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L'esperienza dell'Economia di Comunione




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L'esperienza dell'Economia di Comunione


GOLD LORNA, "L'esperienza dell'Economia di Comunione", in FERRUCCI A., (a cura di), Per una globalizzazione solidale verso un mondo unito, Città Nuova, Roma, 2001


(estratto da me realizzato)



Il progetto 'Economia di Comunione' (EdC) è una particolare esperienza dell'economia sociale che si è sviluppata all'interno del Movimento dei Focolari. L' EdC è un progetto globale che coinvolge circa 750 piccole e medie imprese nel mondo in una rete di solidarietà che punta a dare una risposta a molte domande cruciali e urgenti che oggi sfidano il nostro pianeta: i problemi di una ineguaglianza che aumenta, la distruzione dell'ambiente, l'inquietudine sociale. (.) Prima di arrivare alle applicazioni specifiche dell'idea dell'Economia di Comunione il mio compito sarà quello di delineare i principi chiave che sorreggono l'Economia di Comunione e di esaminare le radici culturali di questa idea.

Non è certo una novità affermare che ogni concezione dell'agire economico è frutto di una cultura particolare e di una precisa visione del mondo. Similmente, l'Economia di Comunione è fiorita da una particolare esperienza culturale, uno stile di vita, che silenziosamente si è diffuso in molte nazioni negli ultimi decenni. Questa cultura, praticata soprattutto nel Movimento dei Focolari, è di matrice cristiana ed è animata da una nuova spiritualità personale e collettiva insieme: la spiritualità dell'unità. Diffusa tra persone di tutte le età, razze, lingue, culture e fedi. Tra queste, la maggior parte sono Cattolici, ma ci sono anche persone delle maggiori religioni mondiali e altri senza particolari riferimenti religiosi ma che condividono molti valori con noi. Questa realtà ha cominciato ad offrire un nuovo modo di vivere i vari aspetti della vita sociale: da quello politico a quello della cultura; da quello artistico a quello economico e così via. (.)

Veramente si può affermare che ogni persona, infatti, nonostante le sue debolezze e cadute, trova connaturale adottare uno stile di vita proteso più al dare che all'avere perché sente in se una chiamata ad amare gli altri suoi simili e ad essere amata.

All'interno del Movimento dei focolari è precisamente questa cultura del dare, che è stata così distintiva sin dall'inizio, che si è concretizzata in una comunione dei beni tra tutti i suoi membri e in opere sociali anche consistenti.

L'Amore (o la benevolenza) poi vissuto da due o più persone, diventa reciproco e fiorisce così la solidarietà. Solidarietà che si può mantenere in vita soltanto facendo tacere il proprio egoismo, affrontando le difficoltà e sapendole superare. Ed è questa solidarietà, messa sempre a base di ogni azione umana, anche economica, che caratterizza lo stile di vita che quattro milioni e mezzo di persone cercano di praticare quotidianamente nel Movimento dei Focolari, ed è irradiato ormai ben al di fuori di esso.

Questo stile di vita, dopo cinquant'anni, si è concretizzato nel progetto 'Economia di Comunione'. Nel maggio 1991, l'Economia di Comunione è emersa dal cuore di un Paese dove si soffre in maniera drammatica per il contrasto tra una minoranza ricca e milioni di persone veramente povere, durante un incontro di Chiara Lubich con la comunità di San Paolo (Brasile). Mentre era in Brasile Chiara divenne ben conscia delle profonde diseguaglianze che affliggono questa parte del mondo. Inoltre era consapevole che la povertà aveva fatto la sua comparsa anche tra qualche migliaio dei 250.000 aderenti al Movimento dei Focolari in Brasile. Ciò le fece comprendere che la comunione dei beni tra i singoli che già si praticava non bastava più a soddisfare le necessità di queste persone povere e andava fatto qualcosa di più.

L'idea che ebbe Chiara consisteva nell'incrementare le entrate della comunione dei beni dando vita a delle aziende, affidate a persone competenti, in grado di farle funzionare con efficienza così da ricavarne degli utili. Una parte di questi utili sarebbero stati utilizzati per incrementare gli affari dell'azienda; una seconda parte di questi profitti per aiutare coloro che sono nel bisogno, dando la possibilità di vivere in modo un po' più dignitoso, in attesa di un lavoro, od offrendo loro un posto di lavoro nelle stesse aziende. Infine, una terza parte sarebbe stata usata per sviluppare le strutture per la formazione di uomini e donne, motivati nella loro vita dalla 'cultura del dare' : 'uomini nuovi', perché senza uomini nuovi non si fa una società nuova.

L'Economia di Comunione è stata accolta con entusiasmo e non solo in Brasile e nell'America Latina, ma anche in Europa e in altre parti del mondo.
Molte aziende sono nate, e molte già esistenti hanno aderito al progetto, modificando il proprio stile di gestione aziendale. (.)

L'esperienza dell'Economia di Comunione, con le particolarità che le derivano dallo stile di vita da cui nasce, si pone a fianco delle numerose iniziative individuali e collettive di coloro che hanno cercato e cercano di 'umanizzare l'economia'. Le aziende dell'Economia di Comunione sono fatte per porre le necessità e le aspirazioni della persona umana e il bene comune, al centro della loro attenzione in ogni aspetto delle loro attività.

Le imprese che aderiscono al progetto 'Economia di Comunione', operano nel mercato e sono a tutti gli effetti ditte commerciali o società come tutte le altre. Eppure, allo stesso tempo, queste aziende propongono qualcosa di diverso. Per esse il vero significato di ogni loro attività economica non risiede in una transazione economica per se, ma nel fare di esso un 'luogo d'incontro' nel senso più profondo del termine, un luogo di 'comunione': comunione quindi tra chi ha mezzi e risorse economiche e chi non ne ha; comunione tra tutti i soggetti coinvolti in modi diversi nell'attività stessa. Se è vero che non di rado proprio l'economia contribuisce a creare barriere tra le classi sociali e tra i portatori di interessi diversi, queste imprese cercano di opporsi a ciò in vari modi. Per prima cosa destinano parte dei loro utili per sovvenire direttamente ai bisogni più urgenti di persone che versano in situazioni di difficoltà economiche. In secondo luogo, negli affari, vengono promossi rapporti improntati alla reciproca apertura e alla fiducia tra tutti coloro che sono in gioco nell'attività - consumatori, fornitori, concorrenti, comunità locale ed internazionale, pubblica amministrazione - sempre con l'occhio puntato all'interesse generale. Infine queste aziende si impegnano a praticare e a diffondere una cultura del dare, della pace e della legalità, di attenzione all'ambiente (riconoscendo che bisogna essere solidali anche col creato) dentro e fuori l'azienda.

Ecco alcune caratteristiche dell'Economia di Comunione che sono particolarmente significative per noi perché direttamente connesse alla visione del mondo che emana dalla spiritualità dell'unità.

Nell'ambito delle aziende dell'Economia di Comunione gli attori cercano di vivere, nel particolare modo di operare richiesto dalla loro organizzazione produttiva, lo stesso stile di vita che essi vivono nelle altre aree della loro vita.

Le imprese di Economia di Comunione cercano di applicare dei comportamenti ispirati a gratuità, solidarietà e attenzione agli ultimi non solo ad attività non-profit, ma, principalmente, ad imprese a cui è connaturale la ricerca del profitto. Il profitto poi è messo in comune in una prospettiva di comunione.

Le aziende di Economia di Comunione, oltre a poggiare su una profonda intesa tra i promotori di ciascuna di esse, si sentono parte di una rete più vasta, nella quale si vive già un'esperienza di comunione. Esse si sono sviluppate nell'ambito di piccole (almeno per ora) 'aree industriali' vicine alle venti e più città modello del Movimento sparse nel mondo o, se sono geograficamente distanti, esse sono in qualche modo idealmente "collegate" con questa città.

Coloro che si trovano in difficoltà economica, destinatari di una parte degli utili, non sono considerati 'assistiti' o 'beneficiari' dell'impresa. Sono membri essenziali attivi del progetto, all'interno del quale essi donano agli altri le loro necessità. Vivono anch'essi la cultura del dare. Infatti molti di essi rinunciano all'aiuto che ricevono non appena recuperano un minimo di indipendenza economica. Altri dividono ciò che hanno con chi ha maggiori necessità.

Nell'Economia di Comunione l'accento non è tanto posto sulla filantropia dell'uno o dell'altro, ma piuttosto sulla condivisione, dove ciascuno da e riceve con uguale dignità.

Molti si chiedono come possano sopravvivere nel mercato delle aziende così attente alle esigenze di tutti i soggetti con cui trattano e al bene dell'intera società. Certamente lo spirito che le anima le aiuta a superare i contrasti interni che ostacolano e, in certi casi, paralizzano le organizzazioni umane. Inoltre il loro modo di operare attira fiducia e la stima di clienti, fornitori o finanziatori. Non bisogna tuttavia dimenticare un elemento essenziale, che ha accompagnato costantemente lo sviluppo dell'Economia di Comunione in questi anni. In queste imprese si lascia spazio all'intervento di Dio, anche nel concreto operare economico. Dopo ogni scelta controcorrente, che l'usuale prassi degli affari sconsiglierebbe, Dio non cessa di provvedere quel 'qualcosa in più' che Cristo ha promesso: un introito inatteso, un'opportunità insperata, l'offerta di una nuova collaborazione, l'idea di un nuovo prodotto di successo

L'Economia di Comunione, inoltre, è divenuta oggetto di studi scientifici interdisciplinari in ogni parte del mondo, con un numero di progetti di ricerca tuttora attivi in Italia, Brasile e Gran Bretagna. Mentre questa nuova esperienza, e le idee e categorie che ne sono alla base, sono radicate nella spiritualità dell'unità, le sue ramificazioni si estendono al di là del Movimento in cui storicamente si sviluppò.

Certamente ciò è un segno profetico di una nuova economia. Per alcuni ha gettato una nuova luce sulla categoria della 'comunione', offrendo quasi una nuova chiave di lettura dei rapporti sociali che potrebbe aiutare ad andare oltre l'impostazione individualistica che prevale oggi nella scienza economica.

Per altri rappresenta una fondamentale intuizione nelle ancora inesplorate dimensioni sociali, economiche e politiche di un diverso tipo di globalizzazione che tutti stiamo aspettando con sempre maggior urgenza. Nell'ambito di questa globalizzazione, vista nella pratica dell'Economia di Comunione, c'è un grande spazio per i profondi valori umani e le enormi forze che hanno dato origine alla globalizzazione sono ricondotte su strade che portino vantaggi al bene comune e aiutano a risolvere i pressanti problemi dei nostri tempi.




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