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La "Guerra Fredda" e la competizione Usa-Urss nello spazio




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La "Guerra Fredda" e la competizione Usa-Urss nello spazio


Alla seconda guerra mondiale sono riconducibili molte fra le cause delle trasformazione, dei conflitti e delle tensioni della società contemporanea.

Due soli Stati, dopo la fine del conflitto, potevan     o aspirare a conseguire il ruolo di potenza mondiale: gli Stati Uniti, dotati di una forte superiorità economia e militare, e l'Unione Sovietica. Entrambe erano dotate di immense risorse naturali e di un massiccio apparato industriale; ciascuna era portatrice di una propria cultura, radicalmente contrapposta a quella dell'altra.

Si giunse ad un nuovo sistema mondiale bipolare, evidente (soprattutto in Europa) con la suddivisione delle diverse aree all'interno delle sfere di influenza.

Durante la conferenza di Parigi, nel 1946, si giunse ad un accordo tra i vincitori riguardo ai trattati con l'Italia, la Bulgaria, la Romania, l'Ungheria e la Finlandia. Rimaneva però irrisolto il problema della Germania, nodo principale dell'intero riassetto europeo.

Questa conferenza fu l'ultimo atto della cooperazione postbellica fra Urss e potenze occidentali.

Mentre la conferenza era ancora in corso, una grave crisi fu innescata tra Unione Sovietica e Turchia a proposito dello Stretto dei Dardanelli. Convinto che un cedimento sulla questione avrebbe consegnato ai russi anche la Grecia, dove era in corso una sanguinosa guerra civile tra governo conservatore e partigiani comunisti, Truman inviò una flotta americana nel Mar Egeo per appoggiare i Turchi. Fu la prima applicazione della politica del containment, che sosteneva la necessità di contenere l'espansionismo dell'Urss utilizzando la forza.

Nel 1947 gli Usa rilanciavano il Piano Marshall, un programma di aiuti economici all'Europa. I sovietici, convinti che questo fosse un modo per scalzare la loro influenza e assoggettare l'Europa sotto il loro dominio, respinsero il piano.

Il dialogo tra le due superpotenze era ormai cessato: con il termina "guerra fredda" si indicò un conflitto non combattuto sul campo ma un'ostilità tra due blocchi contrapposti di Stati. L'Unione Sovietica svolse una politica di ricerche nel campo nucleare, che la portò a superare gli Stati Uniti nell'apprestamento di bombe atomiche di sempre maggiore potenze, e dando incremento alla creazione di missili che dovevano portare le bombe atomiche a distanze intercontinentali, oltre gli oceani. Si creò un clima di ansiosa incertezza e di terrore di essere da un momento all'altro travolti dalla catastrofe totale di tutta la civiltà.

Il più importante terreno di scontro fu la questione della Germania, divisa in quattro zone di occupazione: americana, inglese, francese e sovietica.

La capitale Berlino era a sua volta divisa in quattro zone. Stati Uniti e Gran Bretagna, saltata ogni possibilità di accordo con i sovietici, integrarono le loro zone attuandovi una riforma monetaria e rivitalizzandole con gli aiuti del piano Marshall.

Stalin reagisce con il blocco di Berlino: vennero chiusi gli accessi alla città impedendone il rifornimento. Fu il momento di maggior tensione dell'intera guerra fredda anche se la crisi si risolverà senza scontri militari. Gli americani organizzarono un ponte aereo per rifornire la città e i sovietici tolsero il blocco che si era rivelato inefficace. L'attuale capitale tedesca fu infine divisa tra:

o      Repubblica federale tedesca, proclamata da americani, inglesi e francesi, con capitale Bonn

o      Repubblica democratica tedesca, dei sovietici, con capitale Pankow.

Venne così perfezionata la divisione in due blocchi contrapposti dell'Europa.

Nell'aprile 1949, fu firmato a Washington il Patto Atlantico, alleanza difensiva fra i paesi dell'Europa Occidentale, gli Stati uniti e il Canada, controllato dalla Nato (Organizzazione del trattato del Nord Atlantico), un'organizzazione militare. Nel 1955 l'Urss risponde stringendo con i paesi satelliti un'alleanza militare, il Patto di Varsavia.

La fase della guerra fredda si fa giungere fino al 1953, anno della morte di Stalin; in realtà il contrasto Est-Ovest continuò ancora a lungo. Krusciov, successore di Stalin, affermò il principio della "coesistenza competitiva" tra le due potenze, coesistenza pacifica che avviava le relazioni tra i due blocchi su un terreno più propizio a compromessi, al fine di evitare una terza guerra mondiale che avrebbe significato la distruzione dell'intera umanità.




La conquista dello spazio, dai satelliti artificiali allo sbarco sulla Luna fino all'esplorazione con sonde automatiche dell'intero sistema solare, è storicamente uno degli eventi più importanti del XX secolo.

Non fu però soltanto un'impresa scientifica e tecnologica ma ebbe anche un aspetto politico e militare, tanto da influire profondamente sui rapporti tra le due superpotenze della seconda metà del secolo, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica.

Dagli anni '50 al 1975 lo spazio fu un'arena dove questi due paesi misurarono la loro forza. Solo in seguito, dal 1975, dopo la prima missione congiunta, divenne un campo in cui sperimentare la distensione e la cooperazione.

La "corsa alla Luna" comincia il 4 ottobre 1957, quando l'Unione Sovietica mette in orbita il primo satellite artificiale. Si chiama Sputnik, pesa 83 chili, ha un diametro di 58 centimetri e in 96 minuti compie attorno alla Terra un'orbita ellittica con una distanza minima dal suolo di 229 km e massima di 946 km.

Per gli Stati Uniti è un colpo duro, in quegli anni di "guerra fredda". Il 29 luglio 1955 il presidente americano aveva reso pubblico il progetto Vanguard, in base al quale la Marina intendeva mettere in orbita entro il 31 dicembre 1958 un piccolo satellite artificiale: ma l'Unione Sovietica era arrivata prima al traguardo.

Il 6 dicembre gli Stati Uniti tentano il loro primo lancio, dopo che l'Unione Sovietica aveva messo in orbita un altro Sputnik con a bordo la cagnetta Laika. È un clamoroso fallimento. Esplodono le polemiche tra la Marina e l'Esercito, che aveva intenzione di lanciare un satellite chiamato Explorer. Sarà un razzo Jupiter lanciato il 1 febbraio 1958 il vettore che porterà in orbita l'Explorer, primo satellite artificiale americano. Rimaneva però il distacco tra Stati Uniti e Unione Sovietica in fatto di massa satellizzata. L'Explorer pesava appena 14 kg.

I lanci di satelliti, da una parte e dall'altra, si susseguono. Gli insuccessi americani sono frequenti. Di eventuali fallimenti sovietici è difficile avere notizia.

Per colmare lo svantaggio degli USA, Von Braun, un famoso scienziato e ingegnere tedesco, chiese pieni poteri e li ottenne. Nel 1958 era sorto negli Stati Uniti un apposito ente spaziale, la National Aeronautics and Space Administration (NASA) e nel 1960 Von Braun ne divenne direttore.

Dello stesso periodo è il primo annuncio del programma Apollo per la conquista della Luna.

Con l'ingresso alla Casa Bianca di John Fitzgerald Kennedy la Luna e lo spazio diventarono la nuova frontiera degli americani. L'incarico di mettere a punto l'astronave adatta toccò naturalmente a Von Braun.

La conquista della Luna non era però solo un problema di macchine. C'era anche il problema dell'equipaggio. Agli inizi degli anni 60 non si sapeva quasi nulla su come avrebbe reagito l'uomo di fronte alla forte accelerazione di un razzo e poi all'assenza di peso. Il cuore avrebbe resistito alla vertiginosa velocità raggiunta in pochi secondi dai razzi? Come difendere gli astronauti dalle radiazioni? Nei voli più lunghi, come risolvere il problema dell'alimentazione e come garantire un ciclo biologico normale? Anche in questo campo, inizialmente, i sovietici accumulano un forte vantaggio. Yuri Alexeievich Gagarin, nel 1961 diventa il primo uomo a effettuare un'orbita attorno alla Terra. Rimane in volo per tre ore, di cui 80 minuti trascorsi in orbita a un'altezza compresa tra 180 e 327 km. Prova anche a nutrirsi in assenza di peso. Si verifica così che è possibile inghiottire cibi e bevande nonostante la mancanza di gravità.

Questa esperienza dimostra che l'uomo può avventurarsi nello spazio per un tempo abbastanza lungo.

Più tardi anche gli americani studiano il comportamento dell'organismo umano in orbita, con i programmi Mercury e Gemini. Il primo uomo satellite è John Glenn, che, a bordo della Mercury, una capsula in grado di ospitare solo un astronauta, compie tre rivoluzioni attorno alla Terra.

Con il programma Gemini invece, viene progettata una capsula a due posti in grado di permettere agli astronauti di vivere nello spazio per ben 14 giorni.


Il programma Apollo porterà complessivamente 12 astronauti sulla Luna per un totale di 300 ore terrestri trascorse sul nostro satellite.

Prima di inviare un equipaggio umano sulla Luna, il governo degli Stati Uniti decise che veicoli spaziali privi di equipaggio a bordo avrebbero dovuto esplorare per primi il satellite scattando diverse fotografie, per confermare la possibilità di allunare in sicurezza.

L'esordio fu tragico: durante un'esercitazione al suolo, nell'Apollo 1 si sviluppò un incendio e perirono tre astronauti. Ufficialmente non vi furono un Apollo 2 o 3; ci si limitò a test delle strutture modificate dopo l'incidente.

La missione Apollo 8 permise a tre astronauti di circumnavigare per dieci volte la Luna: per la prima volta l'uomo raggiunge la velocità di fuga terrestre, esce dal campo gravitazionale del suo pianeta per entrare in quello di un altro mondo, contempla l'emisfero nascosto della Luna e vede da vicino quello noto. Apollo 9 e 10 mettono a punto in orbita terrestre le operazioni che dovranno essere compiute per scendere sulla Luna.

Ed è con l'Apollo 11 che finalmente si arriverà allo sbarco. Il 16 luglio 1969, alle 9 e 32 le 2940 tonnellate del Saturno 5 si sollevano verso il cielo. A bordo sono Neil Armostrong, capitano, Edwin Aldrin, pilota del modulo lunare, e Michael Collins, destinato a rimanere in orbita attorno alla Luna in attesa del ritorno dei compagni.

Il 20 luglio 1969, 102 ore dopo il distacco dalla rampa di Cape Canaveral, due uomini si trovano sulla Luna, nel Mare della Tranquillità, una pianura coperta di lava e polveri color asfalto. Mentre sopra Armstrong e Aldrin vola l'astronave madre di Michael Collins, battezzata Columbia, i due lunauti controllano il funzionamento dei sistemi di volo: se qualcosa non andasse i piani prevedevano la rinuncia allo sbarco e un decollo di emergenza. Ma tutto è a posto. L'ignoto è però ancora al di là dello sportello. Sei ore dopo lo spegnimento del motore, sbarcano.

L'esplorazione a piedi non si spinge a più di 60 metri dal punto di discesa, e dura 2 ore e 32 minuti.

Seicento milioni di telespettatori seguivano le immagini incerte in bianco e nero che giungevano dal mare della Tranquillità.

Le missioni Apollo si concludono con un prelievo totale di circa 382 kg di campioni di polvere e rocce lunari, con un centinaio di chilometri percorsi dall'uomo sulla superficie lunare, con 34 esperimenti in orbita e molti altri direttamente sul terreno, con centinaia di immagini riprese da vicino.


"È un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigantesco per l'umanità"

21 luglio 1969, Neil Armstrong




Luoghi visitati dagli astronauti



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