizione e vengono alla luce disuguaglianze stridenti che affliggono l'umanità. Non è forse questa avvertenza di disuguaglianza fra classe e classe, tra Nazione e Nazione la più grande minaccia della pace?".

Infine, il corvo sentendo la profonda crisi del marxismo afferma: "sono passate di moda le ideologie".


Il fotografo testimonia la realtà tramite le immagini, un linguaggio senza scrittura e per questo accessibile e immediato a tutti. Pasolini decide di raccontare la realtà con i fotogrammi, utilizzando anche lui un linguaggio senza scrittura, ma sotto forma di favola, in cui sono evidenti i riferimenti alla realtà, sottolineati inoltre da battute comiche, ma che in realtà raccontano la crisi sociale dell'Italia degli anni '50. Il film, come la fotografia, nasconde in sé messaggi nascosti, ma decodificabili dall'osservatore tramite gli strumenti che lo stesso artista fornisce. In Uccellacci e uccellini la comicità di Totò e Ninetto nascondono la situazione precaria del proletariato insieme alle metafore del Corvo.











The picture of Dorian Gray and the pictures of Thomas Ruff

The message besides pictures


The main subjects of the first photographs were portraits of people. Like pictures, also photographs show us reality: they are immediate, a message without a code, but often the photographer modifies images for aesthetic demands and in this way he leaves the objectivity of the photo. This is the paradox of photograph, that could be present also in picture and literature. This happens in fact in "The picture of Dorian Gray" by Oscar Wilde.

The portrait is the presentation of the subject, but often it shows us a social illusion. This is the message of Oscar Wilde, who wants to communicate the superficiality of the upper classes of his time.


Dorian Gray, rich and beautiful young man, has his portrait painted by the artist Basil Hallward. Dorian longs to remain young and beautiful like the picture. He says in fact to the painter: "I shall grow old and horrible, but this picture will never be older. If it were I who was to be always young, and the picture that was to grow old, I would give my soul for that!". The wish is granted, and Dorian lives a life of vices without losing his beauty and youth, while the picture records his depravity in terms of physical decay. When Basil wants to see the picture of Dorian, he can't recognize it as his work, because of the disfigured and aged protagonist. The painting has revealed the real nature of Gray, so he decided to kill Basil. Dorian in the end of the novel decides to destroy the picture, but when he slashes it, he kills himself and becomes horribly wrinkled. Instead on the wall hangs a handsome man as he had always appeared to them in life.


In his work, Wilde describes his doctrine: "Arts for Art's sake", in which he recommends to the artist to capture beauty for its own sake. An important aspect in this work is how people want to appear and not be: for Dorian Gray, in fact, is important to keep his beauty. The portrait grows old and shows us the ugliness and the atrocity of Dorian, instead photographs remain the same, they testify to reality, even if it is not always true what they show us. Basil, the painter of Dorian's picture, wants to represent the perfect appearance of the young man and he doesn't know that he had painted a wicked man. The purpose of Oscar Wilde is to advertise the reader that the appearance is deceptive like the aristocracy of is time. In his sense we can say that this novel has a hidden message: it seems a "normal" novel, but behind it there's the complicity of Wilde.


Thomas Ruff's opinion is also that images have a hidden message. Thomas Ruff is a contemporary photographer, born in 1958 in Dűsseldorf, who is famous for his portraits. In an interview with a journalist, he affirms that "most of the photos we come across today aren't really authentic (.) because the camera just copes what is in front of view". Therefore his purpose, in his photographs, is to show us reality.

Ruff knows every protagonist of his portraits and sees in his works of art their personality, instead they seem to us anonymous. The purpose of the artist is not to communicate us the personality of people in his portraits, but  to describe his generation. He says: "We grew up in the seventies. The reality was that there was no candlelight. (.) and in the seventies in Germany we had a so called "Terrorysmushystery": the secret service surveyed people who were against nuclear power; the government invented or created a so called "Berufsverbot". This meant left-wing teachers were dismissed, so sometimes it was better not to tell what you were thinking. (.). If you stand in front of a custom officer, you try to make a face like the one in your passport". That's why the protagonists of Ruff's portraits don't smile. This is the message beside his photographs and that's why is not enough to see what you have got in front of the camera. In this sense photograph is not objective: every observant has different interpretations of the image, because who sees the photo has various experiences and knowledge.


The photograph is objective, but this doesn't mean that we have only to observe an image, because we have to understand the real meaning of it, that is often hidden.

If we try to look apart from a simple image, we can observe reality from the point of view of the artist and we can understand not only his social and political ideas, but also the situation of most of people who lived in the same time. So we have to learn to read images and photographs, because this is a new language that is as important as books of history and that could be fundamental for the new generations in order to understand their past and improve their future.




Conclusioni


La fotografia va pertanto ben oltre il semplice lato artistico perché è in grado di testimoniare realtà non tangibili dall'uomo: essa infatti non si ferma alla semplice ripresa della realtà, ma segnala verità molto più profonde.

In conclusione, al giorno d'oggi la fotografia ha un altro scopo molto importante: è il racconto della nostra storia, del nostro passato, ma soprattutto del nostro presente; la fotografia ci permette di ricordare e di far conoscere all'intera umanità la realtà di fatti realmente accaduti. È straordinario pensare come un semplice scatto fotografico possa valere più delle parole, riuscendo spesso ad ammutolire e soprattutto a far riflettere.

Cosa si cela dunque dietro la fotografia? Si nascondono uomini che vogliono comunicare tramite un'immagine i loro stati d'animo, si nasconde un messaggio che nel nostro linguaggio quotidiano si traduce in stupore, rabbia per il presente, dolore e a volte gioia. Sta a noi interpretare, mediante una foto, il nostro passato e il nostro presente.





Bibliografia


  • Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray, Mondadori, Milano, 2006;

  • Oscar Wilde, The picture of Dorian Gray, Giunti, Firenze, 2001;


  • Alfonso Bosellini, Scienze della Terra e l'universo attorno a noi, Italo Bovolenta, Ferrara 2004;

  • Peter Burke, Testimoni Oculari il significato storico delle immagini, Carocci editore, Roma, 2003;

  • Pier Paolo Pasolini, Il vuoto di potere in Italia, Corriere della Sera, 1 febbraio 1975;

  • E. Bernini e R. Rota, A regola d'arte dal '600 all' '800, Laterza, Bari, 2003.


Sitografia


  • Thomas Ruff: www.jca-online.com/ruff.html;

  • Thomas Ruff: www.repubblica.it/2006/07/sezioni/arte/recensioni.html;

  • Telescopio spaziale Hubble: https://it.wikipedia.org;

  • Telescopio spaziale Hubble: www.ugis.it;

www.pasolini.net/cinema_uccellacci.htm;


Pier Paolo Pasolini: www.scaruffi.com/director/pasolini.html;


https://wikipedia.sapere.it/wikipedia/wiki/Storia_della_fotografia.


Filmografia


Pier Paolo Pasolini, uccellacci uccellini, Medusa film, 1966.


Discografia


Ennio Morricone, Cinema concerto a Santa Cecilia, Sony, 1999.

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