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Convenzioni e vincoli formali e testuali




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Convenzioni e vincoli formali e testuali


Convenzioni e vincoli formali e testuali Visto il doppio impegno
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Convenzioni e vincoli formali e testuali




Visto il doppio impegno di lettura e ascolto che i film sottotitolati richiedono agli utenti, i sottotitoli, così come i sottotitolatori, devono rispettare vincoli e restrizioni fisiche imprescindibili per non ostacolare la fruibilità del prodotto. Tuttavia, non esiste un consenso generale sulle regole che governano i sottotitoli; inoltre, come abbiamo descritto nel capitolo precedente, negli ultimi anni abbiamo assistito a forme di sottotitolazione sperimentale che, sfuggendo alle norme tradizionali, hanno alterato il modo di percepire la sottotitolazione stessa.

All'interno di questo panorama così eterogeneo, esistono quindi delle convenzioni da seguire per ottenere un prodotto finale il più fruibile possibile? E quali sono queste norme tradizionali? Alla fine degli anni '9 , la European Association for Studies in Screen Translation (ESIST) ha tentato di omologare le pratiche che governano la sottotitolazione. È stato infatti redatto un documento in cui sono riportate alcune regole di condotta sia da un punto di vista professionale che tecnico e che i traduttori e le varie agenzie europee e italiane possono decidere se seguire o meno

Lo scopo di questo paragrafo è di illustrare le convenzioni più diffuse e utilizzate al momento in Italia (soprattutto nell industria del DVD , ma comunemente accettate anche in molti altri paesi europei. Per farlo utilizzerò esempi tratti dalla proposta di sottotitolazione, presente nella seconda parte della tesi, dei due primi episodi (ognuno di

45 minuti) della serie televisiva inglese This is England 8 , trasmessa per la prima volta da Channel 4 nel 01

Prima di addentrarci nel campo degli aspetti tecnici e formali dei sottotitoli, si intende fornire alcune precisazioni terminologiche necessarie. È importante non confondere il sottotitolo subtitle), con le didascalie captions) o le scritte di scena (displays). Il sottotitolo riporta in forma scritta i dialoghi del film e compare generalmente nella parte inferiore dello schermo, così da non alterare o "deturpare" l'immagine. In inglese è anche indicato con il termine caption, che in ambito specialistico, tuttavia, indica un testo avente la funzione di aggiungere descrizioni o spiegazioni Esso, dunque, corrisponde più alla didascalia che al sottotitolo perché serve per rinforzare la contestualizzazione dell'azione ad esempio: Un anno dopo). La scritta di scena è invece un testo breve, presente nella versione originale, che a volte è tradotto, altre no, nei sottotitoli interlinguistici. Le scritte di scena, a differenza delle didascalie, non sono un'aggiunta, ma si ritrovano all'interno delle immagini del film (come, ad esempio, un testo costituito da titoli di giornali, messaggi pubblicitari, insegne e così via)

Negli episodi sottotitolati si ritrovano alcuni esempi di displays inseriti in diversi modi nella scena: per esempio su un foglio d'esame riportante la scritta "History CSE Final Exam 26 May 198 ", oppure sullo schermo di una televisione "World Cup '8 ", o ancora, in maniera più originale, su una torta "Sorry Carrot-Bum".

Si è deciso di tradurre tutti i displays per creare omogeneità e coerenza; inoltre, dal momento che alcune scritte sono presentate insieme agli oggetti in scena, si è pensato che potessero sfuggire all'occhio dello spettatore (soprattutto il display collocato in maniera bizzarra sulla torta, se non visualizzato chiaramente dall utente farebbe perdere senso all'intera scena).

Per quanto riguarda gli aspetti tecnici dei sottotitoli, i vincoli formali e testuali cui essi devono sottostare determinano le scelte traduttive del sottotitolatore e la resa finale del testo. Per vincoli formali, o quantitativi, intendiamo le restrizioni che riguardano la disposizione dei sottotitoli sullo schermo, lo spazio che possono occupare, la lunghezza delle battute e il tempo di esposizione. Mentre per vincoli testuali, o qualitativi, ci riferiamo a leggibilità, presentazione sullo schermo e sincronizzazione dei sottotitoli


I sottotitoli occupano generalmente la parte inferiore dello schermo (ad eccezione di quelli in cinese che sono spesso sistemati in verticale), ma possono essere collocati in alto se nella zona in basso si svolge un'azione importante o se sono riportate altre informazioni quali date, luoghi, nomi di attori oppure titoli di coda.

I sottotitoli, inoltre, possono essere allineati al centro o a sinistra: il cinema e l'industria dei DVD hanno da sempre preferito la versione centrata, mentre la televisione ha fatto largo uso di quella a sinistra, la soluzione che tuttora è preferita in paesi come l'Olanda. Come già spiegato nel paragrafo 2 2. . la versione centrale è anche quella che è stata usata nei sottotitoli di questa tesi.

Per quanto riguarda lo spazio occupato dal testo dei sottotitoli, esso dipende dalla lunghezza delle battute ed è condizionato dalla superficie disponibile. La norma vuole che ogni riga occupi in media due terzi dello schermo per estensione e ammetta un massimo di 3 - 0 caratteri a seconda del carattere utilizzato. Visto che la proposta di sottotitoli di This is England 86 è stata pensata per una versione su supporto DVD, si è utilizzato Arial con un massimo di 40 caratteri, spazi inclusi, per riga (anche se, generalmente, non sono stati superati i 3 - 9 caratteri).

Se il sottotitolo è a due righe, queste sono disposte una sotto l'altra e se hanno lunghezza diversa non è importante quale sia la più corta. Tuttavia, per limitare al minimo la contaminazione dell immagine, conviene, laddove possibile, che la riga superiore sia più corta di quella inferiore. Prendendo un esempio da This is England '86:





Come va ragazzi? Eccoli qua! Cos'è questo?



Nel caso del sottotitolo a una riga non c'è unanimità sul suo posizionamento. Alcune agenzie preferiscono spostarlo sulla seconda riga per inquinare meno l'immagine, altre scelgono di lasciarlo sulla prima per far sì che i sottotitoli appaiono tutti nello stesso punto sullo schermo.

Nella proposta di sottotitolazione di questa tesi è stata seguita la prima procedura sia per alterare le immagini il meno possibile, sia per evitare l'effetto di stranezza che si potrebbe creare nello spettatore, dal momento che i sottotitoli che iniziano in quel punto della schermata la prima linea) sono tendenzialmente a due righe.

Un altro fattore importante per la buona ricezione del sottotitolo è legata alla scelta del carattere e allo sfondo su cui compare il testo scritto. Per quanto riguarda i caratteri da usare, le convenzioni dettate dalla ESIST hanno stabilito che quelli più qualificati e leggibili sono Arial (che è stato scelto per la nostra proposta di sottotitolazione) e Helvetica. Inoltre, sempre secondo le norme tradizionali, il colore più adatto per i sottotitoli sarebbe il bianco . Se il testo non è leggibile a causa di uno sfondo chiaro, si può aggiungere uno sfondo nero al sottotitolo per creare un contrasto cromatico.

Sappiamo in realtà che sono presenti sul mercato, e soprattutto in rete, sottotitoli di vario colore. Tuttavia, le case produttrici di DVD107 sembrano essere le più restie, almeno fino al momento, a introdurre deviazioni alla norma. Per questo motivo, per i sottotitoli proposti nella seconda parte della tesi si è scelto il colore bianco.

Il tempo di esposizione sullo schermo è un altro aspetto essenziale che il sottotitolatore deve rispettare e che spesso porta a una forte riduzione del testo originale. Lo spotting dei dialoghi deve riflettere il ritmo dei dialoghi del film, prendendo anche in considerazione le pause, le interruzioni e tutti gli elementi prosodici che caratterizzano il testo originale. Per questo motivo, le frasi molto lunghe devono essere divise in vari sottotitoli, mentre quelle corte accorpate tra loro, così da evitare l'effetto telegrafico.

La norma prevede che il sottotitolo appaia nell esatto momento in cui l'attore comincia a parlare e scompaia quando il personaggio finisce il suo discorso. Il film con sottotitoli non richiede una sincronizzazione così rigida come quella dei film doppiati . Tuttavia, una temporizzazione accurata tra colonna sonora e sottotitoli e tra questi ultimi e immagini è necessaria per favorire la comprensione della vicenda filmica narrata e per permettere allo spettatore di trasferire il valore linguistico dell originale nella lingua di arrivo109.


Inoltre, irregolarità nella temporizzazione di colonna sonora, sottotitoli e immagini possono causare un senso di frustrazione nello spettatore, che può pensare di trovarsi di fronte a un prodotto "impuro , non autentico, ed è messo così nell impossibilità di godersi il prodotto filmico e di comprenderlo nella sua interezza.

necessario inoltre che un sottotitolo non rimanga sullo schermo meno di un secondo, poiché altrimenti è illeggibile, ma non più di sei secondi per evitare la rilettura da parte dello spettatore e una distrazione rispetto alle scene del film.

La norma prevede che sottotitoli costituiti da una parola sola (ad esempio "arrivederci ) non superino il tempo di esposizione di un secondo; se un attore parla per più di sei secondi, invece, occorre dividere il discorso in base alle eventuali pause o alla coerenza logica del discorso, mantenendo un minimo di 200 frame tra i sottotitoli per evitare il cosiddetto effetto flash. A questo proposito, si precisa che nei dialoghi o nei monologhi veloci e senza pause è possibile impostare manualmente i sottotitoli a 2 o 200 frame di distanza, a seconda del tipo di timecode utilizzato

Riportiamo degli esempi dal primo episodio di This is England '8 . Nel primo


caso, Cynthia, la madre del protagonista, pronuncia un discorso di 9 secondi circa, nel quale esprime la propria contrarietà al fatto che il figlio parta in vacanza una volta finiti gli esami scolastici e lo esorta, piuttosto, a trovarsi subito un lavoro.

Dal momento che il discorso dura più di sei secondi, si è deciso di dividerlo in tre sottotitoli in base alle pause presenti tra una frase e l'altra:




Sottotitolo 1: Show 07:46,240) Hide (00 0 : 0,320) Duration (00:0 :04,080)




No, Shaun, hai finito di studiare. Devi trovarti un lavoro. Sei grande ora.



Sottotitolo 2: Show (00 07:51,000) Hide (00 0 : 4,080) Duration (0 :0 :03,080)




Hai il colloquio alle tre


e farai meglio ad andare, controllerò.




Sottotitolo 3: Show (00:07 58,00 ) Hide (00:08 00,040) Duration (0 :0 :02,040)




Ti ho fatto un regalo.




In un'altra scena della serie televisiva, Shaun e la banda di teppisti che si prende continuamente gioco di lui sono a casa di un amica in comune di nome Gemma, la quale offre loro delle bibite. Il discorso di Gemma dura meno di sei secondi, ma è troppo lungo per rientrare in un solo sottotitolo. Dal momento che l'attrice non compie nessuna pausa rilevante, la frase è stata divisa in base alla coerenza logica del discorso, ovvero in presenza della congiunzione "perché , mantenendo i due frame minimi di distanza tra i due sottotitoli:



Sottotitolo 1: Show (00:19 36,20 ) Hide (00:19 40,600) Duration (0 :0 :04,400)




Ecco. Belle fresche.


E ci sono dei bicchieri. .




Sottotitolo 2: Show (00:19 40,68 ) Hide (00:19 42,000) Duration (0 :0 :01,320)




.perché è brutto bere dalla bottiglia.



Si precisa inoltre che non sarebbe stato possibile riportare in un unico sottotitolo la frase "e ci sono dei bicchieri, perché è brutto bere dalla bottiglia" senza superare il limite di 40 caratteri per riga.

Un'altra regola dello spotting prevede che il sottotitolo scompaia dallo schermo prima che avvenga un cambio immagine. Infatti, come abbiamo rilevato nei paragrafi destinati al tracciamento oculare e alla lettura dei sottotitoli, se il testo scritto rimane sullo schermo in seguito a un cambio immagine, lo spettatore è indotto a pensare che sia cambiato anche il sottotitolo e quindi lo rilegge.

Per quanto riguarda la musica e le canzoni presenti nel testo filmico, la norma prevede che i testi siano preceduti dal simbolo cancelletto " ". Per indicare la fine della canzone, o una sua interruzione, si riporterà il simbolo anche alla fine della frase. Ad esempio:



# Rinunciaci, rinunciaci. #




Dal momento che le canzoni costituiscono un elemento fondamentale nella costruzione del significato di un film e nella creazione dell'atmosfera voluta, si è deciso di tradurre tutti i brani che accompagnano scene in cui i personaggi non parlano (e che quindi non si sovrappongono ai dialoghi ; inoltre sono state sottotitolate le canzoni cantate in coro dagli attori (come "Daisy Bell", un brano molto noto agli inglesi, ma poco conosciuto in Italia).

Le canzoni vanno oltre l'intrattenimento; esse hanno spesso il compito di rappresentare gli stati d animo dei protagonisti, la cultura di un paese o, addirittura, di anticipare o trasmettere elementi della trama.

Ad esempio, prima del matrimonio di Woody e Lol, due dei personaggi principali della sitcom, viene trasmessa la canzone Give it up" di Steve Winwood, il cui testo, scandito dal ritornello "rinunciaci, rinunciaci , sembra anticipare il fatto che i due ragazzi in realtà non si sposeranno.

Nel secondo episodio, invece, è stata riportata la versione italiana della canzone disneyana "That's What Friends Are For" (presente nel cartone animato Il libro della giungla), cantata in coro da alcuni personaggi della serie televisiva e che in traduzione può essere immediatamente riconosciuta dallo spettatore italiano.



1. Punteggiatura e tipografia




Sebbene non esistano manuali di stile distribuiti dalle case di produzione concernenti le norme tipografiche necessarie a uniformare il lavoro dei sottotitolatori, ci sono dei criteri grafici e di interpunzione tipici della sottotitolazione generalmente riconosciuti e ai quali gli spettatori si sono abituati nel tempo . A tale proposito, Cerón afferma che: whenever movie and TV viewers are watching a subtitled film, they are deciphering a whole set of codes. They may be unaware of it, but they will react immediately to a departure from the norm

Del resto, la maggior parte delle regole tipografiche usate nei sottotitoli non sono nuove allo spettatore poiché, essendo questi ultimi dei testi scritti, seguono le regole grammaticali della lingua di arrivo.

Inoltre, le convenzioni tipografiche sono indispensabili per rappresentare graficamente alcune sfumature paralinguistiche del parlato, come per esempio l'intonazione, l'enfasi e le esitazioni.

Tuttavia, dal momento che la sottotitolazione comporta, tra le altre cose, la trasformazione di materiale fonico in materiale grafico , il sottotitolatore dovrà utilizzare con moderazione le convenzioni grafiche e paragrafematiche (ossia segni non alfabetici come le virgolette, usate per racchiudere citazioni o per segnalare che una parola va intesa in un'accezione particolare).

I segnali interpuntivi cui sono assegnanti precisi valori sintattici, semantici e ritmici comprendono il punto, la virgola, il punto e virgola, i due punti, i punti di sospensione, i punti interrogativi ed esclamativi. Punto, virgola e punto e virgola mantengono i loro significati tradizionali: in modo particolare, il punto segnala la fine del discorso, la virgola indica la separazione tra le parti di una stessa frase, mentre il punto e virgola suggerisce una breve pausa nella lettura.

Studi sulla modalità di lettura dei sottotitoli hanno dimostrato che è preferibile non usare virgole alla fine di un sottotitolo per indicare che il discorso verrà continuato in quello successivo; infatti la virgola può essere erroneamente scambiata per un punto e comunque "the inevitable pause in the reading pace, as a result of the time break between the two subtitles and the necessary time for the brain to process the new subtitle, would be disproportionately long in relation to the expected short pause . Inoltre, per gli stessi motivi appena descritti, è opportuno evitare di concludere un sottotitolo con punto e virgola o con due punti (si può invece terminare la frase con punto, punti di sospensione, punto esclamativo e interrogativo).

I punti di sospensioni sono usati per più funzioni. La prima è quella di indicare che la frase non si conclude, ma viene continuata nel sottotitolo successivo. In questo caso, non si lascia nessuno spazio tra la parola e i puntini:



Senta, lo so che è tardi,


ma la prego di farmi visitare




. .perché mia madre si arrabbierà con me se non lo faccio.



Come si può notare, in questo caso, i punti di sospensione, vengono riportati anche all'inizio del secondo sottotitolo, senza che spazio alcuno sia lasciato tra i punti e la prima parola della frase. Attualmente, questo tipo di convenzione è sempre più affiancato dalla tecnica che prevede la mancanza di un segno di interpunzione alla fine del sottotitolo. Tuttavia, sembra che questa nuova soluzione affatichi il processo di lettura dei sottotitoli, in quanto:



The absence of any punctuation mark as an alternative means of indicating the arrival of the remaining part of an incomplete subtitled sentence does not provide such an obvious signal and as a result the brain takes more time to process the new subtitle flash as related to the previous subtitle






In mancanza di una regola precisa cui attenersi, saranno le agenzie di sottotitolazione o, in alcuni casi, il sottotitolatore stesso a scegliere per quale soluzione optare.

Precisiamo infine che i punti di sospensione sono impiegati nel caso in cui tra i due sottotitoli collegati sia presente una lunga pausa; in questo caso, i punti vengono mantenuti all'inizio del primo, ma non del secondo sottotitolo:



sottotitolo : Beh, io.


sottotitolo 2: Cio , pensavo di passare di qui.



Per concludere, i punti possono essere usati per indicare elementi prosodici del discorso, come pause ed esitazioni:



È. bellissimo.




Oppure per segnalare che una frase rimarrà incompiuta:




- D'accordo, andiamo a.

- Stringimi la mano.



Il punto interrogativo indica la presenza di una domanda o di una richiesta, ma può essere usato anche per segnalare sorpresa o più semplicemente per sollecitare una risposta. Il punto esclamativo, invece, indica un'espressione pronunciata con enfasi, la quale può veicolare rabbia, sorpresa, felicità o disgusto. Esso inoltre viene utilizzato per suggerire ironia o per marcare insulti, appellativi e soprattutto ordini.

Forniamo una serie di esempi esplicativi delle situazioni appena elencate:




Che ci fai qui?


Devo proprio?


Sta bene? Possiamo entrare anche noi?


Eccolo qui!


- È vivo!



- Bravo, non sei morto!


In silenzio!


Che stronzo!


Chiudi quella cazzo di bocca!




Tuttavia, è opportuno che il sottotitolatore moderi l'impiego di questi segni di interpunzione. Un uso eccessivo dei punti esclamativi, ad esempio, può rischiare di farli diventare ripetitivi agli occhi dello spettatore, diminuendo così la loro efficacia.

Tra i segni paragrafematici, virgolette e trattini sono quelli più usati nella pratica della sottotitolazione. Le virgolette possono servire a indicare un discorso diretto, citazioni, espressioni ironiche o parole che vanno intese in un'accezione particolare. Ecco alcuni esempi:



Avete presente "fuoco e ghiaccio ?


- E non mi parlare in questo modo.

- "Non mi parlare in questo modo"?


3) E lei dirà: "Wow, è il mio eroe".


4) "Sig.ra Robinson,


sta cercando di sedurmi?"




I trattini assumono un valore particolare poiché indicano che le frasi sullo schermo vengono pronunciate da due personaggi diversi. Nei dialoghi, dunque, i trattini sono anteposti all'enunciato e segnalano l intervento di ogni attore:



- Fai qualcosa, per piacere!


- È inutile! Non c'è lavoro!



Infine, si può ricorrere ad accorgimenti grafici quali il tipo e la dimensione del carattere, cui si assegnano precise funzioni distintive di vario genere. Ad esempio, il carattere maiuscolo viene usato per riportare le scritte di scena:



SCUSA PRENDI-CAROTA



Il corsivo, se assegnato a singole parole, svolge lo stesso compito delle virgolette e l'uso dell una o dell altra convenzione varia da agenzia ad agenzia o, in alcuni casi, a seconda delle preferenze del sottotitolatore. Di norma, il corsivo è l'indicatore di voci in lontananza o fuori campo, di quelle provenienti da radio, telefoni e televisioni e infine di voci che esprimono le idee del personaggio o monologhi interiori

Nella nostra proposta di sottotitolazione si sono usate le virgolette per indicare parole


o espressioni con significati particolari o inconsueti, mentre si è riservato il corsivo solo alle voci fuori campo o provenienti da mezzi di comunicazione, come dimostra il prossimo esempio, tratto da un notiziario della televisione:



Mancano solo pochi giorni ai mondiali di calcio.



Per concludere, per quanto riguarda i numeri, la regola prevede che da uno a dieci vengano scritti in lettere e dal dieci in su in cifre:



Li noleggeremo a 50 penny l'uno.


Voi due! Mi fate commuovere ora.




Tuttavia, nel caso dei prezzi, i numeri sono sempre stati lasciati in cifre, anche se inferiori a dieci:



- £ .40 e 15 penny?


- £ .10 e 10 penny.




Inoltre, come si può notare dall esempio, si è scelto di non convertire le sterline in euro, sia per lasciare un rimando all'ambientazione inglese, sia perché la loro conversione nel sistema monetario della cultura di arrivo risulterebbe irrilevante ai fini della comprensione della trama filmica.


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